Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

✓ CONTO CORRENTE POSTALE -- ~ e I\ s ET T .IM I\ N I\ L E D I p o L I T I e I\ JBETTI - Redazio■e e Amministrazione: 1ORINO,Via XX Settembre, 60 - Per un semestre L. IO • Estero L. 30 • Sostenitore L. IOO· Un numero L. O.SO ESCE IL MARTEDÌ Ct,i rice\le un numero di sa~~io ~ non intenc:1~ a.1'Pona.rsi r4'spir,ga il ~iorr,ale, altrim~nti !'lii cootiou4'rerno l'invio e c:lopo un rTJ'(Se provvec:l~rerr,o alla ris(;ossic.r,~ rr,~c:liante tratta Anno III ,., N. ~ 'i> i_ 24 Giugno 1924 SO M .MAR I O: p. g.: Due tattiche. - R. BJ.UER: Domende ai socialisti. - A. Pwc10NJ: l..'opposlzione popolare. • Il problema sardo. g. a.: Condogllenze. DUE TATTICHE Jlncoledì 18 giugno La Rivoluzione Liberale, precoccupata di dare una parola d'or dine n1>llapresente lotta politica, pesentava e riusciva a far approvare all' unanimiLà nella ri?inione delle op'J)Osi:ioni torinesi il seguente ordine del giorno indirizzato ai deJ)'l..ltatidelle 1ni?wranze a Roma: « L'assemblea dei rappesentanti dei part;i,ti, delle organi::azioni dei combattenti e delle tendenze politiche torinesi non fasciste; constatato che nelComicidio di Giacomo .ll atteotti è implicata la responsabilità di tutto il Governo fascista; reclama le dimùsioni di Jtfussolini e invita i deputati della minoranza - i soli eletti legittimamznte dalla 1:olontà popolare - ad autoconvocarsi e a provvedere all' ordine del paese e< al nuovo Governo». Oltre che dal gruwo di Rivoluzione Liberale tale ordine del giorno venne firmato dai rappresentanti autorizzati dei seguenti grupp?.· torinesi: Gruppo « Ualia Libera »; Unione goliardica per la Libertà ; Sezione del Partito Popolare; Se:ione del Partito Repubblicano ; Sezione democratica; Sezione del Partito Socialista Unitario ; Sezione del Partito ma.ssimalista _ italiano ; Sezione d1>lPartito Comunista. Per quanto alcuni giornali, cosidetti di opposi:ione liberale, si siano rifiutati di pubblicarla, venne data a tale manifestazione 1•asta diffusione e già nel giovedì si ottenena che le opposizioni di Milano votassero un programma analogo. -11 a perchè Rivoluzione Liberale, che k stata sinora una rivista di pensiero e di critica ha creduto di poter assumere una responsabilità politica così concreta e precisa? Abbiamo il dovere di spiegarlo ai nostri lettori. Di · fronte all' omicidio di Matteotli si è avuto insieme allo sdegno universale un complr>todisorientamento dell'opinione pubblica. Le basi più profonde del «consenso» sono state scosse: ministerialismo, filofascismo, mussolinismo si sono trovati in crisi. Apertaniente, su giornali anche non sovversivi, si giunse a fare il nome del Presidente come di uno dei responsabili diretti dell'omicidio, se non addirittura vero e proprio mandante. Quali saranno i risultali di questo scandalo? Non si può essere troppo recisi nelle previsi011i. Non è opportuna neanche una fiducia eccessivamente ottimistica_ Un pericolo sussiste indiscutibilmente; se Mussolini non ha perduto la testa, se Pinzi non lo tiene completamente nelle sue mani, è lecito pensare che egli si riprenderà, che ricorrerà agli espedienti più solenni. Gli rimane la massa di manovra della milizia nazionale e dei fasci. Tutte le volte che noi abbiamo par- '.lato di dieci anni di vita del fascismo ci siamo sempre riferiti a questo fatto: l' esistenza in Italia di 500.000 disoccupati che si fanno mantenere dallo Stato, per salvarsi -dalla fame. La situazione si incominciò a manifestare nel '60 e il