PAGINE DI QUOTIDIANI E RIVISTE DEDICATE A GIACOMO MATTEOTTI (1924) Con il contributo di
La realizzazione di questo fascicolo rientra nell’ambito dell’iniziativa “Giacomo Matteotti: la cronaca e la memoria” che ha beneficiato del contributo della Presidenza del Consiglio dei ministri - Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali
GIUGNO
ANNO Xlii N.g CONTO CORRENTE CON_LA POSTA Milano, 1 Oiu_gno 1924 Giornale delle Donne Socialiste "Per angusta ad augusta,, ABBONAMENTI: ITALIA e COLONIE . Anno L. 5,50 Semestre L. REDAZIONE ED AMMINISTRAZIONE MILANO -- Via Silvio Pellic;::o, 8 - MILANO I>EtEZZO I>SR LE INSERZIONII ESTERO . . . . . » » 12,- , , Su una colonna, per ogni millimetro in quarta pagina cent. 50; in terza pagina cent. 80; nel corpo del giornale L. I. Uri :riti.mero oe:ri-t:es:lm:l 20 .Rlvolcersl alla «Pubblicità Moderna» Via Barbavara, 6 fnt. usso ini! Restituite il ·cadavere di Matteotti alla sua mamma, almeno alla sua mamma! E l'abbiamo veduta piangere, la Madre E' questo che bisogna dire in questa piangeva, poteva piangere in fine. rissa tumultuosa e . diuturna per aver la ECCE HOMO Il suo volto chinato verso la terra in lusinga ili poter penetrare nel fondo buio umiltà d'amor disperato, il suo pensiero, delle coscienze intorbidate dall'odio e di i suoi occbi, la sua natura terrena par- essere ascoltato. Uno dei cinque giudei così narrò: vero in un momento sommersi e ognuno Le Madri, le Madri, le Madri! « Il contegno di Matteotti è stato asso- di noi sentì, nei ricordi innumerevoli che Questo Mussolini, e i suoi d'ogni genelutamente spavaldo mentre lo pugnalava- si coloravano repentinamente di luci iri- re, i mandanti dell'assasinio, i bruti simo. Ha continuato sino alla fine a gri- discenti, infiniti palpiti, infinite gioie, in- cari cinici e senza brividi hanno potuto darci in faccia: assassini, barbari, vigliac- finiti dolori delle nostre stesse Madri vive compiere tiztte le orribili gesta perchè chi. Mai ebbe un momento di debolezza o perdute. ,, . . hanno dimenticato le Madri. p. r. per invocare pietà. E mentre noi conti- 1 L M A R T I R .E nuavamo nella nostra opera, egli ci ripeteva: uccidete me, ma l'idea. che è in me ' non la ucciderete mai. Probabilmente se « Vigliacchi! assassini! uccidete me, ma i più alti responsabili, non sarebbero stati si fosse umiliato un momento e ci avesse la grande idea non l 'uociderete mai! » 1 possibili; · forse lo stesso regime del terchiesto di salvarlo, riconoscendo l'errore Così il Martire .apostrofava gli schera- rore non avrebbe più potuto riaversi; della sùa idea, avremmo forse non ese- · ni, i sicari che lo pugnalavano, riservan- ·forse l'iniqua oppressione che gli induguita sino alla fine la nostra operazione .. dosi .poi - barbarie suprema, delitto e on- striali ed i proprietari terrieri fanno graMa no. Sino alla fine, fin che ebbe un filo ta senza nome - di distruggere il cada- vare sulle ·spalle dei lavoratori di città e di voce, ha gridato: la mia idea non vere. campagna sarebbe stata almeno parecchio muore. I miei bambini si glorieranno del In verità schiaffo morale più terribile la attenuata; forse il « duoe n d~ tanto obbroloro padre. I lavoratori benediranno il mio vittima non poteva sferrare sul vìso del- · brio non avrebbe ,più avuto campo di rialcadavere. E' morto gridando : viva il So- l'insigne Giuda lsc.ari,ota, direttore del- zare la testa e di rifare la voce grossa; cialismo ». l'Avanti! ancor.a: nel settembre 1914, per forse la «Milizia» e gli squadristi avrebDalla cr-0naca nera si è sbalzatii in pie- divenire fondatore di un giornale inter- bero dovuto finalmente cessare, anzichè na epopea. ventista, « disinteressato », ...dell 'appoggi,o riprenderlo, il loro sistema di insulti, di Il fascismo ed il governo fascista, ge- di Barrère e della massoneria francese, canzoni oscene e ciniche, di bastonature, · sti tragicomici e le gesta storiche del Du- nel successivo ottobre, per poi essere di aggressioni, di sopraffazioni, di ·sangui- « duce » del fascismo assassino nel 1919. nosi scherni, di assassini come il tramvieNoi che col Partito in cui militava Gi.a- re Attilio Olda~i a Milano, di rapimenti e corno Matteotti siamo un po' lontani, di torture come il mutilato Maccaferri a. sia per i mezzi di lotta propugnati da noi Bologna. *** N-0n si è _dato il <.( colpo di grazia.» ma la posizione dei << ricostruttori » del manganello è indubbiamente scossa dalle loro fondamenta. Gli atteggiamenti ultimi del Governo ne sono la più evidente prova. E' il caso di dire che il cadavere di MatCINISMO « Si può dire che fra i primi ad imprecare contro il delitto e i responsabili di esso sono stati i fascisti. MUSSOLINI . (discorso· al Senato). A. documentare tutta la c:omplicità morale del Partito Fascista nell'orribile assassinio dell 'on. Matteotti, è sorta tutta una fioritura di canzonaccie e di stornelli che sono una tipica. espressione del cinismo ributtante del partito di coloro che vivono in... purezza ed umiltà. I discorsi dei responsabili, le deplorazioni dei dirigenti i fasci, le lacrime di ooccodr:illo di coloro che armarono e incitarono gli eroi dei oento. delitti impuniti, non possono cancellare il senso di ribellione che assale, chiunque, sente la sghi~ gnazzata beffarda sul- morto ancora insepolto. Vi era una morale ed un senso di pudore che finora faceva fermare tutti i rancori davanti alla tragica realtà della morte. O.ra -non più! , Nell'Italia rinnovata, purificata, è patriottico vilipendere anche i morti, anche coloro che caddero da eroi per la propria fede. Ah! -Matteotti due volte santo per il sacrificio della. tua p~r~o_na.~e__ perJo.. ,s;tr~zjg, che della tua memoria, quale edificio di bontà dovremo innalzare domani, nell'alba, risorta, perchè non rimangano traccie di questi segni d'odio e di cinismo. * * * e dagli cc unitari n, sia per la concezione fi,nalistka,. con cui arrivare all 'abbattimen~ to -della Società borghese per la Società socialista (Dittatura proletaria con Governo degli operai e dei contadini e non Parlamento a metodo democratico), ci sentiamo in obbligo di riconoscere che ben pochi furono gli uomini che nei vari Partiti proletari seppero :mantenersi di carattere indomabile, di fermezza di propositi, di volontà ferrea nella difesa dei propri ideali dà raggiungere l'eroismo, come seppe mantenersi Giacomo Matteotti. Aveva ben ragione .il Grande Sacrificato di pensare che i suoi ·figli sarebbero stati ben fieri del loro padre allorquando avrebbero potuto comprendere tutta la grandezza del teotti, pur distrutto, mette ·un'indicibile Pochi pàiura agli assassini, fa perdere loro la tè- giorni dopo I.a scoperta del rapice, i fasti ed i nefasti dei suoi aocoliti, i saccheggi, le baratterie, il skariato e le parodie imperialesche sono episodi d.a Libro nero delle RR. e Fasciste Questure del regno o da pochades; la