Lo Stato - anno II - n. 18 - 30 giugno 1961

(seguito dalla pag. 15) . ma dnefficiema dell'apparato preposto alla tutela dell'ordine pubblico messa in ,evidenza dagli attentati dell'll e del 12 giugno (per i quali, pur nella facile pre- . vistone del loro verificarsi, nes– suna mi,sura preventiva era sta– ta predisposta) eon misure poli– ziesche improvvtsate, inutili e velleitarie, prima ·tTatutte la in– sipida ordinanza per la conse– gna delle armi, il ,cui unico ef– fetto non potrà che essere quel– lo di disarmare •glialto--atesini di origine o di sentimenti italiani e, quindi, di rafforzare gli estremi– sti iaustriaca,nti. Per quanto ri– guarda, poi, gli aspetti interna– zionali della ,questione, il nostro Governo scelse ancora una volta la strada della prudenza ,e del compromesso. Come se quasi un decennio di atti « di buona vo– lontà » da parte nostra non fos– sero stati sufficienti per saggiare la intransigenza austriaca, si disse che, andando a Zuriigo, avremmo messo l'Austria di fronte aHe sue responsabilità per un eventuale fallimento deUe trattative (e come si poteva spe– rare in un •successodi esse?) e, in definitiva, l'avremmo posto con « 1e spalle al muro». Dopo la fine e il fal'limento del– l'tncontro di Zurigo, dobbiamo dire con amarezza (e· saremmo ben lieti di essere in errore) che il risultato è tutto l'opposto. In realtà l'incontro di Zurigo è sta– to per l'Austria un ottimo prete– sto per troncare definitivamente le trattative dirette e per ripro– porre, come iSostanzia!lmente ha già fatto, la controversia davan– tj all'ONU. Che altro significato, infatti, -può ,avere la volontà chiaramen– te manifestata dagli austriaci di chiedere l'intervento di Ham~ marskj oeld? Ma non basta. L'incontro di Zurigo ha costituiito, altre.sì, un'occasione uniiea ,per l' Austria per infliggere una pesante mor-. tificazione ·alla delegazione ita– ,Eana: quella di in:C'luderenella propria delegazione la signora Stadlimayer, contro la quale è in corso a Bolzano un procedimen– to penale per attività intitaliana. Sappiamo bene che l'On. Segni ha pronunziato al riguardo una vibrata protesta; ma sappiamo altresì che il Ministro degli Esteri austriaco, nelila iSuarepli– ·ca, ha sostanzialmente accusato di parzialità la Magistratura ita– Hana. E pertanto non possiamo non domandarci se non fosse stato più confac:ente alla tutela del prestigio italiano porre la condizione della estromissione dalila delegazione au.str:iaca della signora Stadlmayer per l'inizio dei colloqui. Oltretutto, si sareb– be evitata l'occasione al Mini– stiio Kreisky, non .solodi vnipen- dere la Magistratura italiana, ma anohe il nostro Parlamento, così oome ha fatto affermando che iil progetto di legge per la revoca della cittadinanza costi– tuisce « una iniztativa decisa– men te antidemocratica e che appare incredibi1€ che un Par– lamento democratico possa ap– provarla ». A questo punto ci sia consen– tito di fare delle riflessioni con– clusive. Di minoranze italian,e nel mondo ne esistono centinaia e centinaia. Oltre a quelle com– poste di iitaliani emigrati a!l– l'estero da11a madre patria, vi sono minoranze appartenenti ,a territori di frontiera annessi nel– le varie vtcende storiche a Stati stranieri. Basti pensare alle mi– noranze italiane deli'Istria, del– la Dalmazia, della Savoia e del– la Corsica. Se per ipotesi il Governo italia– no avesse tentato di tenere nei riguardi di queste minoranze un atteggiamento analogo di quello tenuto daH'Austria per la mino– ram~a alto-atesina, i dirigenti jugoslavi e francesi avrebbero consentito di discuterne davanti all'ONU e avrebbero comunque tollerato, sotto il profilo della tutela della -rispettiva sovranità nazionale, un ta:le aitteg,gi!amen– to? La risposta è ovviamente ne– gativa. E allora come non arros– sire della politica italiana nei riguardi dell'Austria e della mi.: norainza di lingua tedesca del- 1'Alto Adige? I lettori chè intendono sottoscrivere l'abbonamento alla rivista potranno intestare Assegni o Vaglia a « LO STATO» via Rasella, 6 - Roma 18 bi caginobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=