Lo Stato - anno II - n. 23 - 20 settembre 1961
LIBRI A.HEBIUA. VIW A. UNA GENERAZIONE CHE NON CREDE ALLE FELICITA' DEIBABIT Nelle cronache letterarie d'A– merica la protesta contro le a– nomalie e gli eccessi traumatiz– zanti del tecnicismo non è av– venimento inconsùeto. Dalla narrativa anticonformi– sta di .Kerouac traspare però un motivo impercettibile negli scrittori-· che sono sulla linea di London e di Lewis: e l'impa– z.ienza di rompere il sortilegio del piacere meccanico e della « massificazione, che è la natu– ra più intima del tardo umane– simo occidentale, con attitudi– ne chiusa ai pentimenti. Intendiamoci: ai precursori dei « bruciati >> non mancò cer– to una validità di argomenta– zione, nel denunciare le situa– zioni di cc lesa umanità », altri– menti non si saprebbe di loro come di cospicui· casi letterari. Se non che le loro erano forme viziate originariamente dai mi– ti dell'ottocento lacrimevole, e quindi imprigionate nell'invo– lucro stesso della loro insoffe– renza. chevole e banale della consueta dialettica contro la borghesia. Questo almeno nelle intenzioni. Kerouac esprime dunque, con vigorosa intransigenza, uno sta– to d'animo rnolto diffuso fra gli americani: l'insoddisfazione e il vuoto interiore. A questo disa– gio la sua narrativa non cerca di dare lenimenti rna l'esempio di una risposta definitiva e vis– suta concretamente. Una indi– cazione religiosa, cioè, tale da concludere il vagabondaggio spirituale del popolo più impre– vedibile di questa terra. Egli tenta così di far emerge– re dall'intimo dei suoi lettori la nascosta avversione per una so– cietà senza colori e senza oriz– zonti; freddamente organizzata a frustare ogni serio impegno coi valori assoluti. Per incorag– giare la separazione (ritenuta feconda) tra l'uomo e la rete dei rapporti sociali stesa in un fal– so sistema cc di lavora produci co_nsuma produci lavora consu– ma ». Dove è privilegio beffardo L'originalità e l'importanza consumare cc tutte quelle schi– di Kerouac consiste nel porre il fezze che tanto nemmeno vole– problema di cc altro » da ciò, vamo veramente carne frigorife– senza esporlo al rimbalzo stuc- ri, apparecchi televisivi, mac- Lo STATO bibliotecaginobianco chine, certe brillantine per ca– pelli e deodoranti e generale ro– baccia che una settimana dopo si finisce col vedere nell'immon– dezza >> (1). In ogni successivo romanzo di Kerouac il tema fondamenta– le del divorzio dell'uomo dalla tecnocrazia è accentuato, fino all'esasperazione nic,hilistica: .nonostante lo svolgimento posi– tivo che alla medesima proble– matica han dato le correnti eu– ropee, a partire da Gabriel Mar– ce!. Consegue che alla corrusca e rattristante visione di un esi– stere ordinato alla dissipazione e al <e buio ruminamento >> Ker– rouac non sa opporre altro che la diserzione, la disarmonia di un rifiuto incomunicabile, este– tistico, diffuso esotericamente nell'assurdo morale delle cine– serie Zen. In modo da originare una o– scura religiosità panica, che ha il nome dell'impassibilità orien- (1) JACK KEROUAC: « I vagabondi de! Dharma >, Milano, luglio 1961. 47
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