brigantaggio ne fu la conseguenza. Non si può più mettere in dubbio che il brigantaggio succeduto ai barboni era wn problema di disoccupazione e di pauperismo. Ci si venne a mano a mano rimediando con l'emigrazione. Dopo la guerra, tra costu72ii pervertiti, con l1emigrazione chiusa, diventò necessario organizzare il brigantaggio di Stato come estremo rimedio e riparo al brigantaggio sporadico e privato. Per togliere il male bisogna rìsalire a queste cause ; si tratta di su,perare la depressione economica. Ma supponiamo per un istante che si possa arrivare alle dimissioni di Mussolini. Anche per questo scopo le tattiche_ sono d_ue_. Le opposizioni ex-filofasciste e giolittiane ritengono candidamente di poter liq_uidare Mussolini con lo scandalo, con la cronaca del Giornale- d'Italia e della Stampa. Il verificarsi di quest'ipotesi sarebbe u:n colpo ben grave alla nostra formazione_ politica. Il mussolinismo rimarrebbe tU!Ltoin piedi, anche se dovesse cambiar nome. Chi lavora in questo senso lavora per la resurrezione I di GioliNi, coni,e capo di un mrini:;tero della maggioranza fascista. Il programrna e il motto saubbe « per il meno peggw ». .\'oi crediamo ad un'altra tatllca. Lo scan. dalo faccia il suo corso: le cronache ne siano piene. J1a il /attore dominante devono essere le ini:iative positivi'. I partiti d'opposizwne devono affrontare. il nemico scosso, assumere la responsabilità della situazione. Jfussolini devi' uscire sconfitto da una battaglia 'J)Olitica. Soltanto a questo patto si DOMANDE AI Gr:rncle è l'importam,a attribuita da taluni all'atteggiamento liberale assunto dalla frazione di clestra del socialismo italiano e da essa sfruttato allo scopo cli assorbire dalle cosiclette classi medie nuo,·i segtwci, cosi come, ma in diverso seuso, lo è dalle altre frazioni del socialismo stesso che ,·òrrebbero (sperando di ereditarne le forze operaie organizzate) esautorare i riformisti i quali trovnno fra i lavoratori largo seguito dappoichc: I 'azioue loro, teoricamente meno logica e consegnente, in pratica mostra di dare risultati immediati e tangibili tanto più brillanti di quelli cletenninati (!alle tendenze insurrezio11ali di massimalisti e comunisti. Altra Yolta ci è accaduto da queste stesse co. !onne cli acccniwre all'i11compatibilità esistente t:'ra pensiero socialista. e pensiero liberale. Merita forse di ri.tornare su Il 'argomento poichè mai come in questi tempi gli unitari si sono atteg• giati con tanta sicurezza a legittimi eredi del lib~ralismo per meglio agire nella difesa della loro libertà d'azione. Essi, a parer nostro, troppo facilmente sconoscono un fatto che ci sembra iucontro,·ertibilie e cioè che il liberalismo, pur a,·enllo cletenninato l'affermarsi ciel socialismo rn111efrutto della maturazione politica delle mas. se la,·orat1-ici, non ha esaw-ito il suo compito storico. Esso sino ad ora non ha trovato cosl. cf'a11ricnti applicazioni probatorie d:i legittimare asserzione siffatta. La tesi missiroliana che i partiti estrellli iu quauto tali sono i soli CaJXlci di operare un prnfoudo rinnovamento liberale nella società, non riesce a climostra1·e la pretesa identità tra socialismo e liberalismo, poichè non può colmare l'abisso che li di,·ide, abisso se.a. rnto dalla definizione ap1-ioi-istica cli un progrnmmn che il primo si propone e persegue e ~l secondo ignora. Il movimento socialista ha ormai conquistato il fo,·ore <li larghissimi strnti cli popolazione; per aver suscitato 11uovi motivi di cosciente forza nei lavoratori, per a,·er affermate, sorrette t raggiunte molte delle loro rivendicazioni, appare acl essi capace cli avvicinare la meta ultima che lo attrae; deve perciò divenire necessariamente illiberale 11011 appena creda cli poter !)