Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961

L'URSS Krusciov ha per motto: « Un gobbo si raddrizza solo da morto ». Trasposto a Berlino non lascia illusioni. Nel di– scorso del 15 giugno, il Primo Mini– stro sovietico, infatti, ha detto che se entro sei mesi la questione tedesca non sarà risolta con il consenso di tut– ti, sarà risolta con il consenso di molti. Parole chiare:· la di/ ferenza tra tutti e molti, sono gli Occidentali. La diff e– renza tra tutti e Occidentali, sono co– munisti, filo-comunisti e neutralisti. Impostata così, la questione collima con la riforma dell'ONU, con la teoria « della troyka » ( il triumvirato : Est, Ovest e centro neutro) ; anzi, sarebbe la grande occasione politica per dimo– strare che la ristrutturazione delle for– ze internazionali in campo viene feli– cemente sperimentata. Questo e non altro ·interessa Krusciov : fare della Germania comunista, lo spartiacque tra coloro che la riconoscono e coloro che non la riconoscono. Si pensi alle con– clusioni della recente con/ erenza dei neutrali tenutasi al Cairo e si avrà chiaro il disegno del Primo Ministro sovietico. Una volta creato intorno alla • questione tedesca un blocco di ade– sioni è più facile manovrare per chie– dere la riforma dell'ONU; una volta creato simile blocco è più facile rom– pere le trattative sul disarmo e chie– dere che vengano sentiti anche i neu– trali. Insomma, nulla sarà più trattato con l'Occidente che non inglobi anche • i neutralisti. Si tratta di una strate– gia di alternativa all'altra: quella del– la trattativa diretta ed esclusiva con gli Stati Uniti. Tutta la politica di Kru– sciov, in/ atti, è un pendolare fra gli incontri « a due» e la trattativa corale. Tutto il · resto è dettaglio, propa– ganda, diversivo. Mosca non rischie– rebbe una crisi a Berlino che mettereb– be con le spalle al muro gli Occiden– tali ( costringendoli finalmente a bat– tersi), per risolvere se i controllori di un treno debbano avere le mostrine gialle o verdi. Lo status {i,i Berlino può durare in eterno, prezioso come una valvola termostatica, per entram– be le parti. La questione tedesca, dipl,omatica– mente non vRle più del Laos o di Cuba: Lo STATO bib 10 ecaginobianco POLITICA ESTERA MENA LA DANZA l'unica di/ ferenza è che a Berlino l'imr patto con gli Occidentali è perpendi– colare. In base al principio che non ci si deve mai battere dove vogliano gli altri, nel Laos l'Occidente ha po– tuto rifiutare l'ostacolo; a Cuba e nel Congo (e in Algeria, di scorcio), pu,. re. A Berlino, no. A meno di una car tastrof e politica. Questo è il diabolico disegno del neutralismo internazionale. Quali sono i conti di casa nostra? Nel Congo, abbiamo in/ amato il Belgio per non perdere il sorriso af ro-asiati– co; a Cuba, abbiamo . mandato allo sbaraglio duemila giovani e forti per non spiacere alle masse sud-americane e agli afro-asiatici; nel Laos, idem; in Algeria, si nega a milioni di europei e di mussulmani di vivere integrati al– la Francia per gli stessi motivi. Ad ogni occasione ·siamo sfuggiti per la tangente, in testa marciando i Nenni, i Mendés-France, i Bevan, i Mollet, i Saragat e tutti i derivati • di sinistra collocati al centro. Si prenda il viaggio di Fanfani a Washington : quale tesi è andato a so– stenere per Berlino? Mettiamo di non saperlo. Ed ecco che Mike Mansfield, capo del gruppo senatoriale democra– tico, propone di internazionalizzare la città, affidarla a forze dell'ONU, fis– sare dei corridoi, insomma di « dan– zicare » l'ex capitale tedesca. Di ri– mando, il ministro degli esteri bri– tannico, Lord Home, che si trova lì per caso, plaude entusiasta alla propo– sta, che altro non è che un pallone sonda. Ora stante la nostra politica verso la Gran Bretagna non è difficile stabilire sillogisticamente ciò che ribolle in Fanfani non è molto distan– te da ciò che ha detto Mansfield e da ciò che ha applaudito Lord Home, entrambi subissati da un coro di pro– teste da tutti i settori politici e gior– nalistici, da Bonn, a Londra, a Wa– shington : basta scorrere la stampa. Gli unici ad accogliere la proposta con un certo inter,esse sono stati i comunisti tedeschi. Ulbricht, infatti, ha detto che « si può discuterla». In Italia, invece, pochissimi hanno apertamente rileva– to I' analogia fra le posizioni di Fanf a- ni e quelle vagheggiate (solo a scopo esplorativo) da Mansfield, vera carti– na di tornasole del nostro malcelato neutralismo. Tutto ciò per via induttiva. Per via di cronaca basta dire che nel giro dei suoi stretti collaboratori, il Presidente del Consiglio italiano ha detto che la proposta Mansfield è tutt'altro che pe– regrina e l'ha ripetuto anche a Ham– maskjoeld. La cosa è tanto più grave, in quanto mentre Fanfani si dava allo sfruttamento tattico della proposta Mansfield, Segni aveva già lasciato gli Stati Uniti. Come la prenderanno i nostri alleati tedeschi e francesi è presto per saperlo. Ma non vi sono dubbi su quello che accadrà, dopo ciò che è stato fatto dichiarare il 15 giugno sera, poche ore dopo la pro– posta, al portavoce del Ministro degli. Esetri di Bonn e dopo le reazioni della stampa france se vicina all'Eliseo. Il nostro atteggiamento è tanto piu maramaldesco, in quanto mentre at– traverso la situazione critica di Ber– lino, Londra marwvra per irÙlrodursi di soppiatto nel Mercato Comune senza rinunciare ad uno solo dei suoi privi– legi imperiali, il nostro Presidente del Consiglio si sbraccia per acco– munarsi all'Olanda ed ora al Belgio di Spaak per sostenere gli interessi del Commonwealth neutralista. Dobbiamo dire, però, ch'è coerenté. Era a que– sto che ci doveva portare l'apertu_rismo a sinistra: neutrali e terzaforzisti per compiacere Nenni e Saragat, cioé l'J.n– ternazionale. socialista, quindi i Labu– risti, irriducibili avversari del Mercar to Comune, battistrada dei Conserva– tori (più compassati nella loro avver– sione). . L'equazione è la seguente : tanto più il, Mercato Comune sarà svuotato dai privilegi imperiali britannici, tanto più la Germania e la Francia (cioé l'Euro– pa continentale per antonomasia) sa– ranno costrette ad una politica sog-. getta e non potranno raggiungere quelI'intesa che le renderebbe auton<>– me. Il nostro contributo a questo scom– piglio ,wn è indi/ ferente. 7

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