Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961

RIVOLUZIONE E NAZION Il problema della data d'ini– zio del Risorgimento italiano, non è puramente astratto ed accademico come potrebbe sem– brare, e come sogliono essere, in genere, i quesiti di tale natura. A seconda infatti, che si incìu– da o meno nel periodo risorgi– mentale la fase della invasione e del dominio della Francia re– pubblicana e napoleonica, le prospettive di tutti gli altri pro– blemi, connessi ai decenni suc– cessivi, cambiano radicalmente.- In linea generale, a far coin– cidere l'inizio dell'epoca risorgi:.. mentale con l'apparire delle ar– mate francesi in Italia, sono co– loro che vedono nella formazio– ne dell'unità italiana null'altro che una delle manifestazioni di quel generale processo rivoluzio– nario che, partendo dalla Fran– cia, investì l'Europa scuotendo– ne la struttura tradlizionale e facendone scaturire l'attuale as– setto democratico. Coloro inve– ce che tendono a dare la pre– valenza al fatto unitario rispet– to a quello rivoluzionario, cer– cano di isolare gli avvenimenti italiani da quelli contempora– neamente in corso nel resto d'Europa, e di individuare un autonomo sviluppo - sia poli– tico che ideologico - nelle for– ze nazionali che operavano per l'unità: di conseguenza escludo– no l'appartenenza del periodo francese al ciclo risorgimentale. Naturalmente, questa somma– ria partizione, non :vuole indica-. re l'esistenza di due scuole rigi– damente classificate, ma al con– trari? la presenza di due esigen– ze d1 fondo, che finiscono per manifestarsi anche all'interno di scuole formalmente diverse. L'intrecciarsi delle tendenze è in questo caso accentuato dal vi– luppo di contraddizioni che na– scono da un problema posto fin dall'ini:?:io in termini errati, e che mettono gli uni e gli altri di fronte alla necessità di dare 26 ecaginobianco spiegazion a fenomeni aperta– mente contrapposti. Da un lato, i sostenitori della priorità dell'evento rivoluziona– rio, debbono connettere le idee ed i principii dell'89 con il for– marsi dell'esigenza nazionale ed unitaria, e cercare nei primi le radici della seconda. Dall'altro lato, coloro che danno la preva– lenza all'aspetto unitario, debbo– no fornire una legittimità na– zionale alle idee rivoluzionarie e cercarne sintomi ed anticipa– zioni nelle manifestazioni della precedente storia d'Italia. Anche in questa, come in al– tre consimili questioni, l'errore consiste nell'ottimismo ad ogni costo, che porta a vedere nel– l'unità d'Italia così come essa si è verificata, un fatto positivo in tutti i suoi aspetti, che avrebbero dato luogo act una realtà finalisticamente perfetta. Un solo sguardo all'It'alia è sufficiente a mostrare l'infon– datezza di una tale premessa, e di conseguenza, la necessità di un'indagine che separi, fra le forze che concorsero a dirigere il processo unitario, gli elemen– ti positivi da quelli negativi. Pur senza commettere, natural– mente, l'errore tipicamente cro– ciano, di voler distinguere la ,<storia >> dalla ((antistoria >> ar– ruolandovi d'ufficio i primi, e mettendone inesorabilmente al bando i secondi. Fra le opere degli storici del– la prima categoria, va allineato il recente studio di Giorgio Vac– carino, ,1 I patrioti u anarchi– stes » e l'idea dell'unità italia– na n. Includendo senz'altro nel periodo risorgimentale gli anni dal 1789 •al 1814, l'autore con– duce una attenta indagine, fon– data su di una buona ed abba– stanza estesa scelta di docu– menti, tendente a scoprire e se- guire i primi fermenti unitari man mano che essi si manife– sta vano fra i gruppi dei liberali italiani, durante le varie fasi delle successive invasioni fran– cesi nella penisola. Il Vaccarino non si pone in verità il proble– ma ideologico: per lui ha già risposto il Croce, ect a tanta au– torità egli si rimette. << Donde derivasse per l'Italia - scrive infatti il Vaccarino -- e come si realizzasse praticamente la spiegazione dell'unità, lo stesso Croce aveva detto, riconoscendo nella vagheggiata soluzione uni– taria, lo strumento pregiudi– ziale per ottenere anzitutto li– bertà e indipendenza nel qua– dro dello stato moderno. e noi abbiamo creduto di dimostrarlo portando a contributo, lungo tutto il rwstro studio, gli scarsi documenti ritrovati sulla cos'J)i,– razione italica ... ,,. Sulla scia del maestro, i.I Vaccarino spiega co– sì il collegamento tra le idee il– luministiche e l'esigenza unita– ria, in forma quanto mai sem– plice e lineare. I liberali italiani non avevano trovato nè nel re– gime diretto di occupazione e di annessione, nè negli .stati crea– ti dalla Francia nella penisola, il soddisfacimento delle proprie aspirazioni. Da una << tiranni– de i, essi erano passati all'altra. L'unico modo per realizzare le idee della rivoluzione era quello di ribellarsi al regime instaura– to dalla rivoluzione stessa: il solo mezzo per farlo efficace– mente e con la forza necessaria era il tendere all'unità. (< I po– poli italiani - dice ancora il Vaccarino -- riparavano • così sotto il segno dell'unità nazio– n_ale,per trovare quell'appoggio sicuro; nella· lotta per le liber– tà moderne e l'indipend'enza, eh-e non avevano ottenuto dai grandi vicini n. Dal che si de– duce, che se quell'appoggio fos– se ~tata invece ottenuto, se cioè la Francia si fosse comportata nei fatti secondo le ideologie·

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