Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

"' I •GII.Do S»Poa . 4 IIL In regime di stampa imbavagllafa Il vero articolista è Il lettore: egli deve leggere tra le righe. CONTO CORRENTE POSTALE RIVISTI\ STORICI\ SETTIM/\Nf\LE DI POLITICI\ F..SCE IL MARTEDÌ Diretta da PIERO OOBETTI- Redazione e Amministrazione: TORINO,Via XX Settembre, 60 Abbonamentoper il 1924 L. 20 - Per un semestre L. IO • Estero L. 30 - Sostenitore L. 100• Un aumero L. 0,5() Anno III ,., N. 31 - 29 Luglio 1924 Per II riposo estivo delle persone addette all'amministrazione e alla tipografia il prossimo numero uscirà nella s~~onda qulndlcrna di agosto. SO M ll ARI?= L. _D& FILPO: P?role 2 numeri. - li buca d'Rlene. - Normalizzazione, - P. A. B.AL.llO: l..'lstruzlone professionale. - A. CAVALLT: Uomini e cose di Romagna: Pascoli e Orl11nr. - VM guardia nazionale: Una difesa di Mussolini. - A. C.: P. Nenni. - M. TEDESCHI: l..a legge sulla sl!!mpa. PAROLE ·E NUMERI :Vepi.sodio più significativo e che pm compiu.. ta.mente rivela camttcristici moti'vi etici dominauti, è la tormentosa foga con la. quale le oppo5izioni si accaniscono ad inconsapevolmente conferire una. relativa legittimità giuridica alla faM istruttoria del processo Matteotti in cui 1)6' imperdonabile errore pregiudiziale,' si esau~ 1irà o quasi, contro la. stessa intenzione originaria dei denunciatori, la passione del delitto. Cbe se non è gran danno mettere il mondo a soqqtlB.dro per ottenere la incriminazione del maggior numero possibile di ricostruttori, allo scopo di meglio colorire i nefasti di una. presunta ragion di Stato, non è certamente utile confondere i poteri della sezione di accusa con la potestà sovrana della Nazione. Noi, per esempio, avremmo considerato un ordmal"io e trascura.bile espediente di tecnica giudiziaria la circostanza degli interrogatori, dei oonlronti, delle perizie; n.è ci ~emmo comunque a.dontati per la. permanenza del generale De Bono al comando della Milizia. Tutte ingenuità, codeste, o mal dissimula.te ipocrisie, delle quali è giusto che profitti la. sagaci.a di non pochi fa,. scisti, per distrarre fin eh' è possibile il corso degli eventi. Se il delitto è quello che è, le dimissioni, il rimpasto, la. rin.novellata velleità ricostxuttrice, ci don-ebbero lasciar del tutto indifferenti. Una banda di criminali ordiseé nel nome e per la salvezza della patria innominabili delitti che la ooscienza della impunità e di -alte connivenze 001lSeI1b:: di tra.mare nel pala=o del governo: membri del quadrumvirato, cavalieri della resur.rczione e della restaurazione del prestigio nazionale, assertori del principio gerarchico financo n.e1 delitto, che miravano a liberare lo Stato corr~ dalla tracotanza delle masnade sovversive, raootendo giorno per giorno il prezzo del negozio, e che, a parer loro, la. morale maccbiavellica. avendo ingentilito i costumi, \,i limitavano tutto al più ad infren.are la scioperataggine di pochi facinorosi. E' il trionfo dell' ancien régfrne, dicono, la riabilitazione del giolittismo, che ebbe il merito cli fiaccare i turbolenti del ri.5orgimento, e fedele servitore della monarchia, la salvò e la valorizzò come elemento unitario della. vita nazionale. Coi tempi che corrono è tutt'altro chiaro di luna calante, invece. Ma il giolittismo, quale espressione di un liberalismo torpido e corruttore, senza nulla risolvere, acul l'asprezza del problema na- ,.jcnaJe, favorendo artificiosamente lo sviluppo della lotta politica, senza curarsi di affrontarne la: chiarificazione delle premesse. Il fascismo a sU.fl -volta, insorgendo ed impossessandosi dei poteri dello Stato, affermava, con 1a segreta id~ tità dei contrarii, l'inconsistenza dello Stato me-- desimo. Consentiamo pure che si sia trattato di una specie di rivoluzione perchè non fece certamente difetto una, tal quale mentalità barricadiera, sopravvissuta nel miracolismo sov\·ertitore di Roberto Farinacci. Paventando le incognite di una ingiustificata repressione, certo è che Mussolini operò nel modo più pacifico la sostituzione del regime, ma non riusci tuttavia ad impedire lo stillicidio delle violenze, sollecitato dalla mal repressa. aspettazione di una seconda ondata. Combattuto e costretto fra la logica petroliera, cil Farinacci e l'arcadica aspirazione normalizzatrice dei revisionisti, una