['e• cipitare quelle soluzioui che ad un certo momento gli apparisc;:mo mature e raggiungibili. La cronistoria del partito SO<·ialista iitaliano in questi ultimi atini ci dice chiaramente che siamo nel vero. Per la sinistra del partito ciò è fuori rli discussione; per quanto riguarda la destra, ricorderemo che i suoi compouenti, gli unitari d'oggi, i qua.li afferma110 di accettare in pieno il metodo liberale, sono precisamente gli stessi, fatte le debite eccezioni personali, che avallaro. no con la loro adesione, sia pure prudente e con-, dizionata cli se e cli ma, i più fieri atteggiamenti (verbali) degli estremisti, quando pairve fosse scoccata l'ora della ri rnluzione realizzatrice di tutte le aspirazioni collettiviste e solo si ricredettero e ritrassero quando la realtà infranse le 1rntrite speranze. Dal che si scorge qual tenue filo regga le sorti dell'id~ liberale nel pensiero e 11ell'azione dei socialisti che dicono di accoglierla e come essi siano ben lungi dall'essere permeati di quella coscienza della ineluttabilità della lotta e della necessità di tutte le affermazioni individuali che forma. il nocciolo della coscienza liberale. Tra socialismo e liberalismo non v'è ora che un vincolo meramente occasionale e transitorio. Cosl. definendolo, non vogliamo d'al. tron<le nasconderne l'importanza, l'alto valore storico, politico ed anche morale. Metodo e sistema Nel campo sodai-democratico si afferma, per d:ire il vero, di accogliere i1 metodo liberale riconoscendolo come il più atto a detenninare nella BibliotecaGino Bianco potrà sostiluirr>al governo di un oddryraes11·. f'alore un governo di partiti. Uopposizirme r/PVf' /are il processo a lutto il regime, irnr 1,rdirP che risorga ciò rhe coll'avvento dr>l fascismo è ben morto, imprigionare in 11n blocco unico Mussolini, la sua maggioranza, 1 suoi fiancheggiatori. Battendosi per questo progra'lfl,ma potrit ,,ssere sconfitta ·oggi, ma si salverò pn il futuro. p. g. SOCIALISTI società le mutazioni che ,·i si vagheggiano. Dicono ami i riformisti che il metcxlo liberale -~ ormai per essi definitivamente acquisito come « posizione dello spirito e come forma di educa• zione ». Già abbiamo ricordato perchè tutto ciò ci sembri dubbio, e ad avvalorare questa nostra inéredulità sta la pronta e sicura energia con la quale si dicono però costretti a ripudiare, a non riconoscere il liberalismo come sistema. Patte le debite rise1 ve sulla esattezza di tale distinzione, sicuramente arbitraria ed illogica, pet cui, come vedremo, ne consegue che i socialisti non pos. sono iutegralmente accettare il liberalismo neppure come metodo, diremo che l'asserzione è, a parer nostro, perfettamente ragionevole poichè, formulando, netto o impreciso non imporla, un « novus ordo » verso il quale si dirigono le proprie aspirazioni in guanto lo si reputa capace di attuare lo stato di perfetta giustizia sociale \'agheggiato, esso solo e non altro può rappres~ntare il sistema. Quanto abbiamo eletto ci sembra anche e in pa.1-ticolar modo .giustificato dal fatto- che questo ordine nuovo, da che è stata superata la rigida formulazione del socialismo scientifico, non è più considerato come prodotto necessario e fatale del succedersi di fatti nell'ambito stesso del. l'ordine capitalistico (fatti