morte di Matteotti è l'epopèa. I,! Nazzareno ha finalmente trovato un discepolo, perchè .la fine di Matteotti può stare degnamente aocanto alla fine del martire di Galilea. La spavalderia dell'Uomo davanti al pugnale è sublime. Il filo di voce per urlare ancora il grido della sua fede è diV;ino. Io propongo che le parole del giudeo, rappresentanti il martirio del Nazzareno ita,lioo e socialista siano, tutte le mattine, lette ai giovani delle scuole; µropongo che siano racoo,lt,e in pergamene e largamente diffuse. Ogni lavoratore, ogni socialista, ogni uomo lrbero ne farà un quadro che terrà al suo capezzale e che ogni sera leggerà come i credenti del cattolicismo ripetono le parole del loro Cr-ed,o·. FRANCESCO REPACI. La Madre La M({dre di Giacomo Matteotti ha fallo celebrare una 1Wessa per suffragare !'anima del figlio sventuratissimo. E l'abbiamo veduta questa dolente ombra di donna curva, canuta, tremante degli anni e dal peso della sventura, sorretta e sorreggendo un allro disperato dolore, quello della vedova, passare per le navate della chiesa fatte silenziose dall'angoscia e sprofondarsi nell'abbandono delle ginocchia, prostrata dopo il lungo cammino della sua vita per interrogare e per· soggiacere rassegnata al mistero imperscrutabile. sublime sacrificio! * * * Non è qui il caso, nè è nostra intenzione, di polemizzare o - comunque - di criticare intorno all'atteggiamento tenuto dai vari Partiti d'opposizione, specie dai partiti proletari, in confronto del fascismo in seguito al misfatto di Roma. A tutto ciò pensano e penseranno in sede opportuna gli organismi nostri per trarne quell'ammaestramento che ci sarà utile per l'avvenire. N-0ndimeno non possiamo esimerci dal rilevare che - purtroppo - ancora una volta i Partiti proletari non se·ppero essere all'altezza del momenfo. Il non mai abbastanza esecrato delitto, pei modi e vicende, nonchè .per il fine supremamente sopraffatore con cui e per cui fu ·svolto, ha suscitato una vera rivoluzione degli spiriti contro il fascismo ed il suo regime. In questa occasione non solo è venuto alla luce tutta l'infamia dei delitti (Matteotti personifica tutte le vittime fatte in ,ogni parte d'Italia) organizzati nel palazzo stesso del Governo, ma ne è scaturita tutta la camorra più losca, tutto lo scandaloso mercimonio di affarismo, di favori e di onorificenze che il frettoloso e vergognoso a:rricchim,ento dei vari Finzi, dei Rossi, dei Torre, dei Marinelli, dei Filippelli, dei Michelino e di tant'altri astri maggiori e minori, già nullità miserabili (« miserabili » in se.nso morale e materi.aie) prima della famosa <e rr..arcia su Roma». Ora non era il caso che a tempo orportuno, ossia ali 'indomani della scoperta del delitto obbrobrioso, i partiti proletari avessero fatto intervenire le masse operaie per •dare la spallata di grazia al già vacillante governo fascista, ponendo così termine alla delittuosa e non più sopportabile dittatura?· · Forse tutti i salvataggi mostruosi che ora s1 tentano per salvare i princi.pali e BibliotecaGino Bianco mento, •mentre la mamma ottantenne e la sta, è lo spettro che implacabilmente li moglie dis t d. d I d. · insegue colla sua paurosa rampogna . pera e 1 o ore, e i angoscia, s t h ., d . ·d . · pregavano nella loro casa vuota aggrapb b:n~a 00f are c e_piu_co eStl m,o erm pandosi alle speranze più lontane, le squaa_r ; 1 ne an 1 ~0 e P1~ s 1 1 scavdano a pro- dre fasciste arrivate da Firenze si portaP1 nat ossa ne a qua e a ca uta non è rono fin sotto le finestre della casa delon ana. l' M · · 1 . 1 Però tocca sempre a noi ad aocelerare r:;ino ~~: 0 :~~~~:d~o~t;o st ornello fioritmo della dissoluzione fascista. Dob·- biamo noi donne operaie, specialmente, E con la carne di Matteotti a far in modo che il sacrificio del Grande ci faremo i salsicciotti. non riesca vano. . E per cominci.are, rientriamo subito nei nostri Sindacati di mestiere; ridiamo tutta l 'efficenza combattiva alle nostre Leghe; riprendiamo la propaganda di prima per riportare anche le più refrattarie e sfiduciate alla nostra organizzazione. In una parola dobbiamo prepararci per le prossime battaglie di riscossa, di riconquista. Guai a noi il fairci sorprendere dai prossimi eventi impreparate! L'avvenire è nostro e· prossimo. Muoviam-ogli incontro con tutto il nostro entusiasmo combattivo, colla fede più salda nella nostra emancipazione. Avremo, così facendo, vendicato iY Martire e di Lui ne saremo state ben degne! Teresina MERONI * * * A Sulmona !.a massa fascista, dopo un comizio, si' è data a scorazzare per le· strade della città cantando in coro una oscena canzonetta che vorrebbe. parodiare Giusti e che, senza commenti, . riproduciamo: Hanno ammazzato un socialista figlio di un vagabondo; beato quel fascista che lo levò dal mondo. · E la canzonetta terminava così : Bombe, sempre bombe carezze col pugnai. * * * A Bologna, nella recente adunata delle forze fasciste, la ,canzonaccia, è stata perfezionata : Hanno ammazzato Matteotti, figlio di un vagabondo, beato quel Dumini che lo levò dal mondo. * * * Ed .ancora .a Bologna, eooo un'altra canzone. Udite, udite, udite: E' morto Matteotti ' Faremo il funerale, Andremo ripetendo ,E' morto un gran maiale! * * * A Pisa v'è un.a Università, dove dov:ebbero uscire i futuri dirigenti della Nazione, la cl~sse colta, i laureati, quelli che · alla· folla d1 coloro che le condizioni econ?~iche portò n~lle officine ancora bamb1m, dovrebbero essere esempio. In Lungarno gli studenti fascisti cantavano: Benito Mussolini scrisse alla vedovir.a Se 11uoi vedere Matteotti Te lo mando in cartolina. * * * Ed a Firenze, in S. Frediano allo scopo di provocare quella popolazio;e che h~ (? a~~~.a) I~ fama di non subìre ingiurie, 1m1ht1nazionali ar-mati di tuttto punto urlavano: ' Lasciateci passare JJ,Oj ~~ di Dumini e Volpi · noi saremo i successori. * * * E_ ~urono .appunto af\.co.ra i militi fio- . renti~i eh~ fecero insorgere di sacra: indign~z1on~ il generale Gia,mpi,etro, quando ch1ama-t! a Roma per l'« ordine n della popolazi<:ne romana addolorata fino all'esasperaz1one del -l!ragioomisfatto, hanno attraversato Piazza Colonna inquadrati coi loro ufficiali, cantando : ' Noi siamo fiorentini portiamo il coltello in · bocca guai a chi ci tocca. * * * Anco_ra in Roma indignata, canzone delle coorti fasciste . ' squarciagola sull '.aria di una canzone popolare : Matteotti, M,atteo'tti ecco una ca,ntata a nostalgica Quanta melanconia nel tuo sorriso Avevi un posticino in Parlamento Te l'ha levato i(fascio in un momento. * * * Che dire? Che dire? Qu_ale um~~a ~ttiveria è sorta per scacc1_aret~tt~ I residui di ogni senso buo-. no, di ogm rispetto verso il dolore altrui. E sono dei giovani! E sono gli uomini del domani. Coloro che dovranno allevare .altri giovani. Che sarà domani la futura generazione _se q~esta vampata di cinismo e di fer°:ia diventasse la signora di tutte le anime. Ma per fortuna v'è il popolo. Il popolo che soffre e lavora. Quello che' non si corrompe. Quello che si foggerà domani, sopra la grande melma delle cattiverie umane un suo regno di bontà e di giustizia. ' Il socialismo! La « normalizzazione >> . . Alla stampa d'opposizione che chiede: I. Dimissioni del Governo · 2. Scioglimento della Cam~ra • 3. Scioglimento della Milizia· ' 4. Elezioni generali ' rispondiamo : I. Piombo; 2. Piombo; 3. Piombo; 4. Piombo. dal « Popolo di Parma » giornale fascista.
