Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

PENSIERO E VOLONTA. 5 dj circostanze· o per volontà medesima del governo, sorge un problen1a i1nportante per la· vita pubblica italiana, sia economico, sia po-- litico, sia morale, - la crisi dei ·salari, la crisi elettora,le, la crisi sollevata negli spiriti da un grave delitto, - tutti i nodi vengono sciolti, o si tenta scioglierli con la forza. fisica, puramente materiale, delle armi o del bastone_ Gli stess,i dissensi interni del partito dominante si oorca dirimerli, gittando l'uniéo grido di concordia possibile: « dalli al sovversivo! ». Se una pa..rte della fazione don1inante accenna per suoi interessi particolari a moderazione, la parte -riv.ale per interessi contrari o magari per dispetto raddoppia di violenza. Se i capi responsabili, presi dal timor dell'ignoto verso cui corrono, acoennaino a frenare o stendono una mano al di là della siepe di ferro - spinato del partito, nuove violenze scattano alla perifer.ia per r·endere inane il tentativo e stroncare ogni freno. E' un cerchio fatale da cui il fascismo non può uscire. Dopo il periodo elettorale, che tanto dolore e lutto e mortificazione costò al popolo italiano, vi fu un po' di calma relativa. Le violenze, s,~ pur non cessate del tutto, erano notevol-= mente diminuite; e lo -stesso governo si accingeva, forse inutilmente però, a profittare di quel momento di superficiale bonaccia per allargare le basi del suo potere, quando l'uccisione di 1iatteotti ha gittato sul tappeto una questione superiore di morale e d'umanità. Fuvvi un istante di tµrbamento, di «assenza» : ma quasi subito il fascismo si riprese, e la vio- · lenza fu la via d'uscita ch'ei scelse ancora, una volta, l'unica via ch'esso conosce ma che ... non ha .uscita. Nei giornali del partito padrone abbiamo letto qualche cosa che sembra, e non è, meraviglia e sdegno perchè anche dei fascisti ogni tanto, e più in questi ultimi giorni, han dovuto subire violenze e qualcuno è caduto per non più levarsi. Ma come umanaiµente e logicamente si può supporre possibile che nessuno, delle centinaia e migliaia di bastonati in tutta una nazione,- delle migli~ia e decine ·di' migliaia dei loro amici e degli amici degli uccisi, nessuno dei provocati e dei banditi, proprio nessuno degli angustiati e dei disperati, scatti. in un gesto violento o mortale di rivolta 7 Se mai, vi sarebbe da meravigliarsi della rarità di tali atti, e più ancora della loro inconsapevolezza, tanto sembrano a. volte casuali e senza rapporto da cause ad effetto! Ma è forse possibile· fare un paragone qualsiasi tra la violenza metodica, organizzata, ....: -.,,.ca Gino Bianco continuat~, general,e, quasi s-e-mpre impune e spesso premiata degli uni, e la violenza sporadica, impulsiva, ~i··:eccezione, lin1itata~ e immediatamente e sen1pre punita da una legge inesorabile e spesso da una più inesorabile rappresaglia, degli altrr~ Benchè- tutti i vantaggi mora.li del confronto siano dalla p~rte nostra, di noi che si-am qui con la debole. penna a difendere le ragioni del diritto umano contro le sopraffazioni della forza bruta, questo confront_o, questo bilarncio di lacrime e di sangue c1 ripugna ... * * * Eppure, sotto nn diverso ·aspetto, il confronto bisogna farlo. Bisogna vincere la ripu- / gnanza, perchè gli uomini dell'altra riva., che non hanno la nostra sensibilità morale, non nP. profittino p,er avvalorare di più la menzogna a giustifica2rione di nuovi delitti ed a disonore della nostra comune umanità ! La nostra mano può tracciare serenamente · le linee del triste bilancio, poichè non odio le guida, 1na· ~olo desiderio ardente di giustizia; e forse questo scrupolo della verità può farci esa,gerare più contro gli amici che contro ì ne1nici. Oltre la to1nba non· vive ira nemica, suol dirsi; e noi vorremmo aggiungere: oltre il dolore. Fossero mille e_ più mila. i nostri morti, e nessuno della parte avversa, noi griderem.mo lo stesso con gioia e senza ti1nore di parer pusillanimi la parola di pace, quando potesse davvero essere la pace fraterna della . libertà e della giustizia per tutti. E' utopia, lo sappiamo. Per ciò continuiam-0·1a lotta, e l'accettiamo cori tutti i suoi do- , lori ed i. suoi rischi, con tutte le sue necessità inesorabili e crudeli per noi e per gli altr_i ; ma il co1·aggio di lottare l'attingiamo nella nostra fede, nel nostro desiderio di lil?erazione, nella nostra aspirazione ad un bene superiore per l'intera umanità, non ne\ rancore e nella voglia anin1alesca di rappresaglie. Non avremmo bisogno, per ,ciò, di rimestare la cronaca orribil~ d~i lutti n~stri ed altrui, delle nostre ed· altrui f-erite; e se pur lo facciamo è solo per difenderci contro la- menzogna, perchè qu€sta a .furia d'esser-e ripetutà non offuschi b, verità, - una verità .che .è. sempre troppo triste e ci riempie d'angoscia ·anché ~- ci· dà . ragione. , Vinciamo dunque l'istintiva. ripugnanza e lasciamo una volta tanto la paro.la allè cifre, alla fredda. statistica. Prendiamo le mosse d.a quell'orribile· IO giugno dell'àssassinio di Matteotti, da cui s'inizia

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