Lo Stato - anno II - n. 20 - 20 luglio 1961

POLITICA ESTERA SCHERMAGLIE DIPLOMATICHE Le note occidentali rimesse ieri a Krusciov in risposta al memo– randum su Berlino, da lui conse– gnato a Kennedy, nell'incontro di Vienna, mentre riaffermano con linguaggio di generica fermezza il proposito di non trattare per impo– sizione, in realtà lasciano aperta ogni possibilità di compromesso con la Unione Sovietica. Non è fa– cile intravvedere l'impostazione di tali eventuali negoziati. La posi– zione dell'Unione Sovietica è net– ta: divisione della Gennania (Kru– sci011 ha detto che l'attuale « sta• tus >> dei due tronconi deve consi– derarsi storicamente definitivo) e internazionalizzazione di Berlino. Si tratta di condizioni che l'Occi– dente a parole ritiene inaccettabi.– li. Di fatto, invece, abbiamo tre precedenti che indicano come que– sta soluzione sia tutt'altro che di– scosta dal vero, intimo sentimento soprattutto dell'amministrazione Kenned:v: I) nei primi mesi del- 1' anno il ministro degli esteri e il primo ministro polacchi dichiara– vano, apertamente, che in epoca immediatamente precedente l' ele– zione di Kennedy a presidente de– gli Stati Uniti, suoi emissari ave– vano assicurato il governo di Var– savia che la futura amministrazio– ne democratica avrebbe riconosciu– te come definitive le frontiere sul– l'Oder-Naisse. Queste afjermazi011-i furono formalmente smentite, ma l'opinione pubblica internazionale 8 bibliotecagin bianc ebbe netta la sensazione che la Po– lonia avesse detto la-v~ità essendo– si alla vigilia del viaggio di Àde– nauer a WasJ.iington. La questione delle frontiere tedesco-polacche è pregiudiziale per Bonn, ad ogni negoziato per una eventuale unifi– cazione delle due Germanie: il che significa che accettando le frontie– re sull'Oder-Naisse, come ha fatto la Germania Orientale, quella Oc– cidentale non potrà mai trovare u– na soluzione di compromesso es– sendo la controparte impegnata a condizioni irrecusabili. 2) Ai primi di luglio il senatore Mansfield, capo del gruppo sena– toriale democratico, consigl~ere in– timo di Kennedy, dichiarava accet– tabile da parte degli Stati Uniti, l'internazionalizzazione di Berlino: unica variante, rispetto alla pro– posta russa, era che nella futura « Città Libera » fosse da includere anche il settore orientale. Silenzio, invece, sulla riunificazione tedesca. Ma o~ni dichiarazione in proposi– to sarebbe stata superflua, perchè trattandosi del futuro « status >> di Berlino, implicitamente si accetta– va la divisione della Germania. Che ragione ci sarebbe di fare la « Cit– tà Libera » se le diie Germanie <Ù>– vessero riunirsi. Come si vede la tesi sovietica non è distante dai propositi americani. 3) Il senatore Humphrey, aiitore– vole membro della commissione se– natoriale americana per gli affari esteri, ha sontenuto il 13 luglio che la proposta ( sovietica} di riiinire una co_nf erenza delle 52 nazioni che combatterono contro la Germa• nia nazista, {compresa la Repiib– blica di S. Marino) è tutt'altro che ricusabile. Sincronicamente, il bor– gomastro suocial-democratico del. l'ex capitale rilanciava la proposta tanto che Adenauer era costretto a sottoporre, ottenendone l'appro• vazione unanime, al Senato berli, nese, un documento riassuntivo del– la posizione tedesco-federale, da cui tale proposta era esclusa. Questi precedenti indicano chia– ramente che cosa intendano Gran Bretagna e Stati Uniti, quando, dopp alcune truculente afjermazio– ni d'obbligo, parlano di « porta a– perta ad eventuali negoziati di Berlino». Sarebbe sperabile, che tutto que– sto travaglio sia dovuto alla né– cessità di sceneggiare diplomati- camente la campagna elettorale tedesca e che il 18 settembre, a ri– sultati elettorali appr~i, tutto debba rientrare nella « normalità– anormale » di adesso. Senonché Krusciov, minaccia la « pace separata» con la Germania Orientale. Che cosa voglia dire non si .~à, o, meglio, non si capisce· perché questa sia una minaccia. Che cosa cambierebbe nella situa– zione internazionale se Mosca e Pankov aves.~ero un trattato in più? Il punto del problema non è questo. E' che da una Germania orientale, Stato di pieno diritto so– vietico, Krusciav muoverebbe per una larga circuizione del mondo così detto di « terza forza», gui– dato da Nehm, da Tito e da Nas– ser. A costoro, Krusciov ha fatto in– travvedere l'esca lusinghiera di un ingresso a parità di diritti con l'O. riente e con l'Occidente nel trium– virato mondiale. Ed è, appunto, sul riconoscimento dello « status >> dei due tronconi tedeschi per Mosca perfezionerà la politica detta «del– la troyka ».

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