Lo Stato - anno II - n. 18 - 30 giugno 1961

bi A 10 ANNI DALLA RIFORMA "VANONI,, ITINERARI/ DCLLA ~~coNVERGENZA ,, All'indomani della conclusio– ne del dibattito finanziario alla Camera, in seguito a nuove ini– ziative del Governo intese agra– vare la mano sui contribuenti, la preoocupazione di quanti se– guono l'andamento economico del Paese non può non assume– re un grado più elevato, per– chè si teme, a ragione, che ven– ga pregiudicato quello sforzo che, negli ultimi anni, ha per– messo risultati tanto fruttuosi nel quadTo dello sviluppo na– zionale. Disaccordo ministeriale Gli ambienti economici han– no avuto modo, nei giorni scor– si, di rilevare al riguru-do che ciò che è vero :per il ministro del Bilancio non altrettanto sem– bra vero per il ministro delle Finanze. Infatti, quest'ultimo ha dichiarato che « si può af– fermare che la pressione fisca– le può ess,ere giudicata intolle- 12 aginobianco rabile solo se si parte dagli schemi liberalistici tradizionali; mentre va ,giudicata in modo del tutto diverso se ci si ispira al concetto moderno, secondo il quale lo Stato ha da svolgere una funzione particolare per promuovere lo svUuppo econo– mico e sociale »; per l'on. PelLa si ritiene che « la spesa globale dello Stato non è incompatibi– le con l'attuale dimensione del nostro reddito nazionale, ma se si tiene conto dei prelievi della finanza locale, e dei contributi per oneri sociali, difficilmente la nostra economia ,potrebbe subìre una maggiore pressione tributaria». Abbiamo già avuto modo di constatare come la pressione tributaria complessiva rappre– senti oltre il 34 per cento del reddito nazionale, un'aliquota questa che non sarebbe tanto alta se il ;reddito individualie corrispondesse alle effettive esi– genze di ciascuno e se - per quanto concerne il mondo ape- rativo - lasciasse un margine aimpio alle fondamentali neces– sità aziendali. D'altr:onde quando si dice che lo Stato ha una serie di compiti ai quali deve far fronte, è certo che non ci si viene a rac– contare una cosa nuova: ma è anch~ 'bene precisaxe che lo sta– to ha il dovere di limitare i suoi compiti a quelli effettivamente di sua competenQ;a, evitando di penetrare in campi p;ropri del– l'iniziativa privata: oocorre, co– me era nei propositi del com– p1anto ministro Vanoni, idea– tore dello Schema di svtluppo del reddito e dell'occupazione, che si operi un costante e vigi• lato equilibrio tra investimenti pubblici e investimenti privati, facendo in modo che 1 p;rimi sia– no realmente ò,i ausilio e di sti– molo per i secondi. Abbiamo ricordato l'on. Va– noni, quale ideatore dello Sche– ma di sviluppo, ma vorremmo qui ricordarlo particolarmente quale ideatore e primo realizza-

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