Pagine di quotidiani e riviste dedicate a Giacomo Matteotti - 1924

• CONTO CORRENTE POSTALE RIVISTI\ STOrt.Cf\ SETTIMf\NftLE DI POLITICI\ ESCE Diretta da PIERO OOBETTI- Redazione e Amministrazione: TORINO,Via XX Setttmbre, 60 Abbonamento per il 1924 L. 20 - Per un semestre L. IO • Estero L. 30 - Sostenitore L. 100 - Un numero L. O.SO IL MARTEDÌ Ct,i riceve un numero (li s21.-;z'sio ~ non inh~n(!e a.i;>l:>onarsi r~spin's21. il 'siornale, altrirnenti "sii cor,tinuuerno l'invio e <1opo un m~se provvedererr,c 2.lla riscos5icn~ rmi<1iaote tratta. Anno III ,. N. 27 -· 1° Lugli; 1924 I -< OM hl ARI O: p. g.: Matteotti. - U. M. di L.: Cronache romane. - li problema savdo. MATTEOTTI Lia lotta agraria nel Polesine Una famiglia di risparmia.Lori inesorabili ; una provincia lormentat..1 con un <..Cfr J1orniu complessa ed incerla, terra st.(Jr;cu di e,,;perimenti di sovversivi;;mù, spes::;o pw se1\·iiv che violento, sono toni sufficenti per detenni11are l'opera di un uomo. L'intransigente del ,: sovvczrsivi5:mo ., ll 2 maggio 1915, lre giorni prima ddla sagra dannunziana di Quart>, ci f11 a Rov18·0 un comizio contro la guerra, oralori il doLlor Gia"omo ì\Ialleolti e Aldo Parini che vi sostenpe, esempio unico in una. pubblica riunione, la tesi missiroliana della Germania democratica. Invece di un discor:=o si ebbe un dialogo con la folla, scontrosa e diffidente per gli oratori. :.\Iatleott:i parlava contr0 la vioìenza con un linguaggio da cristiano: nella folla fren1evano fascisticament.€ spiriti di dannunzianisrno e di piccolo cinismo machiavellico. Difendere la neutralità poteva. essere 1a difesa di un errore: Matteotti parlò contro la guerra. Lo interrompevano in dialogo acre ma si dovevano ric,moscere di fronte una fede invece di un progetito. Quel giorno Mattootti previde la guena lunga, difficile, disastrosa anche per i vincitori ; e portò la Sl'a _;esi in sede metafisica: inutilità delht guefra. facE>ndosi tollera.re da una generazione nietzschea11a per la severiti della sua solitudine. Tiipetè il suo discorso, quando non ·c'ern più pacifista che parlasse, a guerra iniziata, al Consiglio Provinciale di Rovigo. Processato per disfo.Ltismo, condannato in ripe,. tute isLanze, trattò da sè la sua causa in modo radicale, senza rinnegare nulla del suo atto anzi ostinandosi a farne riconoscere la' legittimità. La protest::i. contro la guerra come violenza non era disfaWsmo, ma un atto di fede ideale: bisogna sa.per vedere in Matteotti, giurista, economista, amministratore, uomo pratico, queste pregiudiziali di disperata utopia, di assoluto idealismo, di reazione assurda contro la gretLezza filistea dei falsi realisti. Sicuro come un apost.olo, Matteotti si fece assolvere in Cassazione soste~ndo la_tesi d~ll'.itnmunità dell'oratore in sede d1 Cons1gllo Provinciale. • La protesta valse per qualche risultato: fecero attenzione a lui, che era riformato per la stcss:1 causa di cui morirono giovanissimi i suoi due fratelli, e lo arruolarono• per i servizi sedentari. Lo costrinseiro alle fatiche del corso aliievi ufficiali, rifiutandogli poi il grado per i suoi reati di disfattista. Comandato a Messina lo volevano spedire al fronte, nonostante l'infermità, in una di quelle compagnie di pregiudicati che si conducevano alla decimazione sotto la sorveglianza dei carabinieri. Rifiutò, protestando che sarebbe andato al fronte come soldato, non come delinquente al macello. Allora lo internarono a Campo Inglese dand6o-li compagno il figlio del brigante Varsal~na che lo sorvegliasse. Tra la solitudine, il sospetto e le persecuzioni i~ carat~e~e. di Matteotti si rivela nella sua 1mpass1b11ltà. A'ssisteva alle conseguenze delle sue azioni come un buon logico. Conviene mettere a confronto l'esempio di MatieoW pacifista con la condotta degli uomini tipici del pacifismo italiano, pavidi e servili per non essere presi dì mira, na-• scosti e silenziosi nei Comandi o negli impieghi, emuli dei nazionalisti nel r~fugiarsi nei bassi servizi. Matteotti non disertava, non si nascondeva, accettava la logica del suo ,, sovyersivismo », le conseguenze dell'eresia e dell'impopolarità: era, conLro la 1guerra, un « combattente » geneToso. L'aristocratico del "sovversivismo,, Matteotti non fu mai popqlare. Tra 1 compagni era tenuto i11sospetiji per la rie~ chezz-a: gli avversari lo odiavano _come .;1 odia un transfuga. Invece MatteotL1 era un aristocratico di stile, non di famiglia. Il suo socialismo non è la ribeJlione avventurosa del conte Graziadei che abbandona una famiglia secolare e, rompendo le Lradizioni, accetta la vita dello studente spostato con l'amante intellettuale che diventerà la moglie inquieta della famiglia piocol~-~o_rghese, come succede ad ogni buon 111h1hsta - fedele al programma demagogico di andare al popolo. . Invece Matteotti si iscrisse al Part1tp Socialista. a g anni, probabilmente senza trovare grandi ostacoli in famiglia, forse anc-he ignorando la fortuna del padre - che del resto non era più che mediocre. Era social isla già il fralello Matleo, ch~J lo prececlelle ucgli studi di legge e pare che lo iniziasse, con qualche influenza, nonostante In mode precoce, a trent'anni. Il padre, ùi una famiglia di calderai, era venula a Fralta. Polesine dal Trentino 50 t(nni fa, quusi povero. S'era dato al risparmio con la costanza e il ~acrificio di un emigrante. La signora Isabella lo secondava dietro il banco del piccolo negozio di commestibili. I guaùagni venivano inveslili m terreni con l'avidità d,e,l profugo che s'aggrappa alla terra per istinto come per incominciare delle tradizioni. La fortuna della famiglia J\rJatteotti primà della. g~rnrra ~r~ valutata a 800.000 lire di beni 1mmob1l1, tutti sparsi nella provincia, in piccoli lotti, comprati d'occasione d'anno in anno. Era il fruU0 di anni di lavoro assiduo, di speculazioni oculate. Bisogna tener conto di questa tenucià provinciale per spiegarsi il carattere del figlio. Giacomino crebbe con questo esempio, con l'opinione di non essere ricco con l'istinto della lotta dura, con , . - la dignità del sacrifìcio. Al ginnas10 e a1 lioeo bisognava essere tra i primi ; non perder tempo, non dissipare. Su questo fondo solido di virtù conSte'I'Véltrici e protestanti nacque il sovvers_ivismo rii Ma.LtMtti e nacque atci.stocratico lJ~r la solit.udine. Le sue preoccupazioni iniziali c:-ano esclusiva1nente scientifiche: ai facili successi avvocateschi p,referì subito gli aridi studi di procedura penale e benchè già socialista. militante seguiva con predilezione la scuola dell'on. Stoppato, uno degli uomini 1appresentativi del clericalismo modieralo. Procedeva nella propria educazfone per c::3.igenzeinteriori. In un partito che si ricorda dei paesi stranieri soltanto per la frettolosa rett-Jriica dei congressi internazionali era tra i pochi che conoscessero la Francia, l'Inghilterra, l'Austria, la Svizzera, la Germania per viaggi di gioventù: e aveva studiato l' inglese per leggere direttamen~e Shakespeare. Preso nella lotta politica, qua.si nascondeva gelosamente questi istinti di filosofia che non erano hroppo vicini nllo stile dell'ambiente misoneista e grettamente parziale in cui gli toccava'agire. Mn, il segreto della vitalità di Matteotti era proprio questo: che si poteva sentire in lui, al di là delle sue azioni, chi gli parlasse a lungo e per scrutarlo, una vita interiore di impulsi vari e profondi, non messa in gioco mai per le poste troppo piccole della vita quotidiana, ma perpetua e segreta ispiratrice. Onde quel suo -agire con riserbo e con fredda energia che incuteva soggezione ai compagni. La rliaschera rigida di Matteotti in pubblico nascondeva pensieri deliberati in solitudine 0·ià sottoposti a tutti i tormenti dialetti~i ~lel suo intemperante individualismo: era naturale che egli sentisse di doverli far prevalere impassibilmente, quando si incontrava nell'atmosfera facile della demagogia dei congressi, dove c'è sempre un impr0vviratore capace di escogitare tesi medie e concilianti. Matteo,tti cominciava. a non essere conciliante per il suo sorriso beffardo e per la sua ironia perversa e spi,e~,~- Avcva sempre in mente delle conclus1om, non dei passaggi oratori o degli artifici di assemblea. Chi conosce in quale atmosfera di loquacità provinciale, di fiera_ della vanità e di consolazioni da desco p1ccolo-bora-hese sia venuto crescendo il socialismo o ' . - italiano da Enrico Ferri a Bombacc1, da