Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

830 L' I L L U S T R A Z I O N E I T A L I A N A Quantoprima: GABRIEI.1E D'ANNUNZIO: LE FAVILLE DEL MAGLIO - TOMO PRIMO fL VENTURIERO SENZA VENrruitA EALTRISTUDIIDELVIVEREINIMITABILE La tragedia di Roma. Tacere. Vor rei poter tacere. In certe ore gravi e tempestose, il commentatore che segna a margine i fatti salienti della settiniana, e le avventure curiose, ed annota i nomi venuti su. a galla la prima volta o risuonanti per una improvvisa o rinnovatasi notorietà, quando invece della matita che scorre dovrebbe adoperare la punta dello stile che incide, vorrebbe tacere. Ma tacere non si può. Di una sola cosa si può parlare, pur troppo, in questi giorni: tutto il resto sparisce di fronte all'incubo che pesa sulla nostra vita nazionale, e ancora non si discioglie, sicchè nel gran fragore delle voci, chi scrive deve pur far sentire la sua voce, anche se sa che è destinata ad andar sommersa nel gran coro, sperduta come un'eco lontana perchè altre voci ben più alte e possenti e solenni hanno preceduto la sua. Le due sbarre nere che limitano la partecipazione funebre che annunzia la sparizione di un uomo si sono immensamente' mostruosamente allargate e incombono tetre e nere su tutta quanta la vita nazionale. bosa che invade le folle al cospetto di altri delitti gravi forse al pari di questo, ma determinati sicuramente da passioni private e da personali cupidigie: no, stavolta ci lavora e ci scava la sete insaziata di giustizia, il sospetto che qualcuno riesca a fuggire il colpo inesorabile. Non si tratta, come nei casi comuni, di seguire con ansietà la lotta tra il cacciatore e la belva, il gioco rischioso tra la polizia che fruga e il colpevole che si cela. La partita è più grossa. Il nostro cuore batte per lo stesso buon nome, per l'onore stesso della nazione. E per questo, perchè siamo civili ed umani, e vogliamo esser giusti, e inesorabili, e troppo t On. GIACOMO MATTEOTTI occhi distratti, è sembrato di scarsa o di nessuna importanza. L'adunata degli uomini più insigni di Milano, chiamati a decidere se una Esposizione universale o nazionale ha da essere e come e quando, si è disciolta rapidamente senza prendere conclusioni definitive, in attesa di giorni più tranquilli. Il passaggio da una Presidenza all'altra e il formarsi di un nuovo Governo in Francia, sono sembrati avvenimenti lontani nel tempo e nello spazio, cose che non ci toccano e non ci riguardano. Ci dicono che coi nuovi uomini per il prossimo incontro coi governanti inglesi avremo più vicina la pace, la pace vera, la pace definitiva, la pace pace. Può darsi. Ma noi avevamo altro a vedere, a pensare, a temere, a sperare. Noi siamo in questi giorni colpiti al cuore. Noi vogliamo mostrare, in faccia a noi stessi e in faccia agli stranieri, che siamo un popolo civile, che il delitto, comunque e contro chiunque e in qualunque momento, lo conside1·iamo un delitto. Ma intanto ci si tormenta, ci si affanna, ci si domanda se non abbiamo avuto il torto di non provvedere prima, di non colpire prima, di non risanarci prima. Sono i residuati di una lunga guerra atroce e furibonda e di una rivoluzione. Elementi malfidi, scorie, rifiuti di tutti i partiti, i torbidi, i tortuosi, gli avidi si sono buttati dalla parte dove per necessità si menavan le mani e che vinceva. Diecine o centinaia di malviventi hanno inquinato e rischiato di distruggere l'opera faticosa di menti e di cuori che avevano p·er solo intento la salvezza d'Italia. Non è giusto che pochi ladri dall'unghie rapaci o insanguinate, anche se son riusciti a rubare la fiducia di chi comanda, facciano dimenticare i morti purissimi che caddero negli agguati per una Italia rinnovellata e migliore .... Tutto contribuisce e concorre sì che la scomparsa, la morte probabile, sicura ma non. ~ccertat a sin oggi, di un -ardito combattente per la sua fede, abbia una risonanza tale nel mondo quale forse non si ricorda l'eguale ai nostri tempi: nella città