Lo Stato - anno II - n. 18 - 30 giugno 1961
bi di cedimento verso le tesi co– muniste. In particolare è da respinger– si ogni provvedimento mirante a trasformare le attuali strut– ture di proprietà in quelle zone, specie nell'Italia settentrionale, dove esistono moderne imprese agricole altamente meccanizza– te e perf éttamente integrate col progresso industriale del Paese. Da un punto di vista econo– mico, perché è un fatto fin trop– po ovvio che un chirurgo non deve amputare "/Je membra sa– ne nel corpo del paziente; da un punto di vista politico per– ché laddove braccianti e salaria– ti sono in grande maggioranza comunisti, non si farebbe altro che rafforzare i legami • fra le masse rurali ed il PCI. Sul pia– no sociale, inoltre, ogni nuova occasione di scontento, farebbe allontanare dalla terra altra parte della già scarsa manodo– pera agricola e finirebbe per scoraggiare definitivamente tec– nici ed imprenditori. Per quanto riguarda il settore mezzadrile è parimenti da re– spingere ogni provvedimento in– discriminato tendente a trasfor– mare il contratto di mezzadria, in un contratto di tipo diverso ad esempio enfiteutico od altro. Si colpirebbe ancora una vol– ta un numero grandissime di piccoli proprietari terrieri, già Lo STATO nobianco così duramente danneggiati dalla irresponsabile leggerezza degli attuali governanti nei loro confronti. Questa piccola bor– ghesia rurale è ormai quasi ri– dotta alla disperazione: falli– menti e debiti aumentano, men– tre le vecchie proprietà fami– liari non valgono quasi più nul– la. Il settore della mezzadria ha certamente bisogno di un pro– fondo mutamento dell'attuale indirizzo politico, ma non certo nella direzione e neUe forme che in molte parti trovano sem– pre più credito. Ma sull'argomento che riveste una particolare importanza tor– neremo, per esporre nei termini più chiari le vere esigenze della nostra mezzadria. E' infine in– teressante notare che sull'unico problema che la Conferenza Agricola avrebbe potuto oppor– tunamente sottoporre ad ampia analisi si è deciso..... di non de– cidere niente. Questo problema è quello della polverizzazione della proprietà terriera specie in alcune zone e le forme ed i modi di una ev.entuale ricomposizione f ondtaria. Il problema presenta u.n carattere di improrogabile urgenza, perché essopoteva con– siderarsi grave anche nei vecchi tempi quando si consideravano efficienti unità culturali assai modeste. Oggi col problema della mec- canizzazione agricola alle porte o il governo troverà una via per risolvere il problema senza tan– te chiacchiere inutili o nel bre– ve volgere di qualche anno la maggior parte dei piccoli colti– vatori diretti sarà ridotta nel la– strico. Per non parlare degli aspetti sociali ed economici dell;a questione, ma solo della saggezza politica degli attuali dirigenti DC, basti accennare al fatto che il grosso degli elettori della stessa DC è costituito pro– prio da m'ilioni di piccoli colti– vatori diretti. Né vale trincerarsi dietro le giustificazioni sulle difficoltà del problema o nella necessità di ottenere il pieno consenso degli interessati. Negli ultimi anni in Germania è stata por– tata a termine con risultati ec– cellenti una gigantesca opera di ricomposizione fondiaria, per mettere l'agricoltura al passo con l'espansione industriale: si tratta di problemi tecnici con difficoltà comuni a tutto il mon– do. Vedano di imitare i loro col– leghi tedeschi gli attuali diri– genti dell'agricoltura italiana o trovino essi stessi una fMma più adatta al nostro Paese, ma smettano una volta almeno di fare del politicantismo e faccia– no invece una sana amministra– zione dello Stato. 21
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