2 LA DIFESA DIELL• LAVOIIATIIICI usso ini! I Giudeniegaronf orsea Maria il corpodi Cristo 1 Restituitlecadavedrei Matteotti . a suamamma! Esplosidoinsidsgn7o Giacomo Matteotti ha confermato il de- J stino di Roma. . COMMEMORARE Su proposta di Sassenbach, i due punti sono trattali insieme. La relatrice ufficiale, Edith Mac Donald. r:rppresenlanle dei sindacati inglesi, spera che la Conferenza farà proposte positive per svolgere una campagna a favore del riavvicinamento internazionale e dello Siamo in un grande paese. Paese divenuto più grande in seguito all'ultima guer- . ra. Il « gran paese >> è deliziOsamente governato dal Partito più umanitarista e disinteressato del mondo. Capo di tal Governo un emerito, incomparabile saltimbanco. Per lodevoli « fini nazionali», dopo averlo rapito, i magnifici collaboratori del Governo hanno ammazzato un d·eputato che impediva la ricostruzione ... del petrolio, aelle bische, dei residuati di guerra e simile bella roba. Il popolo, che non comprende mai gli sforzi della ricostruzione ed il disi~teres: samento dei · diversi sottosegretari, capi dell'Ufficio stampa governativo, giornalisti del foraggio e tant'altra compagnia ... brutta, vuol « commemorare n l'ucciso. Siamo infatti al giotno e ora della commemorazione. Ore 10 del mattino. Nella · piazza principale e più centrale della << ca-. pitale morale » del paese in parola. . . In codesta piazza tutto il ritmo di attività si è già arrestato., Così era prestabilito per l'ora della mesta cerimonia che Una luce s'irradia dal suo sacrificio e vince ie tenebre scese a,d oscurare la vita d'un popolo. Fuggiranno, oh fuggiranno, inabissan~ dosi fatalmente, ad uno, ad uno, .i· rapinatori, mentre Egli, sperduti anche i miseri resti della carne strazi.ata, vivrà, spirito purissimo, nell'Idea immortale. LINA MERLIN. · ·« Tutte le grandi cause della ci• viltà hanno dovuto avere prima le loro vittime, i loro martiri, gli eroi, . che hanno aperto gli occhi e la stra• da degli altri ». GIACOMO MATTEOTTI, (Da un suo recente scritto) Un'-altrmo artire ha luogo altrove. · Le tramvie elettriche Un umile lavoratore: Attilio Oldani. cittadine, alle quali da qualche anno il Un compagno. E' caduto oome un'eroe e nuovo partito ha fatto perdere l'« abitu- le sue ultime parole furono per sua figlia .'dine >; dello sciopero, si sono pure arre- e per il Partito. Anche in questo episodio state. gli assassini furono degli ufficiali e dei Giunge in piazza un « brumista n. Ha militi del Corpo armato fascista. con sè una signora, ma egli si ferma e Dei soldati che uccidono non in leale si soopre. La sig·nora scende dalla carroz- combattimento, ma nell'imboscata della za, ma al vetturino si avvicinano due strada o col pugnale· o col bastone· in die- « .eroi». ci, in cento, contro uno. - Perchè vi fermate;, Avanti, avanti Come i briganti! Come i bravi! 'per lo vo,' trada - impongono al mal- I dirigenti han promesso, vediencfo l'acapitato. E completano l'ingiunzione man- bisso, di porvi rimedi. tando in vettura e alzando minacciosi i . Ma .non potranno, Perchè o, sono combastoni. . plici materiali essi stessi, o lo sono moralUn urlo tutt'altro che di buon augurio mente, facendo· parte diel Partito che ne parte dalla folla che era stata a vedere. I inspira le _azioni. due si guardano atterriti. Cambiano ·di Il fascismo non cambierà! Non ~trà pensiero e... di colore; ridiscendono e... cambiare! eroicamente se la dànno. · Gli industriali che dal fascismo ne trasL'episodio è stato l'inizio di una non sero benefici e nell'interno dello stabilitroppo... governativa manifestazione. Si mento colla comprensione degli interessi giunge -· inaudito delitto_ - a gridar.e gli operai e fuori delfo stàbiÌimento negli apabbasso persino al « df!Ce n che. tanto e- palti e nelle nuove protezioni statali e dosemplarmente sta al sommo di tutto. E lo ganali; gli agrari che spezzano tutti i patscandalo dura circa mezz'ora; proprio co- ti colonici facendo ritornare i contadini me ai tempi « bolscevichi>>. da uomini a servi; tutti quei professio- , Ci siamo domandato se tutto qu,anto più nisti che dalla nullità dei loro ingegni sasopra narriamo è s·tata la esplosione d'uno lironò a fama immeritata; tutti coloro che sdegno forse troppo a lungo represso. dalla povertà. salirono alla ricchezza; tutti A quanto pare, sì. Per una ragione sem-. i viofonti per natura o per interesse ch'e plicissima: che la piazza centrale. e prin- nel fascismo trovarono sempre l'impunità, cipale della « Capitale morale » del Gran non dis_armeranno. Paese, ove il fatto mostruoso, assoluta- Tutti costoro non impareranno nulla damente nuovo e forse primo, cioè l'inizio gli avvenimenti di questi giorni e dall'imdi tutta una serie consimile, nella storia mensa com·mozione · che ha preso tutti· gli qei benamati « ricostruttori », è avvenuto, sarebbe _ per chi non lo sa - la piazza del Duomo di Milano, già altra volta di proprietà... privatissima dei nostri amabili reggitori. T. MERONI. L'EROE ..... di frodi la codarda rabbiapasce Roma nefanda il suo bordello. CARDUCCI. Dietro ai colli che ,coronano l'Urbe vagolano dunque ancora tragiche ombre di Consol,i, di Cesari, e d!i papi? Per le plebi, il cristiano che credette nel regno dei beati, il filosofo che invocò libero il pensiero, salgono dalle brume del passato incontro al Martire. L'eterno spirito degli uomini rinnova le vergogne e le glorie. Tutta s'assommò la foroce viltà degli antichi nei moderni despoti che il malco- ~tume politiio menò in Campidoglio, come l'ardimento del tribuno, la fedle del cristi.ano, la sapienza del filosofo s 'armonizzavano meravigliosamente in Lui. animi. Giacomo Matteotti, signore di alto ingegno, deputato, ricco, che cade dicendo: Uccidete me, ma l'idea -che è in me non la uccide,rete m,ai! Attilio Oldani, umile, modesto, un tramviere, che prima di morire dice ai suoi assassini : Sono .un' socialista. Se volete ucci<lermi fatelo subito, solo non spaventate mia fig-lia! Due manifestazioni incommensurabili di fede, che dovrebbero far pensare a tutti coloro che hanno un'anima che freme, un cuore che pulsa; che nessuna violenza, nessun omicidio può annientare una grande visione di vita e di speranze qua'le il Socialismo! , Dovrebbero ... Ma non .lo farànno. E' la lotta di classe, inesorabile che