Lo Stato - anno II - n. 23 - 20 settembre 1961

ARTE ILBELLO NELLA CRITICA MEDIOEV Il saggio di Rosario Assunto (La critica d'arte nel· pensiero medioevale, Il Saggiatore, Mi– lano, 1961) si inserisce tra le o– pere di carattere storico-criti– co conte,:nporanee, occupandone un posto di notevole rilievo e per l'importanza dell'argomen– to trattato (che da noi non ha solleticato mai l'interesse del– la critica militante) e per la serietà dell'indagine, condotta con quel rigore di metodo che è proprio delle opere scientifiche. E il merito dell'autore risulta tanto più evidente se si consi– dera con quali superficiali e sbrigativi giudizi, studiosi e fi– losofi, sogliono ancor oggi liqui– dare (riecheggiando spesso i più vieti e stantii luoghi comu– ni) quel fecondissimo periodo della storia che abbraccia un intero millennio e che va sotto il nome di Medioevo. Il saggio, che comprende ap– punto dieci secoli (da S. Agosti– no al XV secolo) si limita a con– siderare la « critica d'arte » nell'ambito dell'area •dell'Impe– ro Romano d'Occidente (il mon– do bizantino viene toccato solo tangenzialmente per i rapporti e le influenze che esso ha eser– citate); esclude di proposito il mondo islamico ed ebraico medioevali, ai quali - tiene a precisare l'autore - è impos– sibile accostarsi senza il pos– sesso diretto degli indispensabi– li strumenti li:qguistici. Ma an– che con tali •limitazioni, per Lo STATO Jinobianco quel che riguarda l'area occi– dentale, l'opera risulta di estre– mo interesse per l'attualità dei problemi, in un'epoca come la nostra. in cui si manifesta sem– pre più urgente la risoluzione di certe questioni di critica ar– tistica. E in quel bistrattato e « oscurantistico » Medioevo, pur nella varietà e molteplicità dei giudizi, ritroviamo il denomi– natore comune del suo.pensiero, costituito dalla visione unita– ria del mondo. E anche quan– do sembra intravvedere un cer– to dissidio tra l'attività teoreti– ca del filosofo o del pensatore con l'attività pratica dell'arti– sta esaltatore del mezzo tecni– co, a ben guardare, ci accorgia– mo che il contrasto è soltanto apparente. In definitiva, tutto viene riportato al senso di una bellezza astratta e formale che rifulge misticamente della lu– ce divina. La verità è che la bellezza ha un significato tra– scendente e religioso, conside– rata come la promanazione del– la luce di Dio, secondo i residui del concetto di emanazione di Plotino, rintracciabile nel Pro– logus di Teofilo. Ma non vo– gliamo dare un sunto dell'ope– ra - cosa che sarebbe pur in– teressante fare, se non altro per dare un'idea di quanto sia stato arduo affrontare una si– mile ricerca -, vogliamo inve– ce dir subito che il saggio ha interessi esclusivamente filoso- fici e quindi non va. confuso - secondo le esplicite dichiarazio– ni dell'autore - con una ricer– ca che apporti un qualche con– tributo alla conoscenza della storia dell'arte medioevale; se così fosse ne risulterebbe una storia dell'arte, mehtre l'Auto– re si è prefisso H fine di esami– nare volta a volta i singoli giu– dizi sulle opere d'arte, formula– ti da chierici, filosofi, commit– tenti, scrittori e poeti, i quali direttamente o indirettamente esercitavano quella che noi og– gi chiamiamo la r:.titica mili– tante. Arrivati a questo punto è doveroso fare una precisazio– ne, importante per attribuire il giusto valore alla fatica dell'Au– tore e per comprendere nella loro .giusta luce i risultati rag– giunti. Per noi moderni, il giudizio critic.o è giudizio di un'opera d'arte cbe è considerata come soggettiva; esso, naturalmente, è legato alla definizione che noi diamo oggi dell'arte co,:ne pro– dotto di una singola persona– lità. Per il Medioevo invece (an– che se si avrà da parte di Eck– hart un accenno ante litteram alla personalità dell'artista che ha un proprio uerb'o con ®i manifesta se stesso e tutto ciò che gli appartiene in quanto è artista; anche se Dante nel Purgatorio ci fornisce un esem– pio di valutazione critica che si riferisce alla personalità che nell'opera si esprime) una criti- 37

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