capitale, di pieno giorno, a Camera aperta, un deputato è rapito a forza e sparisce. Si presuppone sia stato morto da più mani feroci; si crede; si è sicuri di poter identificare quelle mani, ma, dopo otto giorni, <lacchè il fatto mostruoso è avvenuto, il cadavere (poichè non pare più lecito sperare che un cadavere non ci sia) non si è ritrovato. Quelli che tutto fa credere siano gli autori materiali del sequestro e della supposta strage non hanno confessato: i mandanti - i supposti mandanti - i favoreggiatori hanno tentato la fuga, sono stati presi. Non tutti: i più; è da sperare che siano i più. Ma non si il deputato socialista unitario, vittima di un efferato delitto politico. Sì, ma intanto è un gran soffrire per quelli che vçgliono il tranquillo lavoro e il sereno ascendere della patria. Perchè in questi giorni, atti crudelmente settarii e stupidamete feroci dei quali ci era giunta notizia incerta e non approfondita, violenze che ci parevano deprecabili (e che abbiamo deprecato) ma che pensavamo quasi inevitabili in periodi di agitazione - fasi di assestamento dopo una convulsione tellurica, rabide ondate di una tempesta che si placa - sono stati ci sono apparsi selvaggi, brigan- sa;· ma non si vede ancora chiaro; ma ce chi vi dice che bisogna guardare più in alto e più in fondo. E c'è chi vi ricorda altri fatti, meno gravi, ma consimili, e rimasti sin qui impuniti. Più di un quotidiano d'ogni partito con zelo professionale arroventato dal caso sensazionale è andato via via pubblicando senza un preciso controllo valanghe e valanghe di notizie contradittorie tra le quali era ben difficile sceverare la verità dalla fantasia ed ha contribuito ad eccitare sempre più i nervi già scossi del pubblico, e a invelenire la piaga aperta nel seno della Patria. Così la gran tempesta che s'avventava alle scogliere non posa: nuove prove e nuovi sospetti incalzano come marosi su marosi. E l'ansietà del popolo, di tutto un popolo, rimane vigile e minacciosa. Non ci travaglia e ci rode, tutti noi, la c4riosità acre e morancora è il buio, e ci son troppe striscie d'ombra d'attorno, e non sappiamo ancora quanti rami dovremo abbattere e se tutti potranno essere abbattuti, fin le viscere stesse del suolo sembrarono scosse in questi giorni. Si tratta di una scelleraggine compiuta da un numero limitato di persone, ma intanto si pensa con uguale preoccupazione che non tutti i rei potranno esser puniti e che il sospetto è giunto, può giungere fino a coinvolgere gli incolpevoli, che il falso vedere, che la passione possa travolgere chi in queste ore ha sentito, ha gridato l'orrore del sangue. Così qualcuno ha visto in pericolo fin le sorti di tutto un governo, di tutto un partito, di quel partito al quale oggi sono legate le sorti medesime del Paese. Tutto, che non fosse il delitto di Roma, è passato in sott'ordine, è stato seguito con rievocati e teschi. Avevamo dubitato che fossero veri, che fossero così gravi, credevamo che fossero se mai generati da uno scoppio improvviso di collera non da un premeditato concerto di mandatari e di mandanti. Che ci fosse stato dell'eccessivo, ma non del losco. Invece abbiamo avuto una triste conferma di quella verità che per l'onore nostro di italiani avremmo voluto negare: che ogni qualvolta si sommovono le acque viene a galla il fango più putrido; che ogni impresa, sia pur nobilissima, accanto ai disinteressati, agli immacolati ha i profittatori, sicchè presso a coloro che chiedono - dov'è il pericolo? - per accorrere e gettare la vita, c'è chi domanda - dov'è che si ruba?-; che per gli scellerati l'ardire si trasmuta in delinquenza e il rischio diventa oppressione. ST. MORITZ E d' Strade magnifiche per automobili • Golf - Tennis ngama Hotels di primissimo ordine con garages: (Svizzera)KULMHOTELS- GRANO H TEL- SOYRETTA - PALACE - CARLTON • L' l/lusfrazione Italiana" è sf'!,l!!J:,afasu carta B [j' id'téCf:)dinan~;n "(f 0 Wì 'tJ CQ

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