impera nella sua forma, più aspra e più brutale. I ricchi contro i poveri. I prÌmi coi loro sicari e coi loro sgherri, contro i secondi colla loro fede e col loro sogno. Fino a quando. Non inaffiando di Iagrime ~onvenzionali . le urne dei nostri morti, non versando fiumi di convenzionale rettorica sulla loro mem0ria. Ricordando la vita intemerata, attiva, le opere buone, benefiche. Ricordando in silenzio, in disparte. Per dovere e per orgoglio, per .gratitudine e per es-empio. Perchè Mazzini ci lasciò scritto: · Le madri italiane ne trasmetteranno la vita, come insegnamento, ai fanciulli italiani. * * * Ricorrono in questi giorni gli anniversari de!La nascit.a e della morte di Giuseppe Garibaldi, il soldato, che offrì sponlan~amente e disinteressatamente il pro~ ·prio sangue e dii proprio valore non soltanto alla sua patria, ma alla rivendicazione di lutti i popoli oppressi; è di questi giorni l'anniversario del decreto con cui Carlo Alberto condannava il più grande artefice dell'unità d'Italia ad esser fucilato nella schiena come ribelle e disertore; è di questi giorni l'anniver.sario del saluto di Garibaldi alla « Plebe », periodico democratico del 1868: « dalJ.a feu- « dalità dei baroni a quella dei monarchi, « dai « bravi >) di quell'epoca ai nostri « bravi moderni, la Plebe è sempre stata « oppressa -ed oltraggiala. Propugn,ando- « ne i diritti; vi_siete assunta una respon- « sabililà grave. Ma voi vincerete, avendo cc da parte vostra la vera forza e la .giu- « slizi.a >). E in questi giorni, in cui una forza bruta, una forza che non è « la vera », combatte con armi disoneste e vili ogni qua. lunque idea di giustizia, di libertà, di civiltà. .. : l'ombra sua torna ch'era dipartita. Torna Colui, çhe dal generale Ricci, ministro della guerra del re di Piemonte, fu chiamato austriaco e corsaro, che Cavour battezzò allutinato.e avenluriero; torna Colui, che assieme alle rosse camicie, dovette affrontare ad Aspromonte la mitraglia di Vittorio Emanuele II, e rimane ferito dal piombo della Patria; torna il ·prigioniero, che il Governo d'Italia tenne rinchiuso nella fortezza di Alessandria 'e nel forte di Varignano; torna il solitario esiliato agricoltore di Caprera. Torna e ripete ai popoli oppressi: libertà ad ogni popolo. · Torna e ripete alle classi lavoratrici vittime della cupidigia e dell ',ingordigia insaziabili del capitalismo: l'internazionale è il sole dell'avvenire. Torna e ripete ai proletari di tutti i' paesi, percossi a sangue dallo scudiscio reazionario di una classe parassiLa, che per istinto di cònservazione ,e per sete di dominio terrorizza le contrade del mondo: a voi appartiene affrettare la venuta di quel giorno in cui la voce àel tiranno e del · falso levit,a troverà arido il cuore della moltitudine, ma serbato fecondo per il seme della fratellanza umana; il g.iorno in cui sparirà l'antagonismo delle razze per far 'luogo la concordia dei popoli. Torna e ripete alle donne del popolo: è compito vostro il guidare sulla retta via la gioventù animosa falsam.e.ntè sollecitata dalle melate· parole con cui si abbella ipocritamente il dispotismo: patria, fedeltà, gloria militare, che fanno commettere all'uomo atti da cannibale contro. il suo similè. Torna e ripete ai novelli ,apostoli di un 'idea che vuole imporsi con i petardi e con il manganello: che bombe! che corazze! Vanghe e inacchine da falciare. Ed i miliardi sprecati in apparati di distruzione vengano impiegali ,a fomentare le industrie ed a · diminuire le miserie umane. E nella terra che gli fu patria e matrigna le sue parole tornano ad essere incitamento, mònito e profezia. Ma nel rievocare l'eroica figura del Grande Nizzardo non si può fare a meno di scorgere accanto a Lui un 'altra figura forse non meno grande, certo non meno eroica: Anita. Anita Riber.as di Merinos, che ribellatasi ai desideri del padre, il quale la destinava ,a nozze pacifiche, .abbandonò il vecchio· fidanzato per dividere con GariN ella vita del Partito si incontrano tre baldi le gioie ed i dolori della sua vita categorie di compagni: aventurosa di esul,e e di combaUente. I. Quelli che si sacrificano con contri- E Garigaldi stesso lasciò scritto d.i Lei, deva per infondere coraggio ai tìmidi, per confortare, percorrere, medi.care i · feriti . Nella battaglia di Corilibani venne fatta prigioniera. · sviluppo sindacale dell'organizzazione Nel 1848 viene in Italia. femminile. Da una istituzione deliberatiNel 1849 è con Garibaldi a Rom.a e con va permanente dovranno venire gli imLui divide gli stenti, le angoscie, le fa- pulsi stimolatori nel movimento delle latiche di una lotta titanica a Villa Corsini, ·voratrici dei diversi Paesi, e l'oratrice a San Pancrazio, a Villa Spada. si dichiara contraria a qualsiasi forma seE quando, riuscita vana ogni resiS t enza, paralista di organizzazione. giudioando inutile ogni ulteriore spargi- Dopo una profonda discussione, si apmento di sangue, Roma decise la resa prova la seguente risoluzione: e Garibaldi con poche centinaia di valo- « La conferenza dell,a Federazione in. rosi riuscì ad uscire dalla città, mentre ternazionale delle lavoratrici composta quattro eserciti tentavano di farlo prigio- di rappresentanti delle Centrali sindacali niero, Anita lo seguì ancora 3-lla volta di nazionali e della Federazione internazioVenezia, attraverso· il Lazio, l'Umbria e nale delle lavoratrici, riunita a Vienna il le Marche, tra una serie infinità di pe11i- 31 maggio 1924, ha preso conoscenza delperizie e di privazioni. · la dichiarazione fatta dall'Ufficio della Inseguiti dagli a'.u.stri~ci si gettàr?no Federazione sindacale internazionale il in mare e a nuo~o rrns~1ro_no a raggrnn- quale si dichiara disposto: gere la .t-er_ranei pressi d_1~agn_avacca: l) di convocare, se occorre, una ConMa le fati_che e• le _pr1vaz10rn, gli st e~ti .ferenza delle operaie prima del Congrese le angosc1e sofferti durante quella _riti- so biennale della Federazione sindacale rata, .avevano f~tte della fo~te b_ras1hana · iinternazionale; un corpo _agomzzan!,e .. G?ribaldi, _racco- 2) di esaminare _la creazione di un comandato a1 co~pag'1i di dispe rd ersi, pre~ mit.ato di operaie che collaborerà con la s~ s~~le_ braccia la svenuta moglie e si Federazione sindacalè internazionale ed' rifug10 .m una cap,anna. abl)a nd onata, do- a stabilire le direttive che detto comitato ve depone I.a po~er~ Arnta, _arsa dalla_ feb- dovrà seguire; .. b.re. Nel pome~ig~w _cambi~rono asilo e 3) a prendere in considerazione l'ulri~araruno nell ab1taz10ne d1 certo Rava- teriore costituzione di un segretariato gha; l,a morente venne st esa sopra u_n femminiJ.