Lo Stato - anno II - n. 21-22 - 30 lug.-10 ago. 1961
Anche questa affermazione viene respinta " per la medesima ragione della precedente », cioè come incompatibile cori la dottrina cristia– na. Una semplice previsione storica viene qui giudicata incompatibile con la Fede. Il giudizio sui fatti, in quanto implicanti una valutazione della dottrina, assume un grande valore: il giu– dizio del Papa sulla storia impegna qui diretta– mente l'assenso di Fede del cristiano. E per un cristiano. questo è un fatto molto consolante. I due tipi di giudizi della dottrina sociale cristiana Alla luce di questa distinzione tra due tipi di giudizi contenuti nella dottrina sociale della Chiesa: quello sui fatti sociali come tali e quel– lo sµlle dottrine, considerate in se o come im– plicite in determinate valutazioni dei fatti, si intende bene come sia di per se quest'ultimo ca– so ad implicare molto spesso l'assenso di fede del cattolico. Il caso dei giudizi sui puri fatti, per la sua natura propria di giudizio pratico. impegna invece abitualmente l'obbedienza. E questa obbedienza è certo un rationabile Jbsequium. Perché un magistero così universa– le, così sicuro nei principii, così distaccato da interessi limitati a un sol popolo, a una sola ::ategoria, può certo vedere ciò che concreta– nente è giusto più che qualunque altra auto– rità o sapienza umana. Per questo il magistero ecclesiastico ha un ,alore che si estende anche di là dei confini del– a Cattolicità e, in quanto dichiari una regola ~oncreta di legge naturale, che obbliga di per ,e, può obbligare anche ogni pagano che sappia vedere il precetto di legge naturale implicito nel ;iudizio papale. , Questa distinzione (giudizi sulle idee e sui novimenti ideologico-politici, giudizio sui fatti mciali) vale anche per una particolare questio– '.le: quella sui rapporti tra Cattolicesimo da un 1 .ato e socialismo moderato o socialdemocrazia. Dottrina ociale cristiana e ocialismo moderato Su questa questione (e su questa distinzio- 1e) niente di più mirabilmente cristallino - e li un valore che oggi sembra ancor più attuale ~he nel '31 • - di quanto disse 1 Pio XI nella Qua– iragesimo anno e che Giovanni XXIII ha fatto )roprio nella « Mater et Magistra i>: " Più mo- 14 bibliotecaginobianco derato è l'altro pa_rt.ito che ha conservato il no– me di socialismo: giacché non solo professa di rigettare il ricorso alla violenza, ma se non ri– pudia la lotta di classe e l'abolizione della pro– prietà privata, la mitiga almeno con attenua– zioni e temperamenti. Si direbbe quindi che, spaventato dei suoi principii e delle conseguen– ze che ne trae il comunismo. il socialismo si pieghi e in qualche modo_ si avvicini a quelle verità che la tradizione cristiana ha sempre so– lennemente insegnato; perché non si può nega– re che le sue rivendicazioni si accostino talvol– ta, e molto da vicino, a quelle che si propongono a ragione i riformatori cristiani della società. « La lotta di classe infatti, quando si asten– ga dagli atti della inimicizia e dell'odio vicen– devole, si trasforma a poco a poco in una onesta discussione, fondata sulla ricerca della giusti– zia: discussione che non è certo quella felice pace sociale che tutti vagheggiamo, ma che può e deve essere un punto di partenza per giunge– re alla mutua cooperazione delle classi. Così an– che la guerra dichiarata alla proprietà privata si viene sempre più tranquillando e restringen– dosi a tal segno che al fine non viene più assa– 'ita in se la proprietà dei mezzi di produzione. ma una certa egemonia sociale, che la proprietà contro ogni diritto si è arrogata ed usurpata. E infatti tale supremazia non deve essere pro– pria dei padroni. ma del pubblico potere. Con ciò si può giungere insensibilmente fino al pun– to che le massime del socialismo più .moderato non discordino più dai voti e dalle rivendicazio– ni di coloro che fondati sui principii cristiani si studiano di riformare la società umana. E in verità si può a ragione sostenere esservi certe categorie di beni che sono da riservarsi solo ai pubblici poteri, quando portano seco una tale preponderanza economica che non si possa la– sciare in mano ai privati cittadini senza peri– colo al bene comune ». ,, Cotali giuste rivendicazioni non hanno più nulla che ripugni alla verità cattolfca -e molto meno sono rivendicazioni proprie del so– cialismo. Quelli adunque che a queste sole mi– rano non hanno ragione di dare il nome al so– cialismo ». << Ne perciò si dovrà credere che quei parti– ti o quei gruppi di socialisti, che non sono comu– nisti, siansi ricreduti tutti a tal segno o di fatto o nel loro programma. No, perché essi per lo più non rigettano nè la lotta di classe. nè l'abo– Hzione della proprietà, ma la vogliono solo in
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