Lo Stato - anno II - n. 23 - 20 settembre 1961

SOCIETA' E IDEOLOGIE SCATITRISCONO i. LE ELITES DAL.ILA DEMOCRAZIA 'I Un recente volume edito da Laterza (« Le élites politiche ,,) raccoglie le dottrine attuali cir– ca i gruppi di pressi ne. politi– ci in particolar , che nella o– dierna stratificazione ,,;odak (o. se ci è lecita l'insinuazione, nell'odierna Corte dei miracoli) costituiscono l'alfa e l'omega di quelle associazioni umane a base territoriale dai più chia– mate, con molta buona volon– tà. Stati. Siano. gli Stati, di i– spirazione marxi ta o liberale. orientali oppure occidentali. Il minimo denominatore comune ·- si deduce. e fino ad un certo punto non saremo noi a con– traddire - dovrebbe essere i– dentico: il progressivo differen– ziarsi di governanti e governa– ti, di •rappresentanti. e rappre- ntati, di capi e masse, a cau– sa appunto del sorgere inevita– bile di una élite politica. Que– sta élite politica. trascurabile minoranza ( e noi vorremmo sot– tolineare che si tratta proprio di minoranza, e non di parte di un tutto), per conservare la su– premazia del potere politico si Lo STATO b u ~caginobianco avvale di quadri organizzati. La faccenda dei quadri è vera: possiamo riceverne conferma e– saminando i rampolli massimi delle élites politiche in Italia, i due Golia: P.C.I.. e D.C. 'Primo affrettato schizzo: abbiamo al vertice l'élite, che si serve di un partito; il partito non è esso stesso élite politica, ma stru– mento di essa, serve ad essa av– valendosi dei propri quadri. E difatti il sogno delle élites non è di vedersi sotto un partito di intellettuali o di eroi o di santi, ma un partito i cui ruoli siano affollati di coscienziosi burocra– ti per i quali due più due a volte fa quattro, ma potrebbe fare tre o cinque. La nostra osservazione di fondo è pertanto questa: le éli– tes politiche - ammesso che esistano solo come tali - non sono i partiti, ma stanno al di sopra. Si spiegherebbe così co– me ·mai tanto spesso la demo– crazia vada a farsi friggere, di– fatti la doppia antitesi (gover– nanti-governati, élite-governan– ti) contrasta alla logica di qual- siasi sistema democratico, nei fatti e nella teoria. Ma è tutta qui la storia? Ef– fettivamente l'élite politica rie– sce ad essere l'alfa e l'omega? Se non nasce dalla cernita dei migliori (e, perbacco, non nasce certo da· simile cernita) nasce o si forma. forse, dal nulla? Dal caos o da un mandato di delega dei più deboli (e non dei peg– giori) ai più forti (e non ai mi– gliori)? Bismarck avverte: il potere si prende, non si riceve. Il postu– lato, eccettuato lo spirito col quale è posto, se ideologicamen– te non può essere accettato, in pratica è operante. Ora il pun– to è·elicato è il seguente: un te;::;.p-.i si sapeva dove fosse éli– te, quali fossero i Giovi tonanti. Essi, in tempi di assolutismo, e– rano i monarchi, i prìncipi e le loro corti (con gli interessi ma– teriali e morali che ne deriva– "ano). Oggi, correndo la demo– crazia, dovremmo additare élite nei deputati (poiché eletti dal popolo) e nelle loro correnti nel peggiore dei casi. Invece anche 35

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