Lo Stato - anno II - n. 23 - 20 settembre 1961

b do l'ordine cronologico, è moti– vo di sospetto e di perplessità. E. p. Théry, appoggiandosi sui preoedenti studi glottologici e sto,rìografici; mostra come le su– rate che con certezza apparten– gono agli inizi dell'Islam siano distribuite nell'ultima parte del Corano di Othman. Inversa– mente le raccolte di versetti at– tribuite ai periodi successivi so– no disposte nella prima parte del Corano. Questa scoperta consente di stabilire con certezza l'ordine della predicazione e l'ordine de– gli avvenimenti nella fondazio– ne dell'Islam. Ora è proprio l'esatta dispo– sizione cronologica che permet– te il rilievo dei dati più scon– certanti. Infatti è proprio nella parte che cronologicamente ap– partiene alla fondazione dell'I– slam che si rivela, più accen– tuato, il vero carattere del Co– rano. Per quanto attiene alla parte di dottripa, una successione strabocchevole di riferimenti e citazioni dimostra la dipenden– za assoluta del Corano dalla teologia ebraica: pon è una re– ligione nuova quella che affio– ra, ma l'antica religione degli Ebrei. E con ciò la fondazione dell'Islam è privata del suppor– to di originalità che è indispen– sabile ad un libro rivelato. E vi è di più. Una indagine sottile e prodiga di riferimenti dimostra, senza possibilità di e– quivoco, che il rivelatore di « Allah n fu profondo studioso e raffinato trascrittore della Storia di Israele, del Pantateu– co, del Talmud e dei Midra– schim, e perfino del libro apo– crifo dei Giubilei. Dunque il ve– ro volto di Allah è quello di un nome arabo al Dio degli Ebrei ed è lecito concludere che << il ne pourrait etre que l'image Lo STATO '-' inobianco exacte, télévisée du Dieu des Juifs: créateur du ciel et de la terre, Dieu Tout-Puissapt, un Dieu qui ressuscite sa créature, Dieu Souverain Juge,. récom– pensant les bons et précipitant le mauvais en Enfer ».. Sgombrata l'ipotesi della· ri– velazione (peraltro cara ai «tra– dizionalisti » europei) non ri– marrebbe che accogliere il Co– rano come abile impostura di Maometto, secondo quanto so– stP.ngono i razionalisti. A questa tesi p. Théry toglie il supporto storico e la possibi– lità psicologica. Per quanto attiene alla sto– ria, la tesi raziopalistica si reg– ge ipfatti sulla ammissione (facilmente dimostrabile asimr– da) per cui un carovaniere, cre– sciuto nell'abbandono e vissuto in mezzo ai vagabondi avrebbe posseduto una coposcenza sco– lastica dei testi ebraici. E non solo: all'impossibilità che l'auto-indottrinamento ·di Maometto sia il tramite della dipendenza ebraica d.el Corano. si deve aggiungere l'impossibi– lità che il marito di Kedidjia abbia mai vissuto stati d'animo quali traspariscono dal Corano. Il Corano, ad una indagine at– tenta, risulta anzi come lo spec– chio fedele dell'anima ebraica, del suo particolare, drammatico. « modo » di rapportarsi alla di– vinità, al prossimo e agli avver– sari. Rimane una sola conclusio– ne: un discorso così profonda– men te radicato nella scienza e nell'anima del popolo ebraico non poteva avere che un autore autenticamente ebreo, << un e– breo in carne e ossa ». " Un juif s'agite à la Mecque, afferma padre Théry, il y pre– che publiquement, s'adresse di– rectem.ent aux id6latres mec– quois les menace des peines de Enf er, s'ils refusent de croire d son message. Ce juif se présen– te aux arabes comme le Pro– phète de Dieu. Il cownait la Bi– ble et le Talmud et il eherch.e d convertir les idolatres d la re– ligion d'Israel >>. (Cfr. « De Mai– sé a Mohammed », libro 1° pa– gina 59). L'identificazione di un prota– gonista nuovo all'origine dell'I– slam incoraggia ad approfondi– re ulteriormente la coposcenza del Corano, per ottenere un quadro più completo e più con– vincente del suo contenuto. Così, dietro l'intreccio confu– so delle surate, si delineano i profili di due opere distinte; manomesse interpolate e minu– ziosamente epurate e tuttavia dai tratti incancellabili. Sono due tenui fili che, dopo tredici secoli di falsificazione mai contestata, solo l'acutezza e la sagacia di padre Théry hanno saputo afferrare salda– mente. Il primo è un libro di memorie, una specie di diario di viaggio, dove il fondatore dell'Islam annotò la vicenda del suo apostolato e che p. Théry chiama << atti dell'Islam »; il se– condo è un adattamento della Bibbia, raccolta di passi e di preghiere intonate al testo mo– saico, che andò successivamen– te perduta. Questo libro è chia– mato ((Corab », cioè corano a– rabo. Ed è seguendo e interpretan– do la traccia sottile degli u at– ti dell'Islam » che p. Théry rie– sce a svelare la prima e genui– na origine dell'Islam. Questa origine non ha nulla di leggendario e nulla di so– prannaturale: la favola di Mao– metto illuminato sul monte Ri– ta, risulta inoppugnabilmente una maldestra manipolaziope e uno scambio di persona nel rac– conto della rivelazione divina a 29

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