Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

_124 · I GRANDI AVVENIMENTI GIUDIZIARI ~ Una lettera di Cesare Rossi. ll giorno 16, cioè un giorno dopo, come poi nsultò esattissimo, dalla emissione del mandato di cattura cn?tro ··il comm .. Cesare Rossi, capo _dell' Ufficio · stampa. !1el. Ministero degli Interni, la Stef ani smentiva -che il mandato di.cattura stesso fosse stato realmènt.e emesso. Ma la mattina· _del 17 il M~ssaggero· smentiva la Stefani e confermava la notizia . . ' aggiu~gen<lo ·che la P. S. faceva le. più attive indagini per_ rintracciare il Rossi di cui, come abbiamo de~to, si: erano perdute le tracce. ,.. · · Intanto, suscitando la sorpresa generale usci;a il Nu;o_voPaes~ eh~. pubblicava la seguente l~ttera di Cesare Rossi : « Caro., Direttore, ·- scriveva il fuggiasco - la sciagurata ·_coincidenzad~i miei rappo,rti col Dnmini, accu5:,a!o.di _essere uno ,degli autori della scompar~a dell'on. Matteotti, ha accumulato contro di me una infinità di induzioni e di sospetti, tanto gravi quanto fantàstici:. -Verrà. il momento in cui sarà possibile ~_niegare ie ·chi.are origini di questi rapporti, n~turalmente di partito, e c0muni, del resto, a tante altre personalità· fasciste, con un no.mo che conobbi a M j_ · 1afio nel 1921' tre volte decorato e mutilato Ji vU;r- . o::> ra e -fascista ardente fino all'esuberanza. Ma· oo-,i - ~~ francamente ritengo vano reagire all'ondata di. sospetti che si·_sono abbattuti da parte degli avversari· s_ul mio partito e sul mio paese, con dichiarazioni e con l'ampia documentazione di cui dispongo. Questa è l'unica ragione della ~nia momentanea scom-- pars~, insieme alle -condizioni fisiche e morali in cui s~ trova un uomo, come il sottoscritto, che, dupo aV"·r creduto di portare _a1partito una nota costante di equilibrio e di onestà, ~i vede coinvolto in u·J de- .Etto la cui follia dell'esecuzione è solo paragonabj]e a.1Ja più spaventosa inopportunità politiica. 1 nt~tni .:-i ed i falsi amici che si accaniscono contro di me sia- . . . . . . ' no tranquilli: Essi non saranno defra1:1dati di quanto· costituisce un lor:o diritto e un mio dovere » L'effetto prodotto da ~ues~~ lettera ·fu ;iùttosto · scandal9so. Cesare Rossi ric~rcato ·-dà tutte le polizie del Regno sentiva il bisogno; e, quel che è più grave, aveva .la poss~bilità di inviare e di farsi pubblicare_ miss-ive dai giornali della capitale. Ciò parev~ enorme. Quanto alla sostanza della lettera i con11nenti, _naturalmente, era~~ vari. Si osservava a proposito della frase « non saranno defraudati da ciò che costituisce un loro diritto ed un mio dovere » -che la faccenda era sen1plicissima; il pubblico aveva il « diritto» di sapere, e lui il « dovere » di dire. .. ' \ • Bib.liote_cGaino·Bianco Intanto uno degli anelli che legavano la catena che stringeva gli assassini con i mandanti - il com- ' mendator Filippelli direttore del Corriere Italiano, o~gano uffì.ciale del Nlinistero degli Interni - sotto la pressione irresistibile .dell'opinione pubbli<'a -- finalment~ era stato arrestato. Ma la catena non era ancora. stata saldata. Le tracce andavano più su. Dagli .assassini sì era arrivati al direttore del giornale ufficioso·, dal direttore del giornale ufficioso· si era giunti al capo uffi.cio _dell'Ufficio stampa della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Fin dove si deve arrivare?· - si domandava la pubblica opinione. La condotta del Rossi, come del resto quella di tutti gli altri indizi~ti, suscitava un'impress-ione penosissima. Era una crisi di paura e di viltà,. Nulla di eroko, nulla di grande, nulla di coraggioso neanche nel male. Tutti cercavano di fuggire; e nel fuggire di accusarsi a vicenda. Nessunissima ureoccu- ,. pazione da parte di nessuno di coprire quaku11c o qualche cosa col sacrificio della propria persona. Si ?sservava che fuggendo il Rossi, non aveva fatto altro che dare consistenza ai sospetti gravi che si erano accumulati su di lui. E si diceva che ogni altro uomo, non tale da aver occupato un così alto ufficio poli~ico come il comm. Rossi, e che era stato capo di un partito politico e dei più autorevoli e dei più ascoltati, come egli era; ma pur l'ultimo e il più u·mile degli uo~ini, appena avesse avuto solo il senso dell' onore, sotto r accusa di un delitto così selvaggio, implicante gravissime ed altissime responsabilità, così disonorante per il proprio pae-. se, così come era il delitto di cui lo si accusava - a torto o a ragione, ciò aveva poca importanza - di essere complice, non sarebbe fuggito ma si sarebbe presentato ~gli stesso all'autorità del proprio paese, a chiedere di essere inquisito e a volere che si fosse. fatta la luce sopra di lui. Si trovava almeno curiosa l'affermazione del l{ossi che dichiarava « di ritenere vano reagire alla ondata di sospetti che- si erano abbattuti da parte degli avversari sul suo pa,rtito e sul suo paese con dichiarazioni e con l'ampia documentazione di cui disponeva >>. Per quel che riguarda.va lui e il suo partito era cosa che riguardava lui e il· partito, e se ·non potevano difendersi - si diceva - peggio per loro ;-ma _per il paese, se egli con « ampia documentazione » poteva far luce sul delitto e procurare con ciò l'unico mezzo che si facesse giustizia, il paese esigev~, da chi lo rappresentava, cioè dal C,-overno, che costringesse senz'altro il comm. Rossi a parlare. Il mezzo per costringerlo er:a uno solo : arrestarlo. Dove era

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