Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

/ 'CRITlCA ,SOCIALE 211 fre la nosltra .gente dalle molte vite. La-m9rte della libertà è anche morte del concorso delle ca,padtà, e ,quihdi decadenza e ruiina di tuttd · gli ,i,stituti pollitièi -ed 8Jmministrativi. Tra breve a,ccumul,an,do,sile -esperienze, Ia dimostrazione ipenetrerà ·anche nei meandr-i della Maggioranza ip-arlamentare, di.s.seminaudovi perpiles,.si-tà,e sgomento. Già ora combattenti e mutilati ùaill'oi:hita ,stessa del :ra'8'Cismo,propongono, nei lòro convegni, al Duce. ,problemi che tnrb~no il candi.do intramiig-entismo estre· mi,~ta che ha quell'unica ricetta - i1 p[otone <li esecuzione - per tutti i mali che esso attribuisce come causa agli •oppositori, ati fal!ri. amici. e al1l,e3,,t1i e fianc,heggiatori. ... T,utti domandano legalismo -e no_rmaJlizzazione; e-11-0mnalizzazio111é ,e legaliisa:rro1wn ,si p-osso.11-0trovare che nello. Stato aperto, nello Stato democrati,co, nello Stato ... 11011 fa,-scista. Tntti mar-ciano :al rovesciamento della situa- -,d-une, compresi qnei fascisti .e·stremi.sti che la vogliono conservare, p--eril ieontraoodlpo d<.>l disgusto e dell'avversione d,ei mezzi con cui essi la vogliono conserva,re. Come la isituazioue ,si rovescerà è .il mistero del domani. I liberai,li -si possono trova,-re alla te~t,a come-alO.acoda d·el movimento e ciò apre 1pr-0spettìve diverse ,sni · caratteri deJlla suooe-ssione. Certo è ché la mostruo~a i,nfecondità, la so,stanziale Jnnaturalezza dello Stato-partito 18i fanno ad ogni ,giorno più tSensiibili all'universale. E ciò che è fuori della natura non h'a dur,evole ipossibilità d,i vita. •e di sviluppo. L'isolamento progressivo d,eillo-Stato,partito fino a pro,sp.ettarsi o:mai come il semplic,e Stato militare di una milizia di ipartito, è un segno; l'allontanami da -esso di tn.tti gli altri p.arti.ti per una inoompatilbili.tà ;che •è nelle cose e che agisce maJlgrado le volontà,. è una denunzia. Jil dramma volge allo ·,SJciog·lirnento ,poà.chè è prossimo ad ,e,~aurir-el'intrinseca diaJ.ettica del contra,sto. Lo sdog.li-mento ipuò essere a fine lieto o a fine tragico. Lo Stato-partito abdica e si concilia con gli alt.iii partiti, a-coettando i[ posto che gli compete -per la forr,a ,naturaile che. ,esso ipoissied,edi idee ,e di 1S:eguaci1i:bevie senza armi ... ed allora è la normaJlizzaz.ione, la vera, l'unioa. O lo Stato-partito non cede ed· allora è fatalmente il cozzo. In un caso o neJl'aJltro il rinnovamento accenna ... La lung:;i, notte vede irnpalilidire le ,stelle e sollevarsi un',aura fresca mattinale ... Ancora un p@co, ancora un ipoco, e poi tutte le cose sì scioglieranno per ricomporsi in libertà degna ed -armoniosa. La misura degli errori è JpreSìSo ad essere colma, la messe matura attende nei .s?lchi la falce. Noi non vogliamo predire eventi, ma po-s~iamoben difrlo, che le cireostainze 1 prese.nti sono ben gravi e ben strane. OLA PDIO TREVES . L'an_gustia -dello spazi~ ci costringe a rinviare la contvnuazione e fine del briZlOJnte anticolo del Prof. GIU- • SEPPE RENSI: La colpa della Filosofi.a e inoltre un articolo del Prof. GINO LUZZATTO su P~azzi a Cambi e scritti e polemiche di ALFREDO POGGI, ASCA: DINO BONARDI, IL CAPORALE, ace. Speriamo di I ospitarli quasi tutti nel prossimo fascioolo. · . 18 CO Il pòpolo Italiano e .l'Estero · Una delle ragioni princfpali per cui l'Estero non ·si è curato molto finora di· noi e delle nostre vicende, era certamente la ·opinione che il popolo italiano si fosse lasciato vilmente_ sçonfiggere in una vena rivoluzione, in una guerra civile combattuta in campo apento, ad armi pari, sicchè meritava di tenersi addosso il bastone che non aveva saputo i·nifra,ng,ere nEille mami dei suo1 i o,ppre,sso·l'i. Questa tesi che ha tanto valore anche g.iuridico per il ft1.