irresolubile crisi travaglia intanto la compagine del fascismo, già che essendo mancata la necessaria, premessa della, furia. dissolvitrice ini9'iale, non la rivoluzione, illC06tante entità, occorreva difendere e sah-are, ma, sibbene una parodia di partito, che per aver mancato al suo indifferibile scopo, era inadeguatamente contenuto più che da comunione ideale di intenti, da una mezza dozzina di formule imparaticce, tolte frettolosa.mente in pre- 1 stito e quotidianamente elaborate ed integrate da sermoni che contribuivano ad accrescere la bailamme dei propositi e degli. spropositi. Le. necessità di una finzione unitaria di orgar nizzazione dischiuse il ciclo dei patteggiamenti e del compromesso, dentro e fuori le fila del partito; e Mussolini, reggendone i numeri e scompigliandoli, o dichiarandosi estraneo ai rivolgimenti che in esso si succedevano senza posa ad ogni evento che consigliasse nuove revisioni di valori e di diretti ve, ba ostacolato la. soontaneità dei processi di chiaiifìcazione della. situa7..Ìone. Ma nel tempo stesso, per ottenere uno stato di quiete e di consolidamento presso che definitivo, sacrificando sostanzialmente alle proprie fortune il moto fascista, fu costretto a giocar di bussolotti fra la. carta statutaria e le possibilità minacciose della inesorabile secouda ondata, onde le lingue si confusero ancor più, e lo spirito municipale, rotte le sottili scorie dello Stato ed affiorando con rinnovellata gagliardia, inferisce il nuovo paradosso che fatti gli italiani resti oggi più che mai in.soluto il problema di rifar daccapo l' Italia. E presc-indiamo pure dalla capacità ricostruttrice di una fazione che proclama la necessità di una gerarchia atta a valo1izzare ed a moralizzare l'Italia; perchè se Mussolini riteneva per fermo di poter governare· a suo talento per sessant'~nni almeno, di siffatta. curiosa convinzione non c'era che lui, e gli altri, per tema di arriYare in titardo, o per sfiducia negli indefettibili destini, si so110 ·unica.mente affrettati a sistemare le proprie incerte fortun~. Augusto Monti vedeva giusto quando .asseriva che si sarebbe difficilmente scosso il termine della. dominazione fascista pr~vocando con la mentalità cli altri tempi scandali e rumori in• torno alle malefatte dei ricostruttori, che ne dovevano altezzosamente sorridere di sopportazione. In cooì buon.a. compagnia ed in. tanto decadimento di senso morale, che altro avevano da. temere di una punzecchiatu:ra, anche se ,·alida in altri tempi meno leggiadri a covrir di vituperio un parla.mento, un governo, un regime? Dopo un mese di accapigliature e di scapigliature giornalistiche, caduta ig110miniosamente dal volto dei santoni la maschera, nulla o quasi mtlla. è mutato; anzi osiamo di affermare che com.e entità rivoluzionaria, straniata fin che si ,·uole dalla coscienza nazionale, il fascismo è oggi più saldo e più forte di prima. Le opposizioni hanno polemizzato troppo da pari a pari, banno dis{'USSO,negato, ritrattato, hanno infine riconosciuto che tutto sì sarebbe potuto felicemente appianare, mandando a casa la. milizia, restaurando il principio di eguaglianza. fra i cittadini dello Stato, e revocando, perchè niente meno che incostituzionale, l'~tto sulla. stampa. Quante cose, qu.anto garibaldinismo ... E poi, a conforto, si son persino tirati in ballo la ca.rta albertina, i diritti dell'uomo, incomodando la maestà del re, lo statuto ed altre simili baggianate, che il governo può ben sorridere di averla. passata liscia. Yla c'era qualcuno il quale riteneva davvero possiuile che il fascismo si decidesse a mutar registro, e convinto_ di abiura e di dolo, abbandonasse il potere? L'opposizione deve sapere che attraverso la tumultuosa canea delle rivelazioni e delle pietose indiscrezioni mira più in alto, tende a vulnerare il cuore del regime; come se il torto del medesimo fosse quello di aver elevato alle· supreme dignità un po' di canaglia, e non già quello <li aver sconvolta i1Teparabilmente la vita nazionale, 'e senza saper lui stesso a che miri, aver contraffatto per incapacità ed immaturità storica i cardini di quello Stato contro la inettitudine del quale aveva furoreggiato pi.ima della marcia di Roma.. E pensate che taluni gonfi di rettorica e di pietismo ruwno persino esultato al pensiero che non uno si sia prestato a