Lo Stato - anno II - n. 18 - 30 giugno 1961

POLITICA ESTERA BERLINO E I DINTORNI Scrivevamo nell'ultima nota che, per l'Unione Sovietica, Berlino è l'occasio– ne storica per varare il piano troyka ila triumvirazione, cioè, della gestione internazionale : orientali, occidentali e neutri); eh'é a Berlino che Mosca po– trà cominciare la conta di quanti non vogliono la guerra perché sono aman– t;_della pace. Non s'era asciugato l'in– chiostro che « THE TIMES » dedica– va, il 22 giugno, una lunga considera– razione alla posiz,:one dei non impe– gnati, nei confronti di Berlino, mentre Nuova Delhi annnnciava che Nehru si sarebbe volentieri incontrato con Ken– nedy se la situazione avesse continuato a deteriorarsi. La manovra neutralista era in pieno sviluppo, quando, improv– visamente, dal Dipartimento di Stato, giungeva questa nuova parola d'ordir ne : / ermezza senza aggressività, come dire andiamoci piano. Da Londra, in– calzavano inviti alla moderazione rego– larmente raccolti in Italia dall'organo della British Petroleum, amministrato dall'ENI: attenti, Krusciòv fa sul serio. A <Completare.l'opera, il senatore T homas Dodd annunciava al Congres– so che l'Unione Sovietica ha la bomba al neutrone (il « raggio della morte», hanno subito echeggiato le gazzette fer– me a Franckenstein), mentre gli S. U. non avevano - risultava a lui ......,... neanche avviato studi del genere. Ulti,;,,o tocco, le voci insistenti di trattativa tra sovietìci e anglo-america– ni per trovare sottobanco una soluzio– ne diplomatica a Berlino, per non su– scitare le reazioni stizzose dei rispettivi alleati. Questo è il compendio disfattistico dell'ultima decade politica interna– zionale. Che cosa arguire da tutto questo? Né più, né meno che aiiche a Berlino ci avviamo verso un Laos. L'unica preoccupffzione della Casa Bianca ~che non vi si giunga attraverso atti di for– za, cioè attraverso una qualsiasi Dien Bien Phu, comunque combattuta. E' inutile farsi illusioni: la sorte dell'ex capitale tedesca l'ha già lugubramente preannunciata il senatore Mansfield, nientemeno capo del gruppo democra– tico senatoriale e consulente fitto, fitto di Kennedy: internazionalizzazione totale. Costui prende parte regolar– mente a tutte le riunioni di ~binetto; ma non solo: ha preso parte anche al « meeting » anglo-/ranco-americano in cui non si può dire abbia rifulso il ge– nio ·politico e la proclamata fermezza dell'Occidente. Si è detto, infatti, in coincidenza con le vedute di Mansfield che a Berlino la libertà va difesa nella pace (più- o meno quello che Fanfani è andato pappagallando appena torna– to in Italia, anzi cominciò già da Washington in occasione della famosa ~onferenza stampa). Che vuol dire? Semplicemente, che se si tratterà di doverla difendere anche con le armi non la si difenderà, com'è successo a Poznan, in Ungheria, nel Laos, a Cuba. E allora perché far credere all'opinione pubblica internazionale che l'Occidente è pronto a scattare? Perché annunciare che nel Mar del Nord incrociano som– mergibili atomici con i missili in bat– teria contr~ le coste sovietiche? A che serve l'armeggio del presidio america– no a Berlino (sino alle dieci, poi hanno fatto colazione all'aperto)? Noi Europei sentiamo in quest'ora tragica per il nostro futuro che la co– struzione politicoaeconomica sognata dai De Gasperi, dai Schumann, dagli Adenauer sta per essere minata. Dopo la città internazionaile, Mosca saprà creare lungo le frontiere tedesche tale una sitwizione da ottenere, con l'aiuto della Gran Bretagna, l'attuazione di quel piano di vàsta neutralizzazione del centro-Europa che ha riscontro sia nel famoso Libro Bianco britannico redat– to sotto Duncan Sandys, sia nel non meno famigerato piano del ministro degli esteri polacco, Rapacky. Neutralizzare il centro-Europa vuol dire stringere i panni addosso alla Germania, pilastro dell'Europa, isolare la. Francia per attrarla nuovamente in una politica del genere dell' « entente cordiale», portare l'Italia, èol mirag– gio di grassi pascoli mercantili oltre– cortina (leggi discorso di Mattei allo avvio dei lavor:idell'oleodotto Genova;· Svizzera, Baviera e susseguente confe– renza stampa), verso Ufl, tepido neutra– lismo di tipo titino-nasseriano ( vedi re– lativa con/erenza cairota dei primi del m-ese)e mettere finaln:iente in liquida– zione pratica la NATO in cambio di corrispettivi per il Patto di Varsavia. D0po di che sarebbe spianata la via al cosiddetto disarmo gen-erale e com– pleto, secondo le utopie di Krusciov. Diciamo subito che se questo fosse il prezzo della pace lo pagheremmo su– bito. Ma non ci ha detto il presidente americano· che il comunismo giuoca con l'asso piglia tutto? La scarica ini– ziale di messaggi non ci ha intronato ·per questo? E allora, perché la Casa Bianca viene .a rimorchio della Gran Bretagna, il cui neutralismo (nono– stante le smentite di Lord Home, anzi!) sta creando dal Laos a Cuba una pe– ricofo,sa zona d'ombra, premessa di un'esiziale g/,aciazione ideologica delle più grandi civiltà del mondo? Lo STATO 7 bi .)nobianco

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