che sarebbero manifestazioni della sua spontanea evoluzione) ma ~ auche crea1,ione del volontarismo de11e masse laYoratrici, per cui socialismo non è semplice attesa, ma deliberata costrnzione. Il liberalis~o, sia pure considerato soltanto come meto<lo, dato e non concesso che ciò si possa fare, 110n può perfettame11te adeguarsi alla forma « mentis » socialista. Esso, o viene accet. tato integTalmente e in tutte le sue possibili conseguenze, ed allora per necessità cli cose porta alla negazione cli quasi tutta la prassi socialista, o lo è solo in parte e in tal caso ci è per. messo affermare che il suo ripudio totale dipende da ragioni co11ti11ge11timutabili col mutare llel tempo, così come per ragioni analoghe è parzialmcute accettato. E se ne può dedurre la confem1a che i socinlisti sono liberali solo in qua11to g;ustamente rivendicano, contro coloro che gliela negano, la libertà cli poter agire, ma sarebbero pronti a negare questa a<l ogni altro quando le forze loro fossero per prevalere. E' chiaro ad ogni modo che non è possibile parlare cli un metodo liberale arbitrariamente distinguendolo dal siste11ta o meglio da quella conce7,ione storicistica delle fanne sociali che nasce dal pensiero liberale, che è anzi tutto i1 pensiero 1iberale. Sostanzialmente il socialismo 1'esta un movimento a base rivoluzionaria per necessità di cose dogmaitico, intransigente e illi. berale, poichè, mentre giudica co11 interpretazione storicista le forme politiche ed economiche passate presenti e di queste accoglie il carattere transeunte, lo nega rispetto a quelle che un giorno saranno, confinando ogni ragione di lotta nel campo spirituale. Esso fa torto a sè mede. sitùo negando questa sua intima natura avveni. ristica che il Liberalismo in'l!ece riconosce e giustamente 1Jaluta, pur non considerandola esclu. siva fonte cli attività politica ed etica fra le tante forze operanti insieme ocl in reciproco contrasto per la vi,ta dello Stato. Il liberalismo riconoscendo ogni mito ed affermandone i1 diritto a tentare una propria esperienza, si pone fuori di ciascuno di essi e rvnnega tutte le armonie che ne so-no f<mdamento, cmirna e forza; essei è suscitatore di eresie e per. ciò solo, in antitesi con tutto ciò che è o spera di divenire definitivo. Perciò appunto ad ogni passo si svelano i motivi della sua cliffereruia1ione dal socialismo anche se questo, ristretto nei limiti cleU'azione democratica, appaia ora, sia pure so-rretto dalle conclusioni in parte irre- :ut.abili <lc!L'I ('J ilica dtl 1,r<:se11tee nella pratica 1if<Jrmista alie11 d:1 vgni mir-ic-,Jlismo, S<Jlfanto tome c,;pre,-,sione di a,;pm1z.io11i sentimentali, t-omc: attc~..a, ~"(Jm s:on,., tos.-iente •er--<_, 1·n"l. m<:t.a -.ublime e, come tale, venga \'alutato e rico. 110S<;111tqouale insup<;rabilt realtà ston<-a.. Il problema della proprietà l'rcncliarno i11 esawc ad esempio Ull(J dci problc:mi fotldam<---nt.ali, qll.él:o della J,ropri •à e :e. druno immecliatarnente come dalla sua stessa ,01muiazione si dipartano due vie d'azione, la :-v iali,;ta e la libc:r; le che hanno senza dubbio dire,doni non opposte, che spesso si ritro\'ano, m.i che scalano l'avvenire con andamento ben distiuto. l'nr pr~cill<lendo ùalla tende117,a elci reorici · so~iaEsti a r·ons:clerare la prop~ietà, anche entro la sfcia della ,;iia gi11stific::izione ,;torica, come effetto li un arbitrio, cli una violenza, sappiamo che essi d scorgono soltanto la capacità di attribuire a chi ne gode ii iq1tto una arbit:.aria facoltà cli predominio che si risoh·e in un.a vera e propria schia,·itù del salariato <li mano in rnano che l'c,·oluzione inc.lustri~Je •'à luogo ad 1111:1sempre più netta e caratteristica affennazi0ne di una potente figura {.