difendere innanzi ai giurati Amerigo Dumini, quasi che le colpe del delitto si assommassero in lu.i, simbolo di inau.. dite efferratez.ze; laddove se nella banda c'è un fanatico, che con una certa abnegazione 1ivoluzionaria si è prestato senza, prezzo a colpire i designati, quest'uno è Du.mini. Il genio del male risiede in ben altre responsabilità. Responsabilità · che vanno più in là del regime, e suonano non solamente condanna di una ideologia o di un metodo, ma. bensi mònito imperioso alle opposizioni, che, per rifarsi della vergogna patita in seguito al colpo di mano fascista, si sforza.no di conferire al cosi detto Biblioteca G'ino Bianco cartello delle srn1strc il carattere cli una &aera rivolta i<leale. Ma domani? L'antifascismo di certuni dissimula ,isibilmente un'astiosa gelosia di mestiere che Svlamente la brama di spartir la spoglia. dei <lomin.atori riesce oggi a conten(:I'e. E' ,·ero che si va creando nel Paese una eosc-ien/.. a nll.O'\·a, estranea. alle pedanterie del passato, v<l ostile per temperamento e per educazione ,'1.1.lturalee politica al fascismo. Ma non ne ripeterebbe gli errori, qua1ora riuscisse ad accaparrarne la. eredità, agli occhi della invida bramosia rostituzion.alisteggiante dei superstiti deL l'ancie11- régime '? . Per i più astuti, la salYezza è ancora oggi in un gidittismo rimodernato! Dopo di che resterebbe privo di ogni benefizio, se non ili ammaesb lmenti qualsia.si rivolgimento passato o presen'e; fino a quando i principii di più civili ri ,·endicaz.i.oni non si polarizzeranno intorno ad uomin.i che bandendo le rare formule dclh libertà e della. dignità, personificheranno principii reali e concreti di· bene intesa valorizzazione. Ma ~.rebbe poi tutto o non a,vTebbe in effetti l'aria <' la significazione di un ripiego, che 11011 si sa perchè dovrebbe essere preferito ~li 'esperimento di Mussolini e del suo dominio fazioso? Il problema da risolvere non scaturisce che p..<trzia.lmente da clementi politici ed ecvnomici cd in quanto vj_si riflette un complesso di circ<r stanze che trascendono l'attività dello Stato. Rovesciare i termini dell'educazione, bisogna. l'e:r far l'Italia, o quasi, occorse dire e far credere che immensa e tremenda fosse la ~era missione imposta a noi dalla storia, e popolo sublime di eletti e di illuminati fosse il popolo italiano, viziato invece di cortigianeria e reloorica, di mando:linismo macchiavellico in politica, e di grotteschi ciceronismi in arte. Sostituire i numeri e la loro realtà agli inganni di cui ci siamo lungamente pasciuti, esultando al 1niracolo delle Canzoni 1l'oltremare, montando in boria per le laudi degli eroi del cielo, del mare e della terra. Cade oggi, con il doloroso esperimento fascista, il crepuscolo dell'eroismo e delle pamle grosse. Qttesto è il gran torto del fascismo, di comprensione e di valutazione storica, che impersonò, senza. necessità dialettiche ma per incomposta Yanità, i mali di un.a generazione cullata al ritmo dell'inno di Mameli e dell'Internazionale, mutcYoli diane di a~e<:à.ttl.ento e di este.rminio. Nel!a lusinga di imporre al mondo il ricono. ;;cimento della nostra grandezza si accorge via via il fascismo che tutto è da rifare, e che l'!Wità della patria non si compie apprestandole nuovi e sanguinosi confini, od organizzando sagre, per magnificar le forche ed il sindacalismo integrale. Le metafisiche dell'esaltazione retorica. di ogni tinta sono perditempi e vanaglorie da nulla. Spogliarsi cli orgoglio, bisogna, e di cialtroneria. E poi, numeri, numeri, numeri, e un bagno freddo di verità~ « La parola della. verità è come aratro che strazia e feconda la terra ». Se non è già troppo tardi, forse, per turbare la inconsapevole beatitudine di un popolo. LUIGI DE FILPO IL DUCA D'ATENE ~e ~agl_i~che _p~ne':'a ~ cittadini erano gravi, e 1 gmd1z1 suoi mg,.ustì e quella. se,-erità ed um:rnità, che egli aveYa fiuta, in superbia e in crudeltà si era c.onve.rtita. Donde molti cittadini grandi e popolani, nobili o con de.nari, o morti o con. nuovi modi tormentati erano. E per uon si governar meglio fuori che dentro ordina sei Rettori (fid,u.ciari) per il contado, i quali batternno e sixgliavano i contadini. Aveva i grandi a sospetto ancora che da loro fosse stato beneficato, e che a molti di quelli avesse la patria redenta, perc.bè non