Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961

bili POLITICA INTERNA IL DEI PUPI•• Per fare il punto della situazione politica siciliana siamo costretti, no– stro malgrado; a riprendere quanto abbiamo scritto sui numeri 8 e 10 de « Lo Stato ». Ciò in quanto, dal mese di marzo ad oggi, la segrete-ria centrale DC, nonostante le apparenze, s'è mossa su un unico binario nell'in– tento di dare alla crisi regionale una aperta soluzione di sinistra. Avevamo allora scritto: « La situa- zione siciliana è tale da non o/frire nessuna possibilità di soluzione nello. ambito delle « convergenze». Escluse dai deliberati del consiglio nazionale le soluzioni di centro-destra, alla dire– zione centrale DC non restano che tre possibili soluzioni: quella « organica di centro-sinistra; il varo di un mono– colore DC « programmatico »; lo scio. glimento dell'assemblea». Avevamo poi scritto che la prima e la terza soluzione si rendevano praticamente impossibili per ragioni oggettive, ed avevamo espresso il convincimento che la direzione DC puntava decisamente al monocolore « programmatico » sul quale fare convergere l'appoggio del PSI e di altre forze «assimilabili». Ciò in quanto tale tipo di governo era quello che meglio si prestava a condurre a termine l'operazione «aper– tura a sinistra » a livello di enti lo– cali che dopo il 6 di novembre l'on. Moro ha giudicato -essenziale realizza– re come premessa ad un accordo gene– rale politico DC-PSI. 6 ecaginobianco Avevamo, allora, concluso la dia– gnosi della situazione siciliana aff er– mando: 1) che gli organi centrali della DC non avevano mai posto veti per una formula quale quella che l'on. Moro voleva per la Sicilia; 2) Che l'on. Moro, nel caso di oppo– sizioni, formali, alle sue direttive avrebbe potuto giustificare quella solu– zione richiamandosi ai precedenti di giunte comunali e provinciali costitui– te dalla DC con l'appoggio del PSI, senza che per le stesse vi fosse stata opposizione sostanziale in certi settori, ritenuti decisamente anti-marxisti, del partito; 3) che, comunque, l'on. Moro avreb– be sempre potuto giocare la carta delle « necessarie » anche se « meditate e caute » sperimentazioni circa la « di– sponibilità» democratica del PSI, te– si pur essa avallata, di fatto, da quasi tutto il partito, a giustificazione del suo procedere; 4) che il PLI, nel caso l'on. Moro fosse riuscito a concludere la sua ope– razione, avrebbe finito p~r accettarla supinamente, nel. timore di perdere i vantaggi che gli procura la politica della «convergenza». Dopo gli ultimi avvenimenti sicilia– ni, non abbiamo da modificare un solo rigo di quanto avevamo scritto mesi or sono_. L'on. Moro, infatti, con la sua ap- parente intransigenza circa la necessi– tà di formare una maggioranza fon– data sui partiti « convergenti », potrà forse riuscire a portare in porto l'ac– cordo con il PSI. Un accordo che va ben oltre il semplice ap– poggio esterno dei « carristi » sicilia– ni del PSI ad un goi-erno monocolore programmatico della DC se è vero, come è vero, che l' « Avanti » del 14 giugno - cosa ignorata da tutta la stampa apertamente « convergente » o « convergente tra le righe » - poteva scrivere: « Nel corso dei col– loqui di ieri tra il compagno Lauri– cella, il segretario regionale della DC on. D'Angelo e il capogruppo DC on. Di Napoli, le preminenti ·esi,genzepro– grammatiche poste dai so'Cialistierano state ac~ol'te». Il che, in parole povere, vuole si– gnificare che il programma del mono– colore DC che dovrebbe gov'!.!!:are la Sicilia è stato finora contrattato e con– dizionato apertamente dal PSI. Da tut– to questo dobbiamo concludere che nella nostra diagnosi di mesi fa ci era– vamo sbagliati in un solo punto, anche se l'avevamo considerato co,;.,,e semplice ipotesi : quello in cui pensavamo a possibili reazioni, sia pure formali, di certi settori della DC avanti alla collu– sione aperta del partito con il PSI in Sicilia, reazioni che non ci sono state. Mentre scriviamo, la manovra con– cordata tra l'on. Moro ed il PSI non si è ancora concretata. Ma la responsa– bilità di tale fatto è da attribuirsi esclusivamente aUe bizze dell'USCS, éhe si sente menomata -daill'aocordo diretto DC-PSI. In politica ciò che conta sono i fatti e non le intenzioni o, tantomeno, le parole. L'on. Fanfani, nelle nostre contrade ed oltre-Atlantico, tuona in termini di tmticomunismo. L'on. Moro, per parte sua, chiede sommessamente voti per la DC in nome dell'anti-comunismo. Vogliamo sperare che di / ronte a tali fatti nessuno vorrà accusarci an– cora di «faziosità» e di « avversion~ viscerali » se li denunciamo per la verità.

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=