Lo Stato - anno II - n. 23 - 20 settembre 1961

Mosé sul Sinai. Al luogo di que– sta favola abbiamo la realtà, u– na molto grigia realtà di astu– zie e di. accorgimenti mediocri. Al principio del VII sec. un ebreo si rivolse agli arabi della Mecca per annunciar loro la re– ligione di Jahvé: a quel tempo Maometto. con ogni probabilità. non ne conosce neppure la più piccola parola. L'ebreo, o meglio il rabbino. data la ricchezza della sua dot– trina, nel predicare incontra fiere opposizioni da parte degli idolatri. Questi infatti (come ri– sulta dal « diario ») si ostinano nel culto per gli idoli di pietra che son custoditi nella Ka'ba e. d'altra parte, sospettano dello straniero e dei suoi argomenti inconsueti. Quando poi il rabbino raccon– ta del libro che Jahvé ha con– segnato a Mosé essi chiedono, superstiziosamente, un loro «li– bro » come prova dell'autentici– tà della rivelazione divina, non appagandoli il racconto biblico. Il « Corano arabo » nasce nel clima di questa ingenua e su– perstiziosa richiesta del «libro)) e del profeta che lo riceve in consegna. Per fare ciò il fonda– tore dell'Islam decide di servirsi di un aiutante, un mezzo fra il compare e il sacrestano; e la scelta cade sopra di un arabo quarantenne, mere.ante-carova– niere, d9tato di un forte senso dell'avventura e (requisito forse essenziale), sposato a Khadidija una ricca ed imperiosa vedova, di quasi certa origine ebraica ... 30 caginobianco Questo strumento dell'impo- pronti alla stupefazione a bocca stura è Maometto. Lui riceverà aperta dinanzi al ritornante fe– il libro, lui comunicherà al po- ticcio islamico dovrebbero leg– polo la notizia che Iddio si è ri- gere e meditare le pagine di pa- velato... dre Théry. Delle fatiche penate dal rab- Comprenderebbero che rifiu- bin0 per convertire Maometto, tare in avanti il Cristianesimo per istruirlo alla sera, fuori dal- equivale, a ritornare alla prei– lo sguardo degli arabi, e per in- storia nel nome del progresso. durlo alla vocazione di profeta Ponendoci dinanzi alla com– del panarabismo abbiamo una posizione ambigua dell'avventu– pittoresca e vivace relazione nel ra islamica, proprio questo p. corpo stesso del Corano. La sot- _ Théry ottiene: di rivelare il ca– tile esegesi del padre Théry rie- • rattere stravolto dei ,, balzi in sce far risaltare questi passi, avanti », l'involuzione delle con– come se si trattasse di decifrare quiste, l'immensa coda di tri– un'abile criptografia. E questa è stezze che trascinano i ,, semi– la parte più fascinosa e avvin- nator di scandalo e di scisma ». cente della sua opera. Il ciclo « maomettano » ha In conclusione si può dire che indubbiamente portato una sua soltanto nel secondo periodo civiltà: ma per farlo nel nome dell'Islam (quando la grande i• anticristiano ha dovuto. ritorna– dea della civiltà dei musulmani re sul mondo buio dell'amarez– era già stata concepita e svi- za precristiana. Ha dovuto su– luppata nell'architettura di un perare il Cristo rinnegando e piano operativo) appare Mao- perdendo il frutto della sua re– metto. ma come pa~sivo esecu- denzione. Altra via non c'era. tore. Egli, e più di lui i suoi Insomma: la ricostruzione del connazionali, contribuiranno p. Théry può anche esser rifiu– poi a distaccare parzialmente la tata, non la sua penetrazione fede e l'avventura islamica dal dell'anima contradditoria del– piano iniziale del loro ideatore. l'Islamismo. Ma ciò che accadde successi va- men te ha importanza relativa. E' per questo motivo che ri- teniamo che l'esegesi di p. Thé– Quel che è decisivo, e a no- ry sia un fatto importante nel– stro avviso sicuramente fonda- la :vita culturale del nostro se- to, nell'opera di p. Théry è l'in- colo, una barriera con cui do– dividuazione della matrice au- vranno fare i conti le troppe tentica e sconosciuta dell'Islam: • • al · t· 11 vocaz1on1 smcre 1smo e a a e cioè l'ebraismo anticristiano. Gli europei che sono tanto consumati nell'arte di rifiutare il Cristianesimo quanto sono G ~ .............. a., « religione universale ». PIERO VASSALLO

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