è che dovrà syolgere la propac como?o letto e P?Co dop?, ne~e brace\~ ganda presso le operaie. del disperato marito, mori, co e un so Le delegate alla Conferenza dell,e lavo- .dato sul campo della pugn_a,_come un apo- ratrici prendono visione delle relazioni slolo_ sulla. croce. del ~artirw. , presentate per i diversi Paesi e si impePrima d1 morire chiese un -~orso d ac- gnano di comunicarle alle loro organizqua e con le .arse labbra g1a scolorite . , I ·11 .• t t tò I zaz1on1. e_ con e pupi •e ~ia spen e _en· un u- Esse dichiarano che il loro dovere è di timo forzato sorriso, con cm volle dire d d. - d t t Il 1 · t al compagno' che lasdava per sempre: _e icars! a~ en emen e ne •e oro rispe - · · · · t I d 1- hve naz10n1, alla propaganda fra le ope- 1O spiro m pace e u, per a pace eg 1 . l . h 1 . 1 . ra 1 e ». uomm1, con mua anc e so o 1 cammmo. · L · 8 h k I t · fi • • • a comi:,agna osc e cons a a m me Anita Riberas Garibaldi è diventata un sublime esempio di eroismo e di fede. E quanto più il tempo allontana da noi la sua serena immagine tanto più noi dobbiamo sentire il dovere di ricordarLa. · Ricordarla per trarre dalla sua vita di moglie e di maqre, di inf.ermiera e di compagna d'armi, insegnamenti di eroismo e di fede. RicordarLa, non accendendo inutili ceri dinnanzi alla sua effige di tela o di carta, ma ternfodo sempre viva nei vostri cuori la fiamma dell'Ideale purissimo per cui arich'Ella ha combattuto e a cui si è eroicamente immolata: l'affratellamento dei popoli, la libertà .agli schiavi. RicordarLa imitandola. Per dovere e gratitudine. Perchè Mazzini ci lasciò scritto: Le madri italiane ne trasmetteranno la vita, corne insegnamento, ai fanciulli italiani. ELLECCI. " E' mej!lio che non mi secchino con « questi lunghi interrogatori. Io non so « noli.a : ma se . anche sapessi qualche « cosa non direi nulla. Tutte le mie a• " zioni sono state improntate a fine na• " zionale. Mai ho agito di mia iniziativa.· " Avverti (e qui un nome notissimo) che " io non posso sopportare una lunga de• « tenzione. Altrimenti· parlo e farò il San• « sone. Che i filistei stiano attenti »· DUMINI. ConfsrsniznatsrnazionalB dallaF1d1srl.ndi1Ci11B dBIIlBavaratrlcl Sabato 31· maggio si è riunita a Vienna la Conferenza Internazionale delle Lavoratrici, convocata dalla Federazione Sindac.ale. Internazionale. Erano· presenti le Centrali nazionali di tutte le ,principali Nazioni d'Europa meno I 'Itali,a. Sassenbach presi-ede in qualità di rappresentante della Federazione sindacale internazionale. La compagna Anna Boschek viene nominata presidente.· L'ordine del giorno porta i seguenti accap1: l) Qual'è il miglior modo di attirare le lavoratr.ici nei Sindacati? 2) Atteggiamento delle Centrali sindacali nei riguardi della Federazione internazionale delle lavoratrici. con soddisfazione come siano stati dissipati alcuni malintesi e come tutte le congressiste si siano pronunciale in linea di principio a favore di una organizzazione unica dei d1,1.esessi. Sulla principale questione che ha occupato la. Conferenza, i paesi stessi si pronunceranno per lo spirito della risoluzione. Sassenbach promette l'appoggio della Federazione sindacale inlernazionale-~.epro!)oste che sono state avanzate. ( Dunque 1 Lodovico D'Aragona, dopo di essersi fatto d~legare a rappresentare le lavoratrici italiane .al Congresso internazionale femminile ·di Vienna, ha creduto più serio il prendere la risoluzione più comoda ed elegante: il non nemmsno p-resentarsi. Cosicchè mentre Ìe operaie di tutte . le àltre Nazioni avevano inviate le loro rappres,entanti a prendere parte attiva al dibattito, le operaie italiane, più percosse delle altre· per reazione padrona.le e. fasciste, non erano presenti. Una cosa umiliante! Il cantodell'operal Prega e lavora, ti ,dice la gente. Su prega, presto, poichè il tempo è moneta .. Balte _la miseria alla. porta, su prega, poichc il tempo è pane. - E lavori e tu 'lavori e tu semini e dai con la vanga; e tu cuci e fili e dai col mart<)lo; di', o popolo, quanto guadagni? Giorno e notte tu lavori a bottega, ti consumi nelle cave e nelle miniere; tu riempi il corno dell'abbondanza e fino ai bordi lo colmi di vino e di grano. · ·- Afa. dov'è h tuo banche_tto?. dov'è l'abito a festa? dov'è il caldo focolare? la spada tagliente? Tutto il opera tua, tutto; ma tu, nulla hai per te. Unico tuo bene e la cateria, che per te stesso fucini. La catena che vincola il corpo che spezza l'ala del pensiero, .che già tintinna al piede del tuo fanciullo. Ecco,· o popolo, la ricompensa tua. Ciò che produci è tesoro per l'ozioso: ciò che tu ·tessi diverrà, ahimè, la colorita stoffa pel soldato. Il palazzo che tu costruisci non ha tetto che ti ricopra; per te non v'ha asilo. Coloro che tu uesti e calzi, marciano sprezzanti, su di te. Svegliati, lavoratore, .~vegliali . conscio della tua forza. (dal tedesco). GIORGIO HERWGH. Le pietre secolari di Roma che videro sicari affondare il pugnale nel ,cuore di Gracco, e videro belve dilaniare i credenti nèl Cristo, e videro i bagliori del rogo, mai sazie, vollero il sangu,e del nuovo Ab.uto di lavoro e di finanza; che fu sempre donna forte e generosa, 2. Queil i ch e fanno semplicem en te quan- ehe imparò presto a man eggiare il fuci Ie, ~.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_,w..,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,_.,,.,_.,_J to loro spetta per dovere di disciplina; a montare a cavallo, ad adoperare le. vele, -Ì t .postolo. .. . Perchè? si domanda frem•ente la nostra umanità offesa. Perchè? piange la Madre e invoca la Donna e singhiozzano i bimbi, nati · dlll · suo amore. 3. Quelli che non fanno nulla e cioè per potergli essere ognora vicina, com- l Abbonamento straordinario alla U DFI Es AH t che non portano al partito nemmeno un padgn 1 a 1 infdividuale nel!e. ore del periglio l .1" ~fz~~~o~oiff: ~~:~::ac:ts:":t:~o n~;tr~r~;: ~ei egi~r~rt~~f~ ~!~n1~~:~i della gloria' e Il na nr.r.1 AIUJJO Il 11 n1[~MnR~ 1 l1 L 250 t galnip;:::im:;io ut :~~~:eriti del proleta- po~! e~~:~~:!~~el:t 0 mi~ias:rt~am~:!:~ina I Ì U uuu U L L . l 4 • , . t * * * riato e nei non lontani giorni di nostra ~ell'insurrezione contro la tirannide di l · t Roma diede pane e leggi ai popoli e resurrezione saranno in prima linea. battè accanitamente e v,alorosam•enle- ac- oJ Inviare vaglia od importo in francobolli ~ bandì la parola dell'amore fraterno tra gli I secondi sono i tiepidi de[ socialismo, I c;:mto allo sposo; circondali da venti le- ~ r uomini e diffuse la sapienza nel mondo. costituenti la massa fedele ma grigia del gni brasiliani, piuttosto di arrendersi, in- -r all'Amministrazione in: E nostro movimente. cendiarono la propria nave. · l r Le verghe dei consoli, 10 scett ro dei Ce- Gli ultimi sono gli inetti, gli inutili de- Nell'aspra battaglia di Santa Vittoria, ,t Via Silvio Pellico N. 8 t sari, il pastorale dei papi la sommerge- s~inati a rima~ere la inceppante retroguar- compariva a cavallo, in mezz? al_ grandi- l M I L A N O • vano nel fango, ma il sangue delle vittime dia dell'esercito proletarw e sono anche... nar delle palle e con la carabma m mano -t t eri batteslÒ te ca G in oritici. i an CO ora sparava contro gli imperiali ora scen- :,l.,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,..,.'i'.,..,..,..,..,