Zanardi 1 ad Arturino Vella, può veder chiaro carne l'int1·ansigenza di MaliteoLti - il qual,e, in un'adunanza giunse a far sprangare le porle perchè voleva che si terminasse la discussione prima che i convent1ti se ne andassero a banchetto - doveva costi~uire un oitraggio ai tol1eranti costumi dei buoni compagni e uno strappo a tut~e l~ tradizi~ni sao-raiole del tenero popolo 1'lahano, felice e buontempone. E lo chiamarono « aristocratico» credendo di isolarlo. f\el Polesine la democrazia era stata viva, durante il Risorgimento, nelle forme piu accese: anticlericalismo e garibaldinismo, Mn.rin, Alberto Mario, Bernini, Piva. Xel 1H8~ v~ si cumpie il primo sciopero di conlndini d' Italia al grido ernsperato la ùoie, e il govemo per reprime1 lo deve mascherare i suoi sentimenti di reazione e mandare i soldati a mieLere il grano in luogo degli scioperanti. La situazione economica del territ.oriu presenta tutLe le varietà più interessanti dalla cullura famigliare all' industrial'zzazione agricola delle terre bonifirate ; dal ri::o del ba~so Polesine alla canapa del Polelesine settentrionale, al regime di piccola proprietà di Rovigo. Ci sono gli elementi obbiettivi per le soluzioni politiche estreme. L'industriale della terra bonificata deve seguire la logica dei costi ·sempre più bassi con la naturals avidità favorita dalla m1seria qel proletariato; dove incontri il fittavolo o il piccolo conduttore di terre, trovi insieme all'arrivismo dello spostato il sistema di cultura di rapina, con la crudeltà che va oltre tutti gli esempi. Non biscgna dimentica.re che lo schiavismo agrario dei fascisti nacque in Polesine con la complicità dei fittavoli. In queste condizioni, acuite dal dopo guerra, mentre i popolari furono subito il sostegno della !Jiccola proprietà, i socialisti pensarono a difendere i laYoralori con le cooperative di lavoro, con l'assistenza alla mano d'opera. In Polesine le agitazioni pe1· l'aumento dei salari s'erano già da parecchi anni dimostrate insufficienti percl1è i conduttori di fondi aumentavano i salari e diminuivano le ore di lavoro. I problemi socialisti da risolve'l'e erano: l' imponibilità delta mano d'opera (ossia attribuzione di un carico di mano d'opera per ciascun fondo), e i 1 collocamento, che si voleva li bero dagli agrari e dai socialisti invece affidato agli ?tffici di collocaniento. Intorno a questi problemi concreti la lotta fu incerta nel dopo guerra. Gli agrari tutti, .nel 1920 - quando si ri-uscì a sostituire uno schema unico di pa,ttoagricolo1 variabile solo nelle applicazioni ai 70 prima vigenti nei 63 Comuni della provincia - reagirono con lo ostruzionismo e prepararono i. fasci per dominare i lavoratori con la violenza. Mattoo-1,tiè stato uno dei protagonisti di questa lotta. Egli cercò di regolare le direttive politiche sulla base di queste premesse economiche. Quindi l'ostilità contro tutti i decla,matori del generico massimalismo. Ai cinquantamila lavorattri organizzati della provincia bisognava indicare d~ passi pro- _rpessivi, non dei programmi di ivquietndine e di rivoluzionarismo inconcludente. Per dare il senso della lotta occorreva non compromettersi in una catastrofe. Era la tattica opposta, già allora, del sindacalismo isterico, da cafiè concerto, di Michelino Biancl3i che da Ferrara a\eeva esercitata la sua allegra influenza ... rivoiuzionaria anche in provincia di Rovigo. Gli elementi più accesi deJla sinistra sindacalisLa ed anarchica, nemici cli r.IattieoUi sin dalla prima ora., da \V. Mocchi a Enrico Meledandri al comm. Marinelli, che ora sarà al banco degli accusati per il suo omicidio, furono poi tutti a fianco degli agrari nella reazio. ne fascista: essi avevano esercitato il sovversivismo come una specie di prof•eGSione della malavita politica per trovare un posto a Montecitorio. Nell'odio per la società portavano sopratutto le loro delusioni di polil,icanti (1). (1) Un sindacalista ri,·olnzionario nel 1913, ad Ad1ia, ar'rfrò a proclamare l'aslensione della ~ione dalle tU11e per far votare soltomano a fayore dei radicali che gli avevano dart:o i quattrini. Coslui è ora nel partito fascista. Questi erano gli avversari di G. Matteotti nella lotta agraria! Il ;,r1lilic;...nli~rno foc!!v,J. le :c-ue J,t:~Eirne pr<JVE: nel J>ol sine .socm.,1sta :::<;prntutt.