Lo Stato - anno II - n. 18 - 30 giugno 1961

b 1945 e che ha visto l'autore de « L'essere e il Nulla » impegnar– si, a livello della lotta politica e sociale, per risolvere i proble– mi della società oon quello stru– mento che egli ha cMamato _della «psicoanali:si esistenziale». Questa fase è que111ache ha condotto il filosofo francese ad jncontrarsi con :fi marxismo, ac– cettato non come ideologia, ma come strumento e tecnica ope– ,r:ativa sul piano della realtà. Una ben triste condizione in quanto « il bastardo », nelle ve– sti dell'dntellettuaile lotta contro la propria classe, 'la borghesia, in nome dei diritti del p~olet_a– riato, ma non gode della fiducia e della stima dei proletard poi– ché parla e si esprime con un Unguaggio « borghese ». Inoltre l'avvicinamento dello esistenziaJ.ismo al marxismo ha come logica conclusione l'inve-' ramento del primo nel secondo. L'esistenzialismo, fiilosofia della crisi, troverebbe così - come i mairxisti sostengono - la. sua conclusione nell'ideologia di Marx e di Engels, la concezione che dovrebbe dare una risipos·ta posttiva ai problemi del mondo contemporaneo. Ci preme osservare che quan– do Sartre parla di un nuovo « umanesimo » e lo fonda su va– lori certi, come il 'lavoro e aa tec– nica, contraddice i pcesupposti problematici dell'es'istenzialismo e accetta dei rnuovriassoluti che l'esistenzialismo aveva voluto rompere per liberare la coscien– za dell'uomo. Posizione invdlutiva que'lla di •Sartre? Non sta a nioi diirlo. Storicamente è accertato che qualsiasi filosofia della pura immanenza, per cer:care di sfug– gire alle sue contraddizioni in– terne, sfocia nel materialismo marxista dissolvendosi. Ed è così che, dalle sue u'ltJime opere, ill filosofo Sartre dimostra i suoi cediimenti, ma anche il lettera– to e l'artista dimostrano più che mai ·gli errori e lo schematismo di un'opera diventata sempre plù paradossale e didascalica. GIAMPAOLOMIAR11El.LI 26 ..,caginobianco LO SCRITTORE DISINTEGRATO E coraggio non è una dote dei letterati italiani dei tempi· no– stri. La cappa di piombo del con– formismo si è abbassata da pa– recchi anni: fino ad og,gi, così, la pesantezza morale ed H. gri– •giore intellettuale hanno avuto rag,ione di ognt tentativo di ri– scossa e di rinascita. Ogni appel– lo alla consapevolezza della gra– vità dell'ora e ad uno scrupolo– so e stimolante esame di coscien– za è stato soffocato senza diffi– coltà. I « persuasori occulti», -al . servizio delle oligarcMe domi– nanti, sono .periodicamente im– pegna ti a lanciare mode che cfeb– bono sostituire ogni originale e ser,ia conquista- del pensiero ed ogni imperitura realizzazione 'ar– tistica e poetica. Una subdola, persl!Stente, marteUante, ossessi– va pubblicità a favore della mi– tologia democratica e «moder– nista » un inisinuan te e narcotiz– zante invito a «chiudere con il passato», a :mutar concezione e costumi di vita; ad accettare i « nuovi ideali» (quelli che, in senso dispregiativo, i pensatori tradiziona!listi chiamavano e chiamano le « icfoedel secolo »); un dilagante clima di euforia per i ,progressi della tecnica e della scienza che, come è stato scritto da un •giornale « laicista », in oc– casione del viaggio di Gagarin, « legheranno definitivamente lo uomo a:lla terra liberandolo dal– le superstizioni religiose» (sic!), hanno diffuso un'atmosfera di monotonia e insincerità in ogni rapporto umano. Al provincialismo della fine dell'ottocento, che era stato de- ibellato grazie alle iniziative di • autentiche ed ingegnose avan– guardie, ha fatto seguito un roz– zo e debilitante pragmatismo che piega intelUgenze e volontà e le spinge verso mete di:ssolvi– trici e Uv,ellatrici. Quale sia stata e sia l'adesdone a questo generale moto verso il basso ed, anzi, quale sia stato e sia l'apporto che all'annebbia– mento e a!lla distruzione della personalità hanno dato narrati– va e poesia con temporanee è sta– ta nostra cura dimostrare nel[e note critiche che abbiamo pub– blicato su questa rivista. palle divinità e dagli eroi del– l'Olimpo letterario - come Proust e Joyce - ai « ,grandi sa– cerdoti», come MoraV'ia, ed ai cultori del nuovo misticismo im– manentista -e sperimentalista (contraddizione in termini che ra,ggiunge fil ridicolo e fil •grotte– sco nena recente esasperata ver– stferazione del Pasolini della « reHgione del mio tempo »): tutto l'esagitato ambiente degli scrivomani è stato da noi preso di mira al fine di confutare il non mai abbastanza deprecato aocomodantismo di coloro che, saliti iI1 cattedra per mantenute promesse di ·setta, dopo aver scritto appena qualche articolo su .giornali compiacenti, parlano di «nuova rinaseenza italiana », sperando in questo modo di sal– vare -se stessi e l'epoca da loro incarnata. Non è, il nostro, irriducibile misoneismo. E' soltanto adempi– mento di un duplice compito: di condartna verso ohi accetta il

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