LA DIFESA DELLE LAVORATRICI 3 REALTA CHI PAGA E VISIONI DI. VITA co Ignami c-0n accento di affetto e di de- l . . fi . I voz10ne m mta. Ed il medico si toise il cappello e salutò FIOR DI MONTAGNA . La contessa Trabalzi gittò le redini al servo e balzò dal calessino sotto il portico <lei fienile riboccante. La fronte quasi nascosta sotto i riccioli brevi ed aridi che contrastavano con i capelli tesi e annodati sulla nuca : gli occhi profondi e perversi, la bocca diritta e sottile, tutto il volto cupamente pallido e disseccato era come contratto da una espressione di durezza inesorabile : il corpo stesso, alto, ossuto, si era come steso, irri- .gidito in una forte li,nea maschile, tutta diritta dai piedi alle spalle. Girò intorno lo sguardo come a fulminare : l'aia immensa, cinta tutto all'intorno dalle casupoI,e luride dei contadini, dai porticati, dai fienili, era per un gran tratto, lì, dinanzi alla signora contessa, com~ un grande letamaio, lago di fieno e .monti di stabbio su cui sparnazzavano le ali i polli crocidanti, nel tanfo di stalla : più lungi sopra il lastricato, tra, le reti met~lliche si stendevano larghe striscie di pallido oro e di -oro acceso, il bianco gran turco e il gran· turco rossigno che essicava splendendo gli ultimi raggi del sole. -. I carri drizzavano in alto, sotto i portici, i loro timoni inermi come albe•ri di nave, trjl il luccichìo deg.Ii aratri e delle macchine agricole : fuor dalle tettoie strari,pavano alte le grandi masse della. paglia e del fieno; nell'angolo più lontano, la macchina a vapore della trebbiatrice, ,nera, cupa, aveva ripiegato sul dorso il lungo camino, e .riposava immobile a sinistra, nell 'ombra : dalle stalle salivano i calmi muggiti dei bovi. . ·Accorse Cecco lgnami il fattore, tozzo sulle gam'ooa-rcuate, tuHo tremante nel largo abito di fustagno azzurro, il cappello in mano, il cranio lucido e cinto da una corona di capelli grigi : e la contessa Trabalzi raccolse sopra il povero uom-0 lo strano sguardo esaltato insieme e freddo : - Ma è grande, proprio così. grande il .danno? ... Oh fattore, è tutto r-0vinato?... E il poveretto balbettò : - No... no! Vento e grandine! II dan- .no è dell'ortaglia, delle vigne, dei granai... una grondana ed un camino caduti! La signora Trabalzi alzò le mani ai ca~lli: - Oh Signore, oh Signore! Poi, con un gesto improvviso raccolse e sollevò le sottane con le mani ferme sulle coscie, e disse : - Andiamo! Attraversò di corsa l'aia e visitò minutamente la cascina, per -le stalle, pe'r i fienili, per le casupole, poi i por,ticati, per i oanali, per i granai, sempre più concitata nelle parole e più fredda nell 'espressione degli occhi e del viso. Il danno delle fabbri-che era mini,mo, affatto insignificante, pure la contessa Trabalzi investiva delle sue parole il fattore, violentement-e : - Ancora un poco e mi scoperchiava le case. Che cosa è mancato perchè il tetto crollasse sul grano? Ritornò nell'aia così di corsa : gettò uno sguardo truce alla macchina a vapore che non aveva sofferto, non aveva sofferto nè dal vento nè della grandine ... perchè nor: apparten-eva a casa Trabalzi : spinse con il pi-ede e con la mano insieme un cancelluzzo verde ed irruppe nell'ortaglia immensa, tutta aiole .di erbaggi, segnata e ombr•eggiata da peri, da meli, da peschi, da noci, <la tante . fi,le di ailberi fruttiferi allacci.a.ti e rivestiti dai viluppi della vite. - Che rovina, che rovina! I colli, i sentieri erano invasi di foglie, di st,erpi, di rafl}i tronchi : gli alberi parevano disfrondati da una mano perversa, e se ne stavano lì immiseriti, gialJ.ognoli, quasi tremanti di un 'altra bufera : !,efrutta rotola-te sul terre.no, su<lice, ammaccate, erano sta-te raccolte a mucchietti intorno ai tronchi e finivano di marcire : le viti quasi nude, nascondevano pochi grappoli sgranati sotto le foglie a strappi, e dai nodi e dai tralci abbandonavano in pianto lunghi filamenti rossigni che oscillavano nel! 'aria. La contessa Trabalzi correva in su ed in giù per i sentieri, con larghi gesti delle m.ani, e piang,eva di dolore, di furore, per la sua impotenza, per la rabbia di non poter accusare nessuno, neppure il fattore di quella rovina del vento e del.la grandine! Si rivolse i.mprovvisamente, fissò sulla fronte al fattore quei suoi grigi occhi che E cercò, ruminò tra i denti l'ingiuria che colpisse di più... poi scoppiò nell'insulto che ella lanciava al defunto conte Trabalzi: - Bufalo! Chi mi paga ora questa rovina? I granai ,scoperchiati, gli alberi a pezzi, le viti distrutte ... oh Dio! .Ma I'in:,precazione fu schiacciata sotto lo sgretolìo dei denti. .. Si alzò ritta sulla persona maschi,Je, e domandò fredda e pacata: I contadini hanno pagato tutti? Sissignora! . La mezzadria? i polli? il solfato? le ghiande? ... Sissignora! La casa? Sissignora! Tutti, proprio tutti? II fattore esitò un attimo: allora la contessa g,Ji fu sopra, rapace : -.- Chi manca, dì, chi manca ...? - Eh, signora contessa! Non manca proprio nessuno ... se lei no.n vuol contare il vecchìo... Giovanni Rena... sa ... quel disgraziato... che deve ancora venticinque lire! - Fannullone ... ! Sono dieci anni che non lavora! Non l'hai cacciato, se non paga? Il pover'uomo tremava di paura e di angoscia : e l'angoscia era più forte del terrore perchè l'anima gli si torceva, pensando che poteva venire dell'altro male a_I vecchio, al padre sventurato di tutta la cascina. -·- Signora contessa... lavorare non può : ha quasi novant'anni, ed è infermo ... pellagr-0s0, signora contessa,, da tempo infinito. E' poi disgraziato, signora contessa, disgraziato più di Maria Vergine e di San Rocco.. ~ L'anno scorso gli è morta la moglie ... e la figlia ne è diventata pazza, ma non fa male a nessuno, povera ragazza! Non hanno niente, meno di niente, povera gente ; se non ci fosse il dottore nuovo che rnanda ogni giorno il brodo e la carne, sarebbero morti cento volte di fame!. .. - Parli troppo, tu... Conducimi da quella gente. II fattore si lasciò cadere le braccia e chinb il capo. Ri-entrando nella cascina, e presero per un portico oscuro e sudicio, invaso da polli, da bimbi piccini che si trascinavano carponi sul pavimento sterrato o dentro i cercini pesanti di legno. In fondo, in un breve spazio scoperto, dinanzi al lago ed ai monti del letame, sedeva sopra uno sgabello, il volto sprofondato tra le ginocchia, un vecchio : e ai suoi piedi, sul nudo terreno, era accoccolata u.na. fanciulla che levava il volto pallidissimo e i grandi occhi sognanti verso un signore alto e composto sotto i,Jlargo cappello bianco, il volto austero cinto dì barba grigiastra. - Il signor Dottore! - sussurrò Cec- · Plinio ha lasciato la scuola, in verità, in silenzio, quando la contessa Trabalzi s1 con profondo dolore. fu avvicinata: il .vecchio infermo sollevò Abbandonare tante persone care: il il volto scheletrico, verdastro, in cui sem- maestro, i compagni, tante cose amate: brava che gli. occhi si fosserp spenti, e la il suo posticino nel banco, quelle ·pareti oola cinta da una barbetta bianca, lanosa, vive di tanti ricordi: dove il suo spirito scossa dal tremito stesso che moveva dalle vibrò mille e mille volte nella luce /o/gomandtbole e agitava tutta la persona. La rante d_ell'« imparare >> -·. pa~pi_to ?he ~vfanciulla si levò cheta, composta, ma con v_olg~, in _un~ scuola, gli_ animi p~cc?l1 e · fi ·t t d I e doloroso si 1 11 r1scald1 d un dolce tiepore: s1m1le a asp~t!o m fil a_mene O e e ' quello d'ala materna che protegge nel niavv1c1.nòalla signora =. . .