Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961
b PRIMODISCORSODI LORENZO (rivolto dal Magnifico a Gerolamo Savonarola) Del mondo intiero armonia è regina e in ogni cosa vive la misura. Che può esistere mai senza una forma? Quale mente può amar l'illimitato? Intendi bene, frate: è posto un segno oltre il quale non va sapienza umana. Essa è quel segno: fuori è la follia. Ad ogni cosa noi diamo la· norma: all'angelo, alla pianta, all'animale: ed il sapiente costruttor di· Stato sopra ogni cosa attende all'equilibrio. Forse che Dio non ha creato il cosmo? Non ne ha respinto il caos senza confini? Per ogni cosa non c'è forse un nome? Di tutto il mondo, l'uomo è la misura: e in questo appunto è la saggezza greca. Che cos'è mai Platone? Egli è la scienza di ciò che il Cristo ha in Se significato. Solo la sapienza del filosofo svela il senso nascosto del Vangel_o. Chi può guidar se non chi già conosce? Questo comprendi, se ti guardi attorno, a.lla Firenze che nuova ho edificato sulla sapiente linea orizzontale dovP. ogni cosa è chiara e definita. Come gli antichi, abbiamo amato il [cosmo. Da questo amore la bellezza è sorta, oggi come in Atene: e questo è il premio. Vuoi tu di nuovo sconfortare il Cristo, vuoi tu riaprire l'urto originario e la pace dei secoli scomporre, dir l' Evangelo ai popoli cristiani? Ascolta, frate, quest' è pazzia nuova e .~uprema sfiducia è irriverenza. Provvede a tutto ciò che è costituito. Lo S ATO ginobianco Solo il potere custodisce il semplice: chi a lui si affula, non conosce il male. Su chi comanda grava la coscienza; ma chi obbedisce è un passero esultante. Ardisci tu spezzare questa legge? Intendi tu cos'è grandezza umana, dare l'impronta al volto dello Stato? Nello spazio ho posto segni nuovi e sul tempo ho disteso il mio cammino: una città, bella più di un vivente, un'armonia, infusa nella storia, un destino, creato oltre la morte. Tutte le cose da me hanno avuto forma, io ho congiunto il nuovo con l'antico. Tu non porti la pace ma la guerra; tu non ci lasci far compiuto il mondo. Eppur non ci ammonisce la Scrittura a costruirlo con le nostre mani? Perché tu vuoi strapparci a questa terra e segnarci di un altro desiderio ·che ci sospende estatici nei cieli? Non invidiarci questa nostra pace ..... Ma tlt ricerchi l'angelo nel verme, e vuoi dal mondo suscitare Iddio. Ha già consunto questo tuo disegno la gran noia dei secoli cristiani ..... Cosa pretendi, oltre la nostra morte che ci disfa il mondo dalle mani? Lascia che l'opera effimera continui; .... Ma tu non vuoi, tu, nuovo cristiano. l,a Fede vuole conquistare il mondo e l'Eterno spezzare i suoi confini. Non regge dunque più l'argine antico? Siamo noi stessi che l'abbiamo rotto. Per nostra mano vince il Galileo. 25
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