Lo Stato - anno II - n. 20 - 20 luglio 1961
marxista, la virtù sociale di questa cl.·-tssesicu– rnmrnt.E: fedele allo Stato, l'attacramento alle tr,.dizioni religiose del paese, fanno dei coltiva– tori diretti il vero pilastro centra1e della nostra società civile. Tuttavia questa categ<Jria è quel– la più direttamente minacciata dalLI.attunle cri– si economica dell'agricoltura. Innanzitutto l'eccessivo frazionamento del– la proprietà coltivatrice, specie in certe zone, ha reso quasi anti-economiche migliaia di piccole aziende. Il problema della Jneccanizzazione ren– de poi insufficienti anche unità colturnli di no– t~vole ampiezza. Ma una soluzione a questi gra– vissimi problemi esiste e si chiama ,, ~istema cooperativo ». La cooperativa nel settore agrico– lo ha tutto un avvenire nel nostro paese ..La coo– perazione dovrà estendersi a tutti i settori, da quello della produzione a quello commerciale cd industriale. • E' la grande :via attraverso la quale l'agri– coltura dei paesi più progrediti di Europa si è potuta rigenerare. Gravissimo errore è quello di certo neo-capitalismo il quale tende a sviluppa– re in certe zone a coltivazione diretta la grande proprietà meccanizzata. E' :vero che la soluzio– ne fondata sulle cooperative offre il pericolo di un rafforzamento del « sistema » comunista nel nostro Paese. Ma tale pericolo non esiste per ora nelle zone ove predominano i coltivatori diretti. ma si manifesta in forma assai grave in certe zo– ne della pianura padana e dell'Italia centrale. In questo senso sarebbe assurdo da un punto di vista politico ogni intervento volto a mutare l'assetto della proprietà agricola nell'Italia set– tentrionale dove predominano moderne impre– se agricole impostate su base industriale. I brac– cianti ed i salariati agricoli di queste zone sono nella quasi totalità comunisti e non vi è dub– bio che qualsiasi mutamento nell'attuale situa– zione tornerebbe a vantaggio dei comunisti e delle loro sviluppatissime cooperative. Lo scontento diffusosi nelle campagne ha contribuito efficacemente a rafforzare il comu– nismo; ma ancora di più :viha contribuito l'as– surda e contradditoria politica dei governi, la quale ha progressivamente posto gravami e li– miti nelle proprietà mezzadrili, facendo com– prendere ai contadini di avere grandi diritti sul– la terra, e non concedendo in sostanza nulla Il blocco dei contratti, la tregua mezzadrile. la soppressione degli· òbblighi colonici, la giusta causa, sono state tutte tappe di una politica di pannicelli caldi, la dove occorreva invece un at– teggiamento chiaro e deciso. Lo STATO b1bl10ecaginobianco A nostro avviso non si dovevano porre gra– vami eccessivi di nessun genere sulla proprietà mezzadrile: era sufficiente andare incontro alle vere esigenze dei contadini, mettendoli nella condizione di poter comperare la terra attraver– so mutui fondiari che avessero almeno raggiun– to 1'80%. I comunisti sono contrari anche oggi a questa politica. Il contadino che compera sen– te tutto il valore della proprietà. Il contadino, invece, al quale vengono regalati dei diritti non potrà non essere riconoscente al partito comu– nista che è pur sempre considerato il più effica– ce strumento per strappare concessioni al go– verno. E' questo un ragionamento logico, elemen– tare, che solo la cecità demagogica di certi poli– tici impedisce di comprendere. La più gran par– te dei proprietari mezzadrili venderebbe la terra solo che ci fosse qualcuno che la comperasse ad ~mprezzo onesto. In alcune zone i contadini più scontenti abbandonano le campagne. In tale modo le fertili colline dell'Italia centrale riman– gono abbandonate ed un patrimonio immenso d1 attrezzature, di impianti di sistemazione fon– diaria vanno in rovina. D'altro canto, sino a che esisterà il blocco dei contratti in molte zone è impossibile da parte dei proprietari procede:re Bd un raggruppamento dei fondi per poterli la– vorare con le macchine, dato che per una ra– gione o per l'altra le famiglie coloniche che vi– vonc sui fondi si oppongono a tale operazione. Contrariamente alla propaganda dei partiti, nel– le zone di collina e di pianura più fertili H con– tadino mezzadro vive bene e spesso possiede no– tevoli somme· liquide (cosa assai rara in Italia tra le classi lavoratrici) in modo che con il con– tributo dello Stato potrebbe facilmente compe– rare la terra con vantaggio anche dei proprietari che vogliono :vendere. Noi vorremmo, a conclusione, ripetere quan– to già abbiamo affermato in un precedente ar– ticolo sullo stesso tema: « L'agricoltura italiana non ha bisogno di provvedimenti rivoluzionari nè nel settore concernente i rapporti di proprietà nè in quello degli interventi tecnici per supe– rare l'attuale crisi di riammodernamento in al– cuni settori. L'agricoltura italiana ha bisogno solamente di una sana ed efficiente amministra– zione da parte degli organi dello Stato; e tanto meno di provvécUmenti propagandistici o peggio di cedimenti nei confronti delle tesi comuniste,,. PAOLOPOSSENTI lS
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