Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961
M E N T o mentari nelle scelta del Capo \dello Stato. Segno che in qualche modo si avverte la dimensione di– versa che ha quell'elezione per ri.~petto agli altri atti del Parlamento ~ delle clit1erse regole che de– vono presiedervi. Fare del Presidente della Repubblica l' espres– sione di u11amaggioranza, delegato da quella, vin– colato da quella, onerare il Capo dello Stato di un r:incolo politico sorto da una maggioranza preco– stituita, è falsare il funzionamento delle istituzio– ni parlamentari, che ha per presupp<>sto l'impar– zialità del Capo dello Stato. Crediamo che la cri– tica principale che va<fu mossa al,l'on. Gronchi è di aver dato in qualche modo significato politico alla sua. maggioranza di investitura. Che essa fos– se occasionale, per quanto paradossali ne fossero i termini, e preoccupanti di per se, è stato difet• to meno grave che se il Capo dello Stato fosse espressione di una maggioranza organica e pre– costituita. Vorrebbe dire rendere impossibile la dinamica politica, di cui la stabilità e l'imparzia– lità del Presidente è il fondamento ir, un sistema parlamentare. Se dunque le idee di Galloni avessero seguito e fo.~se così impostato il pro_blema della elezione del Presidente, ci troveremmo di fronte a una sorte di regime del centro-sinistra. Non a meno di questo. I liberali e "Il Giorno ìlìl Sin dal suo primo numero « Il Gionw », diret• to da Gaetano Baldacci, s'era apertamente at– testato su posizioni e< neutraliste », « terzaf orzi– ste » in politica estera su, posizioni filo-sociali– ste in politica interna. Presiedendo l' on. Segni un governo appog~ to dal PLl ed osteggiato dal PSDI, venne scate– nata dalla stampa liberale una furiosa campagna contro lo « scandalo >> di un organo finanziaria– mP-nte controllato dal governo che combatteva a• spramente le linee fondamentali della politica go– vernativa. Tanto. tuonò che piovve. E la pioggia. .~iportò via Ca.etano Baldacci che, a torto o a ra• gione, veniva indicato come il responsabile degli indirizzi del giornale. [,o sostituì Italo Pietra, uomo di pr<rvata fede sucial-democratica se non proprio socialista. Considerati i motivi che avevano caratterizzato l'offensiva liberale, si doveva legittimamente pe11,– sare che il cambi.o del direttore e gli ancor più stretti legami che si erano stabiliti, dopo la defe• nestrazione del Baldacci, tra « Il Giorno » ed un importantissimo ente di Stato avrebbero d.etenni– nato un sostanziale mutamento di rotta nel qzwti– diano milunese. Le cose sono andate in ben altro modo. Dnl giorno dell'avvento di Italo Pietra alla direzione del giornale, /,e tendenze •< neu.trnliste )l, <e terza- bibliotecaginobianco f orziste i> e <e filo-socialiste » dello stesso si. sono addirittura accentuale rispetto al periodo Bal– -aacci. Ma i liberali hanno taciuto e tacciono su tale cosa. Le ragioni di questo atteggiamento del PLI? Riteniamo che siano da ricercarsi nel fatto che dopo il mutamento direzionale ne e< Il Gionw )) il PTJl, si è inserito u,. quel complesso gioco di equilibri e di spartizioni nei posti di sottogoverno che cementa la solidarietà e< convergente- >l dal lu– glio 1%0. E' in nome di tale, peraltro fruttuosa, solidarietà che i liberali hanno messo da parte tutte le . questioni di principio e di moralità poli– tica che li avevano spinti nel 1959 a scendere sd.e– gnati in ·campo contro la linea e la direzione de « Il Giorno ». Il quotidiano milanese si balte og• gi con decisione per la neutralizzazione della Germania, per l'accoglimento delle propo.,te di Krusciov circa Berlino; per iJ, regionalismo e lo statal,ismo più spinto per non dire altro, ma. i li– berali tacciono. Tacciono p~rché l'affare cl.e <e Il Gionw >> rien– tra, nel quadro delle <e convergenze» nella sfe• ra riservata di influenza dei partners di <Csinistra» delle .,tesse, e per tale ragione i liberali giudica• no utile ignorare lo stesso al fine di evitare nuovi .~cossoni al carrozzone governativo. Che poi-l'on .. Malagodi - il quale in ogni inter– vento pubblico ama inquadrare l'impegno libera– le in una cornice di prui.cipii da difendersi, dice lui, ad. oltranza - non senta la contraddizione tra l'atteggiamento passato e presente del suo parti– to circa la questione de « Il Giorno >> non deve fare meraviglia. Dal luglio 1960 il PLI ci ha abi– tuati a ben altri eqnilibrismi tra la teoria e la pra• tica applicata alla azione politica, e riteniamo che in un futuro prossimo, in materia, ci risen;erà an– cora non poche sorprese. "Tradimento~~ Sardista I social-democratici hanno menato scandalo perché i Sardisti sono entrati in giunta con la DC a Ca.gliari, mentre essi sono stati, poco elegante– mente in verità, messi ali a porta dalla DC isolana. Secondo i Social-democratici tale comporta– mento dei sardisti rappresenterebbe un autentico tradimento per gli ideali di centro-sinistra, dei quali gli autonomisti sardi si proclamavano fer– venti assertori. In data 20 magKi,o e 30 giugno noi avevamo definito i sardisti una congrega di maneg– gioni della politica, pronti ad abbracciare tutte le cause purché legate a solidi interessi. Per aver det• to que:;to siamo stati coperti di contumelie dai << democratici di sinistra » sardi, social-d.emocrati– ci compresi. Ci spiace per loro, ma i fatti ci hanno dato ragione: non ci resta che da sperare che al– metio il linguaggio crudo dei fatti valga a. qualche cosa ... 17
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