-Conomica, quella del capitalista. E ne traggono l'illazione che ogni problema sociale, in quanto ri,;pEcrhia un desiderio cli giustiz.ia, non può trovare soluzioni possibili fuori dell'abolizione del diritto di proprietà e, in linea transito1-ia, <lella stw limita- ;,,,ione. Il moclulo sul qua.le misurano i fatti della ,·i(a politica cd economica è l'effetto immediato o mediato che essi hmrno o possono aYere in rapporto a tali soluzioni_ Su di esso si viene così regola 11clol'opera e le tendeuze delle di,-cr - o.;cf1.1zio11idel movimento socialista, le une polariz.nte. verso la conquista del potere politico co11sidcralo come passo necessario ver-'O l'e,;pro. p1 iazione ,·ioleuta, le altre in Yaria misura accet. f!.!llli i I concetto tattico gradualista, sebbene tutte tragg-a110 origine dallo schema <li s,·iluppo ccono111ico sociale delineato tlal ::\Iarx e che non è del l'opera sua la parte Yeramente Yitale. Uen cli,·crsa è la rnlutazione liberalè deUa pr<>- prictù ; essa Yieue considerata come risultante della maturazione di complesse forze tecniche e p~icologiehc che si seno manifestate determi. nanclo un cq11ilib1io sociale che <le\-e essere, a posteriori, 1;tenuto il più efficiente poichè si è afiern1;1to s11 ogni altro. 111 quanto tale, il diritto cli proprietà può essere riten.uto un fatto 11011 arbitra1·io, pe1· cni, l11ngi dal proporre alla ,·olonlù del! 'uomo cli go\'erno o delle masse la. nece:'sità di abolirlo, di co11trastarlo1 deve da essi essere posto di fronte soltanto a forze nue>- ,·c, a 1111O,·etendenze psicologiche, se esistono, capaci di determinare un cli\·erso equilibrio spontaneo che si dimostri più Yalido, e quindi solo iu v·irtù cli siffatta vantaggiosa posizione, giunga a sostib1irsi al preesistente. Xon si dica che l'esistenza stessa della. pro. prietà impeclisce lo SYiluppo delle forze psice>- logiche che possono contrastmla. In uno Stato liberale questo 11011potrebbe edcleutemente a,. \-enire; attualmente si può coucedere che 1o Sta.. to sia il « Comitato cli amministrazione degli affari sociali del ceto borghese » ma ci si potrebbe chiedere se gli incerti successi di molte spe. rimentazioni che hanno per fine una parziale od una integrale affermazione dei priucipii collettiYi&tici, siano di fatto esclusirnmente doni.ti alla opposizione dell'ambiente o piuttosto alla mutazione spirituale della maggior parte degli sperimentatori stessi i quali, giunti nel tentatirn di realizzazione ad una sfera economica superiore a quella cli partenza e tale da rendere loro evidente il vantaggio personale della proprietà, compiono una involuzione che arresta quello s,·iluppo psicologico che è fondamento indispen. sabile per l'attuazione di ogni assetto sociale e nel fatto specifico di quello collettivista.. I sindacati Le due posizioni che abbiamo poste di fronte si chiariscono naturalmente solo ,·aiutando e delineando quella che può e deve essere la conseguente azione dello Stato, dell'istituto cioè che rappresenta il risultato dell 'in,terlerenza delle varie correnti sociali e deUe loro azioni e può oggi divenire strumento dell'una o dell'altra prevalente. Poste le premesse ricordate, è evidente che secondo i1 pensiero socialista lo Stato non può •

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