Lo Stato - anno II - n. 18 - 30 giugno 1961

DOPO ZURIGO CON L'AUSTRIA E' NECESSARIO. CAMBIARE REGISTRO Mentre i colloqui italo-austria– ci del maggio scorso a Klangen– furt erano in pieno svolgimento e gli ambienti governativi italia– ni all'unisono con la stampa convergente davano libero sfogo al •1oro cronico ottimismo, non mancammo di mettere in guar– dia l'opinione pubblica sulla amara circostanza che in quei colloqui l'iniziativa era « tutta nelle mani austriache» e cheta– le iniziativa, se pure avesse po– tuto indulgere «oon finaJità me– ramente tattiche al "ti.ra e mol– la", ai rinvii e ralle schermaglie procedurali», alla fine avrebbe reso manifesto un unico e indub– bio traguardo: «quello di pro– vocare il clamoroso faHimento delle trattative, di addossarne la colpa all'Italia, e quindi di sen– sibilizzare uilteriormente la que– stione per poterla riproporre al– l'ONU in termini di urgenza e di drammaticità e sotto ['unico profilo che realmente interessa all'Austria: quello del :diritto al– l'autodeterminamone del!l.ami– noranz.a sud-tirolese di lingua tedesca». Amolti queste nostre afferma- Lo STATO L ginobianco zioni saranno .sicuramente a;p'." parse avventate, forse alrlo stes– so Ministro degli Esteri, il quale, nella dichiarazione fatta ralla te– levisione 11'11 ,giugno, non mancò di manifestare il convincimento del Governo italiano sulla possi– bi11ità di una soluzione concorda– ta e soddisfacente della que– stione. La risposta degli estremisti austriaci fu immediata e rivela– trice. Nelle due notti successive • l'Allto Adige apparve come una immensa polveriera in preda al– le fiamme: come il Governo ita– liano ha dovuto riconoscere, ben quairantasette attenitaitJi« hanno determinato danni inestimabiH non solo per iledistruz~oni diret– tamente causate, ma anche per l'intralcio all'attività economica e •ili genere alla vita della regio– ne ». Il di:S'egnoaustriaco di ri– riproporre la questione all'ONU in termini di urgenza e di dram– maticità andava, dunque, acqui– stando contorni precisi. La vo– lontà austriaca di sabotare e far falrlire il prossimo convegno di Zurigo appariva, ormai, più che manifesta. Perfino il « torpore » dei ,partiti «convergenti» ne ri– mase scosso per un momento. Due deputati liberali chiesero uf– ficialmente in Parlamento che ill Governo, dopo l'ondata terrori– stka scatenata in Alto Adige, ri– fiutasse l'dnvio della prnpria de-: legazione a Zurigo. Ci Hludemmo per un momento che il partito libera.le avesse finalmente deci– so di fare onore a;lle sue origini risorgimentali. Ci . accorgemmo ben presto che quella •dei due parlamentari liberaU era stata una iniziativa del ·tutto persona– le •enon ci fu difficile immagina-– re la sever,a reprimenda che in proposito dovettero sicuramente subire dai dirigenti del loro par– tito per la !<oroaZJionedi « lesa convergenza». Tra le svariate esigenze della politica «conver– gente», quella principa;le e as– sorbente nei riguardi di tutte le aitre non è forse quella di lasciar cor;rere, lasciar correre, lasdar correre ... ? E infatti il Governo italiano lasciò correre. Quanto al profilo di politica interna del problema, tentò di cancellare la penosi:ssi- (continua a pag. 18) 15

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