Lo Stato - anno II - n. 23 - 20 settembre 1961

bi con lui. L'amore non può vin– cere la morte ma aiuta a vince– re il presente. L'importanza di Albert Ca– mus è data dal fatto che egli, vivendo fino in fondo l'espe– rienza della ideologia negati va. rivelatasi poi una mistificazio– ne e un non senso. se ne sia li– berato sapendo pronunciare an– dora parole di speranza; e le abbia dette con un tono caldo. vibrante di commozione e di poesia, con un linguaggio che non è quello talvolta arido e schematico delle dimostrazioni filosofiche. ma dell'arte çhe at– tinge nel profondo del senti– mento. La prirria pagina de " Il mito di Sisifo » -· che ha come cor– rispettivo sul piano del roman– zo " Lo Straniero » • si apriva così: u Vi è solamente un pro– blema filosofico veramente se– rio: quello del suicidio. Giudi– care se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è ri– spondere al quesito fondamen– tale della filosofia H. E dopo a– ver analizzato gli atteggiamen– ti dell'uomo assurdo concludeva asserendo che la vita per l'uo– mo non è degna di essere vis– suta, che « la notte non finisce mai >> e nçm vi è un domani... Posizione. come si vede, analo– ga a quella del Sartre de' «L'es– sere e il nulla )) che in un cam– po di fenomenologia filosofica era giunto alle identiche con– clusioni. Ben altro atteggiamento è quello che si trova ne' cc L'uomo in rivolta)); Camus ha superato il nichilismo e con esso quelle ideologie che pretendono di li– berare l'uomo l'hanno. invece, soggiogato a delle pesanti cate– ne rendendolo schiavo e prigio– niero di nuovi miti e di nuovi Lo STATO ecaginobianco assoluti. Camus, con penetran– ti analisi, dimostra che parole che promettevano libertà e giu– stizia si sono rivelate maschere dietro cui vi era terrore e morte e movimenti politici che aveva– no scritto come programma sul– le loro bandiere che avrebbero lottato per la fine di tutte le barriere e per l'uguaglianza di tutti i cittadini, fondarono in– vece col sangue e la deportazio– ne imperi ben più mostruosi di quelli barbarici. Valga come e– sempio il comunismo: Marx creò Stalin e il teorico dell'u– gualitarismo generò, su una il– lusoria profezia, il più grande Inquisitore moderno. Le rivolte, che hanno devasta– to il mondo rendendolo simile ad un immenso campo di batta– glia. si sono rivelate assurde e menzognere. Camus, nella lu– cente conclusione de ccL'uomo in rivolta)), dice: ccLarivolta è a– more: è il grido di Karamanzov, che vuole salvare tutti, non uno solo. Noi siamo con gli umiliati, per coloro che condannati a vi– vere, non sanno più come e per– ché. E' la rivolta pura, genero– sa, che non calcola e dà tutto ai fratelli della vita. Nella grande luce di questo pensiero il mon– do, la vita, resta il nostro pri– mo ed ultimo amore. I nostri fratelli respirano sotto lo stesso cielo di noi, e la giustizia è una questione vivente. Così nasce la strana gioia che ci aiuta a vi– vere e a morire e che noi ci ri– fiutiamo di rinviare a più tar– di ,,. Parole bellissime, colme di ve– rità, che risplendono come goc– ce d'argento nel dei;erto desola– to della non speranza della cul– tura moderna. Camus aveva vol– tato le spalle a Dio ma qui sen- tiamo vibrare quel senso di ca– rità e di partecipazione alla vi– ta. di incondizionato amore proprio del cristianesimo più autentico, quello che, attraver– so i tempi, è diventato patrimo– nio insopprimibile della cultura d'Occidente. In u Ribellione e morte » tro– vano posto articoli e risposte che Camus dedicò, quando uscì « L'Uomo in rivolta » a quanti - soprattutto i critici marxisti e i redattori della rivista di Sar– tre cc Tempi moderni)) - mal accolsero il suo libro e sonci fondamentali per bene capire lo atteggiamento assunto dall'au– tore, •in quel periodo, nei con– fronti di molta cultura moder– na francese che mal sopportava le dure critiche rivolte al parti– to ed agli stati comunisti. Degni di menzione sono an- che i « due discorsi di Svezia H, pronunciati il primo all'hotel de la Ville di Stoccolma in occasio– ne del conferimento del premio Nobel, il secondo nell'aula ma– gna dell'università di Upsala, che sono documenti essenziali della storia culturale dello scrit– tore francese poiché contribui– scono a meglio conoscere il suo pensiero. In quegli scritti Camus appa– re come un intellettuale che non accetta facili allettamenti e non intende rinunciare alla sua libertà: vuole rimanere li– bero e rivepdicare le ragioni dell'arte minacciate, più che mai, non soltapto dai cultori della ragione di Stato ma da quegli artisti che hanno abdica– to a se stessi. Egli sostiene - e la sua è una autentica lezione - che in un tempo corrie il nostro, in cui la lotta divampa e l'impegno è ne– cessario, l'arte non può svilup- 33

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