Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

PENSI®RO E VOLONTA 3 · suoi responsabili : u,na, intenzionale .e non confessata e l'altra apertamente proclamata. Il sospetto, anzi la certezza, che 1a seconda non sia cll.e un pretea:to ·ed . un modo di mascherare la prima, è troppo forte in noi· percl:tè tentiamo di dissimularlo. Del resto ~sso non è sospetto,' o· certezza, nostro soltanto ma . di milioni di cittadini, forse della. grande maggioranza degli italiani; ed è stato detto e i spiegato a lungo in tutti i giornali dell'opposizione da ventì giorni in' qua, dai più caùti e mòde}'.ati ai' più schiet~i ed esacérbati. Esso è stato espresso, del r,esto,- anche in organi che sono o paiono amici del regime fascista: troncare a _qualunque costo le _discussioni e le libere riçerche dei giornalisti sull'assassinio di Matteotti, éhe mettono troppa pau,ra a troppa gente; e troncare altresì ogni esame delle. · responsabilità morali e politiche de1 delitto. S~condariamente far cessare· quel processo alla cosidetta rivoluzione fascista, ch'era cominciato coi' richiamo· ai delitti- impuniti· commessi dopo la marcia su Roma. Terzo, salvare il part~to faiscista· ed i ~uoi 'uomini) ìmped~ndo una campagna dì stampa che trovava, nei fatti, nuovi e vecchi, sempre maggiore argomento ·ed alimento. Vi sono fatti cos·ì universalmente conosciuti da non potersi negare, vi sono ragioni cm,ì evidenti- che basta dirle per farle accettare da tutti. Contro di· esse la libera '.discussione non è possibiie; ·e non v'è altro rimedio per- negarle che imporne il silenzio. Non sono in giuoco delle· teorie, su cui .il dissenso è naturale ; n~n è quindi 1: esposi~ione delle ·.dottrine cosiddette perverse (socialiste, o comuni ...· ste, o anarchiche) che si _vuole i~pedire (1), poichè si sa che la loro propaganda non raggi unge i suoi scopi che den~ro certi lirµiti._ Ciò che è in giuoco è un principio superiore indi-· scutibile, elementare ed universale di umanità, su cui v'è l'unanimità e su cui, se sono così inatiili da scendere sul terreno della discussione, gli stessi fascisti' sonÒ costretti a convenire. Quelli che non vogliono ~onvenire, pèrchè facendolo negherebbero la b~se stessa e l'origine vera della loro potenza, non hanno che un mezzo: far tacere l'avversario che invoca un principio vitale per tutti e mortale per loro. Ecco perchè un partito ricco di giprnali (1) Chi avrà le mani in pasta. potrà finiré col sopprimere anche questa., prima, o poi ; ma. non ·sarà ciò, secop.do me, lo scopo vero o principale che · si son proposti gli autori del decreto. eca Gino Bianco d'ogni specie e di mezzi potentissimi di diffu• sione ha preferito e preferisce tanto spesso a qualsiasi discùssione la soppressione· dei pochi e mo<lesti g1orn~li a·vversari: soppressione fino a ieri illegale che s'avvia a diventare legale attraverso glf ultimi due decreti, i quali appaiono un semplice sostituto. dall'in~endio delle redazioni e tipografie. __I\. tutto ~iò gli amici ,del governo obiettano che si tratta .d'un sacrificio transitorio è tem.:. - . poraneo per ottenere il disarmo_ degli animi e la cosidetta « normalizzazione >>. Uessata la. furia di polemiche,· rivelazioni, attacchi. e contrattacc.hi, ecc., fa, gente si calmerà, e fra non molto tempo si potrà tornare alla legge ordiuaru•.• Lasciamo da parte la temporaneità. dei decrelii, niente affatto dichiarata dal governo e nega'ta da organi fascisti dei più autorizzati. Una restrizione di libertà come quella attua.le della stampa, se per poco viene sul serio acoottata dal pubblico, e· cessa verso di lei ogni movimento d'ostilt~à e d'opposizione, acquisterà tutta la forza del fatto compiuto e durerà, per lu 1neno', · quanto il 'regir;ne fascista. Come per la dittatura, ogni restriz~one .di libertà tende da provvisoria a diventare definitiva. Del re- .sto è naturale che la legge avrà tutti i rigori per !e _opposizioni d'ogni specie, ma.-sarà n1ot'to indutge~te con giornali amici, salvo in qualche specialissimo caso di forza maggiore o per salvare t.e apparenze o _quando lo zelo di qualche ·amico si spinga tanto in là, da toccarsi coi suoi estremi e rassomigliare agli estremi dell'oppqsizione. · . Gli animi non potranno disarmare. Quelli, che non avranno più neppure lo sfogo di scrivere quel. che pensano o di leggere l'espressione dei propri .sentimenti, non faranno che ina. sprirsi e inciprignirsi nel silenzio coatto ~~mpre più. E per chi conosce la psicologia fascista, è evidente che i fascisti non si contentera~no più, qua,ndo l'avessero ottènuto, del silenzio. In parecchie località anche lo stare appartati, il ta.cere, il sempliée non aderire agli atti del fascismo o nori -volere entrare nelle sue organizz~zioni è considerato att-0 d'inimicizia. Si riçordi quale dispetto. produceva tem- . po addietro il semplice ~ilenzio del ·massimo quatidiano milanese. Ed è naturale. Il governo sabaudo, si ricordi, aveva paura di un giovane pensieroso, che se n'andava sempre solo per le vie di Genova, coi suoi libri, pe~chè « n9n pa.rlava >); ed aveva ragione. Nell'antica Roma imperiale si manda.vano alla. morte anche dei solitari, perI

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