• do le creature implumi; dire addio al •mi- - Ah! padrona, m1 mandi m carcere... nuscolo mondo di .risi, di canti, di giochi, sono io che l'ho fatta morire? Era lì, sull~ a diec'anni, per avviarsi su l'-erta e di/- sedia e non poteva discendere, e c'era ti {icile salita che conduce, tra i roveti, alla sole: ed' io le diedi lo -Specchio col sole con.quista dell'umile pane che si spezza dentro ... tanto sole che mamma chiuse ~li ogni giorno, a dieci_ anni è cosa triste, se pur degna dei forti! . ,, Maggiore di sei fratelli in povertà e in La contessa Trabalzi la scostò_con ~n miseria, Plinio ha dovuto andarsene con occhi e mori. .. g-estode_llamano, e fece un passo mnanzt: I l'animo gonfio d'amarezza. Ne' le solitu- - · Signor dottore, perchè non manda dini e il verde dei boschi, sotto l'immenso questa ragazza al manicomio? azzurro del b.el cielo, che guariscono, e•le- -·- Perchè non le gioverebbe; e perchè vandalo, nutrendolo di puri sentimenti, suo padre ne morrebbe disperato! l'animo .Più ac~asciato, P?~ranno facil- . - Intanto costoro rappresentano un mente r1don0:_rglz_la s~r~m~a e .la pace_. ingombro nella cascina, ed .una spesa inu- Tra le ombre dei• fa~g1, 1 g1~epr1 e le g1- . nestre in fiore, tra I profumi delll! mente tile. . . . e dei timi, ove tutto è raccoglimento e . Il medico _sornse heve~ente e,. senza tranquillità, Plinio solo sarà triste: un nspondere, s1 cur~ò vers~ 11vecchio: povero fiore solitario che non avrà la ca- - Avete mangiato oggi,· nonno? rezza della brezza, il bacio d'una stilla di E Giovanni si vol_seun poco, per ba- rugiada .. ciargli la mano. Quanto dolore! - Oh capisco, dottore! So tutta la sua . Nelle ore ~el meriggio, quan~o tacio~~ ge·nerosi-tà: ma io desidero che altri non I campanacci delle muc_che e I bronz1m f d e la carità in casa mia!... delle capre, la nostalgia _della n_wmma, venga a -~roon er . della scuola, dei compagni « beati e forll medico trattenne un moto violento, e lunati » (possono ancora « imparare ») gli domandò pacato : ; salirà dal cuore ad imperlargli le ciglia E' una donna ,lei? di pianto; i muschi ed i licheni berranno - Ah! non lo sa? le sue lacrime amare ... - Lo so : ma non vorrei dimenticarmene. Toccò con un dito il cappello e se ne andò dopo aver sussurra,to a.Ila povera ,pazza: - Stai buona... non far dispiacere al babbo! - Mascalzone! - borbottò la signora Trabalzi. E rialzando ancora J.e gonne colle mani ferme sulle coscie, si avvicinò ad una porta, e protese il capo dentro il tugurio tenebroso : poi si volse al fattore : - Sai, non voglio che quel mascalzone si creda più generoso di me. Per ora non li caccio di casa : ma devono pagare il debito; Lì dentro c'è una caldaia grande ed un cassone inutile, li farai vendere ... La fandulla, la povera pazza toccò con un dito la gonna della signora e ancora sussurrò: - C'era il sole : ed io le detti Io specchio col so.Je dentro... tanto so.le che la mamma chiuse gli occhi... oh mamma! Ma la contessa la -respinse disperatamente: - Hai capito, lg.na.mi? Allora il fattore si tolse la mano dal petto e disse : . - Signora padrona, qui c'è il bastone ed il cappello : morirò di fame... ma io non posso... qui c'è il bastone ed il capii 1 • VIRGILIO BROCCHI. pe o.... -~=t?]~1l ,li! ::~t: * • * [eri mi ha mandato .un gran mazzo di ginestre fiorite, odoranti d'un denso profumo silvestre. Ricorda la scuola; l'ama e la vuole, anche lontano, adorna d'umili e bei fiori di bosco: che ci riflettono nei cuori la. vivacità dei loro colori, la delicatezza della loro fragranza, finchè non appassiranno: tristemente: come un uccellino che cliini, piano piano, morendo, l'esile capo sull'ala, prima di rinchiudere, piano pi?no, gli occhi assetati d'azzurro e d'infinito ... Quanto profumo in quelle ginestre! Com 'è sempre fragrante un fiore colto da un fanciullo, caldo nello stelo del tiepore delle sue graziose, delicate manine! • •• Bisognava dunque andarlo a trovare, questo tesoro di bimbo; e non solo per ricambiare un atto di gentilezza, ma per portargli, anche, nell'ampia solitudine che lo isola, tra valli, boschi e monti, dal suo gioioso mondo infantile, l'eco della sua scaletta al!lata. Tre ore di viaggio tra folli noccioli, su per coste ombreggiate dai faggi, qiù per sentieri fiancheggiati da fitti roveti, entro vallette oscure afose silenziose; senza scorgere mdi nè una casa, nè una capanna, ?è una baita da carbonaio; poi, lontana, indistinta, una musica monotona di suoni grevi, bassi, che sembrano il respiro affannoso, tedioso della terra. . Cammino, cammino e quel respiro della terra e della boscaglia che si fa ora sempre più rada, quella musica diviene meno greve, più leggera, come se il sole la pur·ificasse; si uniscono, si fondono cento,. duecento note diverse che tremolano, v,~ brano, tintinnnano un attimo sole, distinte., per rifondersi poi tutte, tutte nel canto del pascolo: or mite e dolce come. lo sguardo d'UJJa giovenca, or acuto e birichino come l'irrequietezza d'un agnello. Sull'ampio piallo verde, inondato di luce, sparso di pietre bianche e rossicce, scagliate, sgretolate dal tempo e dal sole, pasturano le mucche; là in fondo, sollo l'ombra di giganteschi noci e ciliegi secolnri, sorgono basse rustiche massiccie tozze le stalle, la ghiacciaia, le baite dei pastori. Trovo un uomo intento ad aggiustare una gerla. E' tutto nero; la faccia, le mani nere; neri i panni di fustagno, la camicia aperta su l'ampio petto peloso come quelwlo d'un orso. Su quella massa scura luccica la Zara del falcetto; spiccano i trucioli di nocciolo. Mi guarda di sotto le sopracciglia foltissime, congiunte a cro_- ce sul la frontet, e tace; mi balena fulminea nella mente l'impressione che quassù, col continuo forzato silenzio, gli uomini debban perdere l'abitudine della parola o che il parlare sia per loro una noia; e devo essere il primo a salutare, a far conoscere, senza aspettarne la domanda, lo scopo della mia visita. · .. - Sapete, io sono il maestro di Plinio, e son venuto a trovarlo. davano il freddo., e sibilò: ,.s·;,,•s:,•,·*''···•·❖•❖,,,,,,, ••• ,. .