Lo Stato - anno II - n. 19 - 10 luglio 1961

biL Sia detto per inciso che questa costitu– zione, che è la nostra costituzione materiale, è tutt'altro che, ovviamente, omogenea alla nostra Costituzione formale: tanto è vero che il conflitto è sempre latente, e talvolta palese, con i poteri dello Stato che non entrano nel sistema della delega di partito: il Presidente deJla Repubblica, la Carta Costituzionale e la Magistratura. Il sistema della delega di partito fun 1 ziona egregiamente nel diritto britannico. Parados– salmente, bisogna ricordare che il sistema po– litico inglese non è un ,regime costituzionale in senso formale e non è fondato sulla divi– sione dei poteri. Il senso preciso, europeo, di Stato di diritto, è lontano dalla pratica della nazione che ne ha ispirato il contenuto. Il sistema della delega di partito funziona in Inghilterra nel più chiaro dei- modi, senza urti costituzionali: ma ha come presupposto il più rigido dei sistemi elettorali uninomi– nali: quello di maggioranza relativa a primo scrutinio. Un partito vince ed impone al governo la sua « ideologia ». Non è il caso di ricordare le preoccupazioni che si ebbero, sia in campo conservatore che in campo socialista, (basti ricordare al riguardo il Lasky) sulla compa– tibilità del « two - party system » con l'av– vento di un partito a ideologia chiusa come il laburismo: poteva diventare la Gran Bre– tagna a una elezione capitalista, all'altra so– cialista? Solo in pratica e sopratutto lo sco– lorimento ideologico del laburismo risolsero il problema. Ma un sistema fondato sulla delega di par– tito crea grossi problemi quando avviene nel quadro di un sistema elettorale proporziona– listico, come il nostro. Infatti, in questo qua– dro, le alleanze di partito diventano general– mente inevitabili. Ma esse vengono necessa– riamente avvertite come qualcosa di dubbio, di compromis$,orio, di contrario alla coscien– za, perché si pongono necessariamente come transa 1 zioni reciproche tra ideologie chiuse. In questo sistema ogni alleanza diventa contradclizione o almeno indebolimento della f edèltà alle ragioni ideali il che divide inevi– tabil~ente in partiti, in gruppi e sottogruppi, secondo la prevalenza della « coerenza ideo– logica » o del « realismo politico », della esi– genza di « chiarezza » o di quella della « ne- Lo STATO va~ inobian CO cessità ». E le « nuances » mfinite che queste posizioni ammettono moltiplicano le diffe– renzia 1 Z'Ìoni senza limite né misura ... • D'altro lato, conseguentemente, qualunque scelta di governo di un solo partito, assume carattere di « integralismo » cioè d'i volontà di imporre una volontà arbiti,-aria di parte allo Stato. Questa è una conseguenza inevitabile del sistema della delega di partito come concreta norma di legittimità politica combinata con un sistema elettorale proporzionale. Non c'è dubbio che l'unico vero rimedio della situazione stia in una riforma della Co– stituzione. Tuttavia non possiamo non rico– noscere di trovarci di fronte à una situazione di urgenza: impedire che la campana di Pa– lazzo dei Normanni suoni anche per Monte– citorio. E non c'è modo di risolvere, nel qua– dro dell'attuale Parlamento, il problèma con la vera medicina. Tuttavia qualcosa d'i distinto e di diverso dal Governo ideologico, dal Governo mistura ideologica, occorre fare, se non si vuol giun– gere all'ingovernabilità. Indubbiamente questa responsabilità spet– ta al partito di maggioranza relativa, alla DC. La prima cosa da porsi in rilievo ci sembra questa: una cosa è tenere in debito conto le circostanze, un altro è ricorrere agli espe– dienti. Tenendo conto delle circostanze, ma co:a una linea, una tesi, una volontà politica pre– cisa, si può costruire qualcosa e si può pre– parare un congresso. Ma usare un espediente purchessia è come firmare una camhiale: si tratta di rinviare a domani il pagamento di un prezzo più pesante, ed in condizioni peg– giori, di quello che non si è voluto pagare oggi. A nostro avviso, un espediente fu la « convergenza », mentre un governo dii neces– sità, in ragione delle circostanze, fu il gover– no Tambroni (e prima lo era stato il secondo governo Segni). Perché la « convergenza » fu un espedien– te? Perché il centrismo era già morto da un pezzo quale formula politica: perché i partiti di centro avevano ormai rotto il « compro– messo ideologico » tra dii loro e due e mezzo di essi rifiutavano di ricostruirlo. 3

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