poteva ere. dere, che 1 generosi animi quali sogliono essere nella nobiltà, potessero sotto la. sua ubbidienza. contentarsi. Pe-rc-iò si volse a beneficar la plebe, pensando con i fav01i di quella poter la tirannide conservare. Venuto pertanto il mese di Maggio nel qual tempo i popoli sogliono festeggi.are, fe<:e fare alla plebe e po~lo minuto più compagnie, alle quali onorate di splendidi titoli diede insegne e danari. Donde una parte di loro andava per la città festeggiando e l'altra con grandissima pompa i festeggianti 1iceveva. MACCHIA VELLI NORMALIZZAZIO Dal manifesto di Rimini dd 18.44: < "-el r832 la setta de' Soanfedisti rcdutò, fra più pc-rduti iridi\idui delle piu abbietu'. e:~ cklla s<.IC'1eta, un.a mano <li J{tllk cupida e facinorc,,;a, la quale prc.<:e sa'."!'amento di fare steTmi nio de' libc.-rali s, r.za compassione de' pianti delle donne e delle ~trida dei fan,foJli, oo in nome del \. ic-<1.riodi Cristo v<.-nn(:I'o benedetti i pugnali <li q uec;ti i:-enturioni <lell'Apostolica Romana. Sede, i quali si lordarono del battez7,ato sangue de' fratelli. Più tar<li scese il go, ,·crno alla ,·ergogna. <li n,_,.tirli cE u.niforme, ed intitolarli volontari.i pontifi.cii. Centurioni e ve>- l011tarii per lunghi e lunghi anni impunemente percossero, ferirono, derubarono, uccisero a tradimento i cittadini tranquilli; -gli assassinii si no\·erarono a centinaia; a migliaia e migliaia le ferite e le percosse, senza è.ire delle: contum.e.lie e dei soprusi <l'ogni maniera.: e quasichè l'im.- punità non bastasse, ne V<.'"ll11eraogli opera.tori lodi dal Governo, a\"anzamcnti di grado, e decorazioni di or<lini cavallereschi .. , . . . . . . . « E' nella !'toria romagnola. un gya...-e am.mae. stramento pe' reggitori dc' popoli : e.be quando in luogo della giustizia si pone lo spirito di fazione, il potere non è più conciliatore e giudice, ma ladro e omicida; è franto ogni nn.colo della società ci'vile, e la sola forza rimane arbi tr,1 delle sorti de' cittadini >. * * * Da • Lo Stato Roma710 dal 1815 al 1850 • cli LGigi Carlo Farini - Fireuze, Le ~Ionnier _ Libro primo, Capit. V.: < I centurioni e Yolontarii vennero reclutati fra la più abbietta e facinorosa gente, priYilegiati di portar armi, di non pagare certe tasse mttrùcipali, riscaldati dal fanatismo non solo politico ma anche religioso, perchè alcuni ,·eSCO\i e sacerdoti li descriYe\-ano e addottrina- ,·ano. In alcune città e castella dominarono con brutale ferocia: a Faenza, più che altroYe, dove il Sanfedismo aveva vec-cbie e profonde radici, :-eorrazzarnno anmti sino a' denti come orda di seh-aggi in terra conquistata : ' le polizie erano in mano loro; perciò insolenti,ano e misfacernno impunemente; i contadini, i famigliari si ribella.,-ano all'autorità dei padroni, nè Y'era verso di disfarsene; c.bè i go,ernanti o erano di quella ste&.c.a.risma, o temevano la prepotenza dell'associazione dominante. La quale vendicava le onte del go,erno, quelle della religione, quelle della setta, e quelle d'ogni individuo cousorte, ed accende,-a nelle RomaQ"lle un "' iufen10 cli rabbiose passioni. Che più? I centurionJ furono assassini di partito ...... . « Le stesse insufficienti leggi municipale e provinciale Yeni\·ano torte a fayoJa. da circolari pttbbliche e secrete, e dalla im·asione de' Sanfe. disti e centu1ion.i in tutte le cariche e gli uffici. L'ordine giudiziario non rice,eva l'assetto che era stato promesso . . . . . . . . . . . . . . . « I giudici sei,ivano, o per amore, se tinti alla pece della setta, o per timore, o per animo Yendereccio. Le polizie erano faziose: un agente di polizia in alcuni paesi faceva paura ai cittadini più che uno scherano : quegli sgherri consociati ai centurioni strappavano ai cittadini i peli dal mento o dal labbro superiore: non pen:netteYano ai liberali lo andare a caccia o a diporto : niegavano passaporti, sorvegliavano le famiglie, Yiola.,-ano domicilio e persona con pel'- quisizioni continue. . . . . ........... . « Qui bastino i brevi cenni che ho fatti a fine di capacitare i lettori della natura di quel goYerno che si chiamava di restatu,razùme • Il governo mah-ersava e comprimeva : il Sanfedismo prepoteva: il liberalismo mordeva il freno e si tra.vagliava di ·nuovo nelle cospira-- zioni ~.

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