-$} ~,é:-~r1w;~ii~tiH§.t\:l%~111~;%.tt. - Ah! diavolo, bravo, venga qui con me, sarà sudato; venga che vado ad accendere il fuoco. Plinio glielo chiamo subito; dov' essere laggiù in fondo, verso la rupe ... Un buon ragazzo, ubbidiente (la mià impressione svanisce. Costui ha tante cose da dirmi, che non mi lascia aprir bocca e mi conduce verso le baite), sv·ello, sveglio. Quando gli comando un servizio, salta, corre come un leprotto. Lei è il suo maestro? Sembra giovane; me ne ha parlato, ne parla sempre. Alla sera racconta continu1Jmentè dP-lle storielle, una più bel- - Non Io ".".peva,te v-01c·he sarebbe ca- ,,,.".." .. ·»,-<•''x''"-t"·v·é,,.,,,,, i·❖~<;.""•>*'""™"-""~''*''','''•"' ..:)<4 '- ~ •;,:, •'-:-!'•••::::•~ ~.,;, •~•'-.;, ~ ❖, "§./{.:_.._'-({,-: & ::x•• ••»:'-,-'o:; •».»~~:;:i"'-.-;,;,; :<!' V~ •_' ,,-'~S~\::it~~t\tif~it.~~~ti\~ft;tf \'&\i¾t:-:&-Jf :-~çJit?-:f!~~~*il~;/:~ti~~l~\.; duta la gra nd ine ...? <\,Mi,f?,f¾.f-t}~i~i{;i~i~~il~t:i?it~l1ì~f~tr~1\tlìit}t1{t1Sf1t11itti~l.ii}Jt 1 Il ·poveretto allargp J.e braccia e curvò ~"'<· é,s '"·•"'-'•-,❖ ·.·,.,.wX• •·=·»•;,,; '❖ S.-,,•.❖ ·'ls·,.. ~'?,.,.., ,....,,,.,.,,_••• ,,,,,,.•x•».1t s.,·'·".·.. ·X•.m' · f1f:\@ìtt®Ji\~f~Sfff!JJt1t*)?\('.f?1Jfll·i~:itt1h~fl ft:::t~{~t@1i\.f"@1~~\/\Y-\~· il capo nudo nell'umile àttitudine di -chi f~~.f. t}fift~.J. 1:st•f}t(l\,=:-f;?~,f~i~~r\j\1/~ ... ~ .;q-J};JJtt.t-1.~~l;f:{f)f}~ .. -lf~~ii*-A'~tlconfessa di non sape re. fì1ir-1ifr~;t~~f{tf¾ittl!fù:f:4\ttl!i}t11&tl1>ìt~,t41%}\#t1tlif, C ? k~/,"•}-'•'•:(>' yy>- :•, '- ?{!❖ •j:'• '❖ ,.,.;. '? :::-~;•.v '!»:' «'X•~ f ,•,.-.~:❖: '- ❖ '°'f,•◊',.'-.❖'"'•-. •.V:-.,❖•~,;.-..-❖•;::.~-•••~•~,•~~~ - Pereh è vi pago i o ,d unque?. .. he . $.f.~ (·})f!~--:fY.·~/~>;i1 .:.: . .s=:::::f;;=:::~~~==-:: .. ¾ff) ~·: (i~t-~ft¾~ =t.;:~f~:~ ~..;'\l~ (>~&~· .. ·:--~i~:... .,:-:~~:-: :=::-::::,;-~~:::·•. ~i;:fJ•?'i~.}\i=t~», ... '% ~J1$-K·f~~·-f;;:{~.:::;:❖.(; 0:t:~.-?:::'t.~:?~J: .:..:.: ~:: :1ijf-:@'W~~i¼.\W$W:~ ~:©.,~~w :::.:❖• ¼"'<'--~*-:;.,~ ..;:-~.:.:. :.:=•;.-..:: ·-=❖--:❖::=.>:::~.:.-:::;:,'%=~»>>~ Non ci sarebbe stato rimedio ugualmente? ;.~":9-i.-.,,.,.,,;;.,.,,,,.,;.;.,,.•,·..,.,.,,,,•,.• ~w.Av>-•"'"'"""•·"'·""''"'·="' · ' • ,. • •· • ~ · · · Che~·-· P~rchè non mi avete consigl~ato I . I f" li di Giacomo Matteotti r .sroa~lOtGecinao Bianc· la dell'altra, di quelle che ha imparato a scuola. E come sa fare i conti! - Tanto burro, prenderete tanto; tanto formaggio, prenderete tanto. Non sbaglia una volta._ Garzoni come questo non me ne sono mm capitati; è un ometto. Vincenzo spinge ora un uscio tozzo e nero e mi fa entrare nella baita affumicata, bassa, quasi oscura. Alle pareti, senza intonaco, sono appesi sui cavicchi paioli e secchi, filtri, mescoli, palette di legno; nel centro del pavimento acciottolato v'è una gran cavità tonda dove si accende, a giudicare dalle dimensioni e .dalla cenere, . il gran fuoco per far intiepidire il latte da cagliare ... • * * Eccolo: con quei suoi occhi luminosi, sorridenti -· io conosco la luce che vi b-rilla -, mi viene incontro. E' a piedi nudi, ha i . calzoni logori alle ginocchia, la camicia aperta sul petto, e in mano un alto bastone ricurvo di ginepro· scortecciato: come un pastore buono dei ·tempi antichi. - E' venuto fin quassù, signor maestro? - Son venuto a trovarti. Via!, non balbuziare; qui te la spassi benone t-u, lontano dal tedio dei libri ... - Oh, i primi giorni no! Avevo sempre sul cuore la mamma, i frat,ellini, la scuola dove s'imparano tante belle cose; ora son contento; Vincenzo mi vuol bene; non rrif lascia mancare il cibo e mi darà trenta lire al mese, trenta lire! Negli occhi ora vi leggo l'orgoglio dell'uomo, proprio dell'uomo fatto che basta a sè e aiuta anche la famiglia. Trenta lire per Plinio rappresen;fano una fortuna, domani, nella sua casa dove la povera mamma deve tener conto a.nche del valore dell'umile soldino, di. quel s.oldino che, se manca, può portare l'umiliazione del debituccio dal fornaio. - Bravo, bravo! Lavora e guadagna; capirai più tardi la bellezza e il valore del tuo lavoro. E non dimenticarti dello studio. Tu puoi studiare ànche qui. Ti ho portato un libro; leggilo; sarà per te un maestro, un amico; non ti potrai più staccare da lui; studialo, nei momenti di riposo: è vasto .come il cielo; e. come non ci si stanca di guardare il cielo, cosi non ci si stanca mai di leggere questo libro. E' il « Cuore », un tesoro di bontà... . - Grazie!, e Plinio tace; ma il suo silenzio non mi cela la commozione del suo animo. * • • Vincenzo s'affaccia, col volto madido di sudore, sull'uscio della baita; ci chiama, per man'giare una fetta di polenta. Ho con me lei colazione, ma non mi si lascia ne-rrrmeno aprire il sacco da montagna. M'ha versato .in una ciotola di carpino due mestoli di latte appena munto e dentro vi devo inzuppare la polenta calda calda. - Il latte r. d'una mucca fresca. Le farò poi provare un po' di cacio di cap~a, che ci vien molto buono nella· nostra piccola cantina. Mangi senza complimenti, cosi alla buona; qui non c'è lusso e co- , . modità, ma il cibo è semplice, naturale ... Oh, com'è buona, Plinio e Vincenzo, la· vostra polenta profumata, mangiata in · semplicità, dentro una scodella di legno, col cucchiaio di legno, nella baita bassa, affumicata, seduto sul focolaio rotondo dove scoppiettano i tizzoni di ginepro; com 'è saporito .questo latte, com'è squisito questo cacio. che esce dalle vostre mani, senza contraffazioni; e come sono buone le vostre parole dette in· semplicità di cuo~ re; com'è mansueto e sincero il vostro sguardo, uso a posarsi, tranquillo, su le mucche al pascolo, ad adagiarsi sul verde dei boschi,- a vagare nell'azzurro .del cielo· com'è bella codesta vostra vita buona! ' . I o ricordo - con sollievo - un racconto di pastorizia: « Les étoiles >> del Daudet. J o penso - con angoscia, ora - ai tormenti che incatenano, avvinghiano, martiriano, insanguinano, opprimono, laggiù nel mondo, gli uomini che si assidono intorflo alle tovaglie candide. Vincenzo fuma una pipa corta, nera. Sul fuoco tondo scoppietta il ginepro. Plinio è sgattaiolato via. Torna con un fascio di rododendri e un mazzo di peonie. - Le ho colte per Lei. Gliele legherò io sul sacco da montagna, chè non si sciupino. Questi boccioli di « rose rosse » si conservano a lungo, messi nell'acqua sbocciano e s'aprono ... EFFECI. ~~~~~~. Giustizia dormi ? Giustizia, dormi o sei morta? Quest'uomo merita che dal suo collo penda una catena d'oro e in cambio ecco egli stesso pende, pende ... al capestro del · [boia; al collo di quest'altro è sospesa una catec · [na d'oro, dove egli stesso al capestro del boia dovrebbe [pendere. Giustizia, dormi o sei morta? ALESSANDRO PETèiFT.
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