Lo Stato - anno II - n. 23 - 20 settembre 1961

M E N T o quanto dura e drammatica essa sia, sarebbe stata tale se il problema africano fosse stato impostato dal mondo occidentale con una linea di modera– zione e di fermezza. Se l'integrazione è parola di progresso in Europa. non si comprende perché es– sa debba essere parola di regresso in Africa. Ciò che cresce oggi di r.ivilmente maturo in Africa è un portato di quel tanto d'integrazione espresso dal– la civiltà europea. Niente di questo, si capisce, può svalutare la ricchez_za umana e la spinta di origi– nalità degli africani: ma essi hanno tutto da guq,– dagnare dall'assorbimento del più ricco e vero pa– trimonio culturale del genere umano. Gli occidentali pagano all'ONU quella poli– tica di " decolonizzazione " di marca anglosasso– ne che nella preoccupazione di mantenere intatta la presa economica sui popoli ex-coloniali ha ab– bandonato, spesso in modo ingiustificato e preci– pitoso, i vecchi territori d'Africa e d'Asia in balia di una classe dirigente impreparata, corrotta dal tecnicismo, facile preda delle interessate sollecita– zioni del mondo comunista o degli agenti che Mo– sca, previdente, da anni aveva messo a fianco dei capi " borghesi " di matrice occidentale. Il prestigio delle Istituzioni Per alcuni scritti apparsi su questa rivista sia– mo stati accusati in passato, di gettare discredito sugli istituti democratici del paese, seguendo una nostra pretesa vocazione autoritaria. A tali accuse.abbiamo sempre risposto, in mo– do documentato, che il disçredito sugli istituti lo hanno gettato a piene mani quei responsabili dei <e partiti democratici» i quali, sopratutto dal. 1954 in poi,, hanno sistematicamente, apertamente e senza apprezzabili reazioni da parte degli interes– sati, calpestato i diritti del parlamento e del go– verno. A sostegno di quanto abbiamo scritto in pas– sato su tale argomento, possiamo oggi fare riferi– mento ad un episodio la cui gravità non potrà sfuggire a nessuno dei nostri critici in buona fede. Ci riferiamo al f att"o che i testi delle lettere indirizzate da Krusciov e da Kennedy al presiden– te del consiglio -- che erano stati rifiutati al mi– nistro degli. esteri, al, consiglio dei ministri riuni– to in .~eduta collegiale e deliberante alla commis– sione esteri delle due camere ed al parlamento - sono stati sottoposti nelle loro steJ_ure integrali, dall'on. Fanfani ai segretari dei quattro partiti «convergenti». bibliotecaginobianco A quattro cittadini, cioe, ai quali la costitu– zione non riconosce nessun titolo e nessuna auto– rità per tra.ttare di afjari e di documenti di Stato; tre dei quali rappresentano inoltre, in una sfera che prescinde sempre dai dettati costituzionali particelle infinitesimali della opinione pubblica e dell'elettorato italiano. In queste condizioni e di fronte a fatti del genere, quando parlamento e go~ verno dovessero ancora una. volta mostrare acquie– scenza di fronte al comportamento sprezzante dei capi-partito nei loro confronti, riteniamo di non aver più nulla da dire· in materia di dignità e pre– stigio delle istituzioni che governano il paese. Ai– tendiamo orq, con interesse di conoscere l' o pinio– ne deUe vestali della nostra costituzione, circa il valore da attribuire alla iniziativa dell'on. Fanfa– ni; .~ia sotto il profilo più squisitamente politico, che sotto il profilo della correttezza del suo com– portamento in ordine alla dignità ed al prestigio del parlamento e del governo. Brillanti prospettiYe L'on. Reale è stato abile nel rispondere alle domande dei giornalisti nel corso di. « Tribuna politica». In una sola circostanza è stato, più che espli– cito, brutale. Tale atteggiamento ha assunto ·nei confronti del problema della _scuolaprivata in Ita• Lia. Egli, infatti, senza mezzi termini, ha afferma• to chè il PRI mai potrà accedere alle richieste di parte cattolica circa i finanziamenti dello Stato al– le scuole private. L'atteggiamento del PRI in materia è più che corretto e legittimo; perché giustificato dalla tra– dizione del partito e dalle sue premesse ideologi– che. Tai,e atteggiamento blocca sul nascere il ten• tativo di certi settori della DC di aggirare l'osta– colo che si oppone alla approvazione del "piano decennale della scuola '' con il diversivo dello " stralcio " degli articoli interessanti la scuola privata. Perché, infatti, è certo che mai quegli arti• coli potranno essere approvati dall'attuale maggio– ranza di governo; posto che non solo il PRI ma anche il PLI ed il PSDI si oppongono agli stessi per ragioni di principio. Quando poi si consideri che nelle intenzioni di quei settori della DC l' at– tuale maggioranza di governo dovrebbe essere mo– difir.ata dalla acquisizione dei voti del PSI - no– toriamente tenero nei confronti della scuolà pri– vata - si avrà un quadro completo di quelle che sono le prospettive che si aprono per i cattolici in ordine ad un problema che per essi non potrà mai essere considerato oggetto di discussioni e di ba– ratti politici. 25

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