Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961
qualche modo temperare, per andare così incon– tro al socialismo e quasi per una via media ac– cordarsi insieme. E :vi ha di quelli che nutrono la vana speranza di trarre a noi in questo mo– do i socialisti ». « Vana speranza, diciamo! Quelli infatti, che vogliono essere apostoli tra i socialisti, de– vono professare apertamente e sinceramente, nella sua pienezza e integrità. la verità cristia– na, ed in nessuna maniera usare connivenza con gli errori. Che, se veramente vogliono esse– re banditori del Vangelo, devono studiarsi anzi– tutto di far vedere ai socialisti, che le loro ri– vendicazioni, in quanto hanno di giusto, si pos– sono molto più validamente sostenere con i prin– cipii della fede cristiana e molto più efficace– men te promuovere con 1~ forze della cristiana carità ». Abbiamo riportato per intero questo testo perché ci pare, staccato come è nel tempo e nelle circostanze, quasi descrittivo della .situa– zione italiana di oggi: tanto la conoscenza. del– l'universale è guida al giudizio sul particolare. L'articolo recente dell'on. Sa.ragat sulla << Mater et Magistra )> lo prova sino in fondo. Le affinità programmatiche riscontrate con la dottrina cattolica non nascondono le contrad– dizioni di fondo tra le due dottrine, e quasi nei termini stessi in cui si esprimeva Pio XI: « Le divergenze tra il pensiero socialdemocratico ed il pensiero cattolico sono notevoli perché men– tre la dottrina cattolica mette l'accento sulla proprietà privata, i socialdemocratici lo metto– no sull'impresa pubblica ». E sono le ideologie, cioè il discorso sui fini dello Stato. e non il discorso programmatico, cioè quello sulle cose, a governare concretamen– te la politica. Sicché la concreta politica della socialdemocrazia italiana appare descritta, così com'è oggi, dalla Enciclica là dove si dice che essi, i socialisti moderati, " vogliono andare in– contro al socialismo moderato e quasi per una via media accordarsi assieme. E vi sono quelli, che nutrono la vana speranza di trarre a noi in .questo modo i socialisti. Vana speranza., di– ciamo! >). Ci pare che questo caso della socialdemo– crazia, che oggi ha in Europa e in Italia uno spunto di attualità, indichi bene la differenza che vi è tra il giudizio sui fatti e quello sulle idee e sui movimenti ideologico-politici e sulla mag– giore e dirimente importanza di questo ultimo giudizio nella dottrina sociale cristiana. Lo STATO bibliotecaginobianco I laici cattolici e i loro compiti sociali Posto quanto si è detto, non fa meraviglia che il Papa abbia poi fatto un particolare ap– pello agli organismi cui compete la formazione dei laici cattolici. Infatti è soprattutto il laica– to cattolico che è deputato all'instaurazione dell'ordine civile cristiano tra le nazioni. I giu– dizi infatti che il Papa dà sono giudizi ampi e generali e domandano poi di essere specificati e concretati. Molto spesso si dice di questioni che sono puramente politiche e quindi esse non riguardano come tali il magistero e la giurisdi– zione ecclesiastica. Questa interviene quando è, direttamente o indirettamente, in gioco un principio conie tale. Non per ogni ingiustizia interviene H potere ecclesiastico come potere: ma il potere secolare deve invece intervenire, perché esso è deputato ad applicare la giusti– zia in particolare in questo mondo. Ed il cri– stiano, in quanto cittadino, in· quanto autorità, colora queste attribuzioni, che gli vengono dal– la natura e dalla storia umana, con la luce e con la sapienza ,che gli viene dalla grazia. Quan– do dunque si dice che talune questioni sono pu– ramente politiche, non vuol dire che esse siano in concreto moralmente indifferenti per la co– scienza morale, per l'autorità civile e per il cri– stiano, in quanto parte dell'una e dell'altra. Le encicliche stesse hanno estremamente ri– dotto il margine di ciò che può essere oggetti– vamente considerato moralmente indifferente. Se si è considerato giusto un certo rappor– to tra l'agricoltura e l'economia nazionale e in– giusto invece un altro, si è ridotto l'ambito del moralmente indifferente: e così •via. Tuttavia quest'ambito rimane di per se non sotto la di– sposizione di chi gerit personam publicam Ec– clesiae, ma nell'ambito del potere civile. Quello stesso enuclearsi della potestas di– rectiva tra la potestas directa e quella indirec– ta, cioè l'emersione di un intervento del Magi– stero accanto a quello del potere di giurisdizio– ne, pone in primo piano la funzione del laicato . Nel caso dell'esercizio della potestas indirecta, è l'autorità ecclesiastica in primo piano. E' essa che sottrae all'autorità politica delle materie che abitualmente rientrano nella sfera di com– petenza di quest'ultima e le pone straordinaria– mente nella propria competenza. Nel caso della potestas directiva la Chiesa svolge un'attività di magistero per quanto attiene l'ordine civile. (coneinua a pa~. 18)
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