Lo Stato - anno II - n. 20 - 20 luglio 1961

sfera delle filosofie immanenti– stiche, alle quali l'occidente ha dato nomi di luce, di libertà e di esaltazione dell'uomo. A voler ricercare il ((tradi– ·mento », questo è nel progresso verso la liberazione dagli cc as– soluti n di varia formula, dalle strettoie mortificatrici della lo– gica astratta e della ccstoria )l e verso una base cc analitica che renda sperimentale l'agognata fusione di senso e intelletto. Questa base è offerta dalla psicanalisi di Carl G. Jung: e forse oggi Hegel griderebbe al– l'assoluto a cavallo di un letti– no di alienista. ,E non per puro ca1:10.Come all'immanentismo hegeliano. così al sistema.. di Jung neces– sitano i mediatori, le avanguar– die sapienzali, gli uomini spe– ciali che trascinano i loro simi– li ai più alti gradi della coscien– za. Naturalmente i ccmediatorin non son più filosofi, ma psica– nalisti: dati gli incerti del me– stiere di interprete delle cate– gorie logiche della storia, il com– pito di orientare le più segrete scaturigini della personalltà spetta ora ai cerusici. Essi in– fatti si muovono sul piano della più severa scientificità e non è possibile che falliscano, alla ma– niera dei maghi della storia, nella costruzione dell'uomo per– fetto, o per dirla a caratteri di tutto positivismo, nella compo– sizione della pietra filosofale. (op. cit. pag. 89). Senza accorgercene, siamo pe– netrati in un campo dove è spontaneo pensare alle migliori cause che si offrivano all'acca– nimento laicista contro le e~ su– perstizioni papali >>. Per meglio illustrarci la via della socialità, dice infatti Ja Bertine: cc la libido non perso– nale viene considerata come il contrapposto f emrminile del Dio Shiva che, dormendo arrotan.- Lo STATO biblioteçaginobianco dato su sè stesso, giace nel grembo umano, sotto forma di serpente (Kundalini). Il suo sta– to rimane invariato finché l'uo– mo rimane nella coscienza pu– ramente personale », che per i « maghi » è la pura incoscienza. Giunge il cc maestro » (cioè il cerusico-psicanalista) il quale cc sveglia Kundalini e la obbliga a salire lungo lo "schuchumna", attraverso lo stretto canale della colonna vertebrale... che simbo– leggia i successivi gradi di co– scienza, fino a raggiungere il sahasrara chakra al vertice del– la testa, dove si riunisce a Shi– va suo padrone». (op. cit. pag. 24). Nasce allora l'uomo « com– pleto », « dotato » di imperso– nalità in quanto folgorato dal- 1 'apprendimento dell'identità di coscienza personale e anima collettiva. Per aver l'illusione di nascere a questo burattino, i balordi americani a più alto reddito ver~ano tariffe favolose alle pletore dei - « cerusici che fanno le persone ». Ci sarebbe da ridere, come ad una commedia di Feydeau, se questo lusso non minacciasse di estendersi alle masse popolari e rurali (che in America sono sa– ne) e all'Europa stessa, dove queste cretinerie sono nate, ma dove non possono affermarsi se non mediante il potenziamento dell'incantevole macchina ame– ricana. In questa diffusione, infatti, si passa dalla tragicommedia che riguarda pochi benestanti (che hanno pur sempre il dirit– to di spendere i loro averi nel rincretinimento) ad un vero e proprio attentato alla colletti– vità. Da ciò noi dobbiamo difen– derci: da una morale che abbia così sinistre radici. Il linguag– gio fumoso infatti nasconde ba– nalità recitate in sancrito, per– ché tutto si ridurrebbe ad una pressione sugli istinti, nel lorr– lato perver$o ed in un obnubi– lhmento della ragione. Gli esempi non mancano, e la stessa casistica che ci offre la Bertine ne è ricca. Si tratta di portare la devastazione al li– vello collettivo, di prolungare gli effetti della propaganda « occulta », del motivazionali– smo, le suggestioni collettivisti– che del « welfare state », gli ef– fetti dell'irenismo, le spiegazio– ni mitiche della « religiosità ». (e alla luce della psicanalisi lo Steinemann ha dato un saggio recentissimo di cosa si può fare nel ramo). Se questo avvenisse anche in Italia (e purtroppo non sono pochi i gonzi che sbavano verso la Scandinavia dove questa è quasi la regola) non si vede qua– li ragioni avremmo poi per de– plorare l'asservimento 1< auto– critico >> della personalità e l'a– teismo sovietico, se non una vuota ipocrisia. In conclusione, noi dobbiamo difenderci dalle inumane co– strizioni della « pi:;icanalisi » come ci si difende dalle molte lusinghe del laicismo: sul piano della coscienza e della volontà. Della volontà, sopra tutto, di re– stare uomini e coscienti. E ma– gari « superstiziosi ». C'è l'esempio dello scolaro la cui volontà fu educata secondo i canoni della pedagogia pro– gressista e che fu trovato in un mare di lacrim,e. Gli chiesero il perché di quel pianto disperato ed egli rispose: « Non voglio più fare quello che voglio ». Potes– se esser questo l'esempio che ci guida nei difficili rapporti di un laicismo che con troppa scien– za vuole educarci alla luce e al– la libertà. E di questo esempio, almeno, potremmo esser grati alla Bertine e al suo editore « laico >>. PIEROVASSALLO 25

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