- , scismo _ sapere se la sua fu o no una rivoluzione - questa tesì che glJ preme tanto per la sua vanità· guea-riera oome ,pea' · l'a sua legi1Jto:i!mitàdi ,ctominio,, ' ha avuto indubbiamente non poco peso nel determinare il g.iudizio dell'Estero a nostro riguardo. QuandQ il ,fa_,,soismoavel9se uennp,o di essere isofo per un istante « italiano » prima che fascista, intende-· rebbe -c'he dilscr~dito, che da:nno; e che di,sdor:o, e.siso ha portato al nome del popolo italiano, col dif- -+ fondere, per le sue fatuità eroiche,. la leggenda di aver conquistato ·il potere e assoggettato il prole- .tariato in una vera <e rivoluzione ». Se, dopo la sconfitt._a di Adua, i nostri emigranti portarono per anni il peso di un rovescio militare, quale può essere H giudizio del mondo, e sopratutto di coloro che già son predisposti a svalutarci in fatto di conaggio, su un popolo che davvero si fosse lasciato sconfiggere ad armi eguali in una lotta civile 7 Questo era U.Q_Q dei più ·cocenti dolori di Giacomo Matte~tti, di quel nobile italiano; trentino di origine, veneto di nascita, che nell'oppressione fascista vedeva più icasticamente rivivere i tristi ricordi del <e bastone tedesco ». Egli, che già nel convegno di Bruxelles aveva dichiarato che il proletariato italiano non attendeva. dal di fuori, ma. solo dalle sue forze la rinàscita, teneva. però infinita.- mente a distruggere presso gli stranieri il mito della cc rivoluzione » fascista, in quanto esso non poteva. tornar che a vergogna della fierezza e del valore del popolo italiano. Come ma.i questo popolo, che in guerr:ai si era. comportato, da .fori.e e ·da prode in cospetto delle milizie alleate e delle nemiche, si sarebbe poi lasciato sottomettere da, piccole falangi di parte? Che tutti i valorosi, per selezion_e spontanea., fossero andati nelle file fasciste? Ma ciò è in contraddizione col vanto, squisitamente fascista, di aver vinto in pochi ardimentosi, le cc mandre » bolsce1viicJJ.e! La ,guerra al f.ro:r1teera pur stata combattuta. e vinta da....-tutt'intero il popolo italia,no, e non già da quella. parte che poi divenne fasc~sta ! Similmente, la indiff~renza degli stranieri per le nostre sorti derivava anche dalla loro ignoranza. della verità intorno alle elezioni, cioè al modo come si facevano, e alla loro attendibilità. Che cosa potevano essi pensare di un popolo, che nel 1920 massimali~te<ggia;v:a aJ[eg,m mente, e nei} 192-2-23-24 da-va suffragi totalitari ,aJ lfaJsdSIIIl()I? Popo~o gio;yiale, volwbile, da mm p,1•e,nd!er 'SIUJ serio! Far ca.pire, far concepire, far credere agli stranieri dei paesi più solidamente costituiti in Stato e. più politicamente educati, quello che furono le elezioni del 1921 o del 1924, quel che furono le votazioni amministrative ,e totalitarie » nel corso di questi tre anni, riesciva certamente difficile, onde permaneva in essi l'opinione di un'Italia ,e nazionecarnevale » e di un popolo italiano mobile e fatuo nei suoi gusti e nei suoi voleri. Fare intendere che, se la volontà di es.so era falsata. nelle urne e vio- .lentata fin nella cc cabina » elettorale ciò non autorizza una sentenza di viltà, perchè ài fronte _a una. prevalenza assoluta. di forza materiale non vi è eroismo collettivo che possa. resistere,- era. cosa. ardua, perchè gli stranieri non possono immaginare

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