Lo Stato - anno II - n. 20 - 20 luglio 1961
pensare alla riforma del Sena- mento. to. E tuttavia proprio questa ri- Non c'è dunque ragione per– forma è un esempio di dove ché i dc italiani non tentino, possano giungere le revisioni con miglior fortuna, l'irnpresa costit~zionali in cui non inter- dei loro colleghi d'oltralpe e non viene il voto del paese. Se c'è comincino con il discutere il il caso in cui il Parlamento ri- problema, a non trattarlo come schia di funzionare corne una un tabù mentale e a prepararsi ucorporazione», e non ~ome una una possibilità, quanto mai de– istituzione pubblica, come. un mocratica, della ~ma soluzione. corpo rappresentativo, questo è Ma oggi il concetto di revi– proprio offerto dal tipo di rifor- sione costituzionale sembra di– ma del Senato che ci si prepara. venuto simbolo dell'anti demo- Che il referendum costituzio- crazia, anche se le riforme pro– nale e quello legislativo, previsti poste sono democratiche. dalla Costituzione; rischiano di Ed è ben curioso: mentre da trasformare le nostre istituzioni un lato si domanda un inter– in un sistema plebiscitario, in vento organico e. Jion puntuale un regime personale, è cosa che e contradditorio dello Stato, e nessuno sostiene. Eppure :vi è, chi lo chiede passa per progres– contro il referendum, come pu- sivo, non si vuole invece quella re contro l'idea, pure cosi orto- responsabilità del potere di go– dossamente costituzionale, di verno che solo potrebbe dare e revisione della Costituzione, un garantire le condizioni di un clima di sospetto, come se ci tale tipo di attività statale. E si trovasse di fronte a un colpo mentre da un lato si vede nel di stato, sia pur timido e mode- rato .... Tanto è che, ambedue i refe– rendum, dopo l'approvazione della Camera, giacciono inerti innanzi al Senato. Nessuno ha ritenuto sinora che valesse la pena di concede– re loro il proseguimento dell'i– ter parlamentare. Eppure alla riforma costituzionale priJila o poi ci si trover!L costretti. E se non si :vuole allargare le mag– gioranze oltre ogni confine ( è già così difficile una maggio– ranza assoluta, figuriamoci una di due terzi) occorre provvedere in tempo. La Costituzione della IV Re– pubblica era su per giù del tipo della nostra e furono i democri– stiani francesi a pone per pri– mi il problema della revisione costituzionale, pur essendone . stati gli artefici. ~si mostraro– no cosi di essere consci di un problema di cui gli anni succes– sivi dovevano rnostrare il fonda- Lo STATO b, 1u cvdginobianco parlamento la garanzia della li– bertà, si preferisce un sistema che :vincola i deputati al gover– no, a cui è legato dalla disci– plina di partito: e non si vede invece la funzione di una isti– tuzione come il Congresso ame– ricano ove l'autonomia del po– tere legislativo offre una garan– zia di libertà che consente una espansione del potere esecutivo, senza danno per i diritti demo– cratici fondamentali. Esiste una letteratura mon– diale critica del tipo di demo– crazia composta che noi abbia– mo costruita. Nessuna delle grandi democrazie mondiali è governata più da un tipo di isti– tuzioni così ottocentesco. Eppure da noi ciò che è sor– passato è progressivo, solo per– chè è tatticamente utile alla si– nistra marxista che da in so– stanza il la alla nost;a cultura politica. 13
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