òat,. traverso i Cir<:ùli (in bu0 a f1arte rnas~irnal1stiJ (; dur.inlc il JJrriod,J < JetlrJrale. JI me:r- <:ato dei Y<Jti si praticava rncdiantc i piu <.1lle:gribanchetti. J cfoputati .;3dalisti della r,1ovincia, da Hadak,ni a Soglia, tré:SCa\-_i!JO eoi radicali: CraUani. me-Hco, s'e:ra adrJmttura fatto commcs--0 vi,..z.ti~t,Jre <li sè ste;;~-0 (; in tempo di proJJorzior.a.le fJerc<JrrE:\·am bicicletta le CJ mpugne offrenlJo specifici ,::rl esortazioni: - Votate pE:r me ! L'opera di .\1atteotti trascurava qua::i deliberatamente i pircoli e si svolgE:Va nelle Leghe. t:onsulrnza alle Cooperative agric:Dle, aiuto nell.-t creazione delle Cooperative di consumo, tPndenza a fare in tutte le sedi questioni prat1r·he di realizz1zione. Le sue predilezioni per le scienz'3 giuridiche ed economiche trovavano qui l'rpportuniUt di inserirsi nella s•.a fede <ii sociali::ta. e non ,«; fu solo il più dotto dei socialisti che scn•.e:5sero d'ec0nomia e di f.narza, ma il piu ;nfaticabile nel lavoro Ql.\0tidian J di assistenza amministrativa. Dovendo fisss.re dei rappvi-ti bisogna avvertire che l'intransigenz-:i di ~fatteotii in Pi•lesine, che fu accusata ora. di estremismo era di riformismo. eru C";uidistante dal massima] ismo anarchico e sindaca lista come ùall'opportuf'ismo dei sindacali riformisti .. La sua posizione nel · 19 è chiara nel man,- festo che citiamo. scritto da lui in occasione dei tumulti per il caroYiYeri. Senza rinunciare alla neeessità della rivoluzione che dOY1à aascere dallo spirito di lotta di masse aristocratiche e differenziate. ~Iatteotti trasportava la discussionr> su un- terreno cenere-lo di capacità e di iniziativa. Il suo buon senso riYoluzionario sembra un att-0 di accusa contro il sovversiYismo .1politico dei nnii spostati tipo :M. Bianchi, che allora .prOYOca\·anotumulti per pescare nel trwbidn. La·voratori ! .;\Oi non possiamo concla1111a1·e la reazione del popolo contro gli esercenti e i ri ,·enditori che si souo anicchiti speculando sulle Yostre m:serie nel tempo di guerra; e nou potremmo conàannare la imposizione punitiYa di calmieri straordinari e di rcq1ù,;izi~i. :\la Yi an·ertiamo che esse 11011so110 che p.iiliativi i quali si riraolgono a ww sola categoria di sjrnttatoti ci-eando buo11e illusioni, e lasciando a11zisussistere o aggra-.·andoforse le cause del caro_..·l'Veri. Le quali c.:use s0110 beu maggiori e profonde, e risalgono alla guerra azitutto che ha distrutto ricche::;ze e caricato lo Stato di debiti e di carta sc11::a:·a/ore; allo stato di guerra elle etmtinua soltrne11do i militari ai /a--.•ori produtti-:.:i della civiltà, e alla soc1età borghese, che - frapponendo tra consnmatore e produttore i capitalisti. i dazi, le doga.ne e tutti i p~assiti intermediarii, che non producono e sfruttano - è ormai inc:tpace di uscire dal Yiluppo iu cui s'è cacciata e cli sollecitare le energie pro<luttiYe. Quindi una agitazione socialista non può che ri\·olgersi alle cause prime; imponendo l'tmm~- diata smobilitazione e il disanno, l'abolizione d1 ltitti i dazi e le dogane, la confisca totale dei profitti di guerra e l'esp_ropria::io11e capitalista. E non può essere condotta che dai /ar.;oralor1 organiz::ati e socialisti coscienti, ripugnando da ogni contatto con tutti coloro (borghesi, cleri. cali, democratici e falsi apolitici) che a quelle cause hanno contribuito; e quando essi laYorntori an-anno forza e capacità sufficenti per 1mporre la loro ri'V0liizione. Per ora una piccola cosa sola suggeriamo; ogni Comune costituisca Enti colletti vi di consumatori per l'acquisto e riYendita delle merci al mi. nimo prezzo di costo, boicottando ogni intermediario e requisendo i prodotti necessari ,tl popolo e giustamente calmierati, specialment.E dai gnmdi capitalisti agricoli che li sottraggano. Dimostri.no intanto i lao·orato-ri organizzati di saper fare questo. Poi indicherem,o i passi progressi'Vi, conforme la loro capacità socialìsta. RoYigo, 9 luglio 1919, La. Federazione Pro'l!i11ciale Socialista_ La Camera del La'V0Y0 del Polesin.e. I Comuni Sor:;aJi.tti I

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