Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961
CINEMA TORNA LA PSICANALISI Anni fa la psicanalisi ·era di moda. Più di oggi (a-Imeno in quelle forme istrioniche, vistose e scarsamente scientifiche •che da qualche tempo sono state universalmente accantonate. E il ci– nema, com'è ,chiaro, la trattava in lungo e in largo, inserendola nella scia di quei ,ftlm dell'or– rido che, filiazione diretta dei primi film «neri » e •cti quelli « gialli » si 1 afftçlavano ora a temi mor– bosi pèr richiamare l'attenzione delle platee af– famate di cibi ,sempre più ,pepati e inadatte, con H loro palato guasto, a gustare tutto quello che non avesse un sapore forte. Evolvendosi però la psicanalisi, e superato il periodo di moda popo1'are e salottiera per entra– re in quello del laboratorio e della medidna, il cinema non seppe più che farine e la ·mise da par– te, come un argomento non solo meno attuale, ma anche meno eccitante, e a tra:ttarne rimasero soltanto i medi'Ci ed i congressi scientifici. Stupisce, perciò, che in data odierna un regi– sta della fama di Michael Powell (che con Emeric Pressburger Ju, anni Ja, una delle illustrazioni del cinema ,brftannico) vi tomi sopra (L'occhio che uccide, protagonista K:arl Boehm) speculan– dovi esattamente come anni or sono vi speculava il cinema morboso di Hollywood, lieto di offrire alle folle i grovigli tor-tuosi dei più stranulati subconsci. E stupisce anche perché il film, nonostante una deHe sue innegabili dignità formali (ovvia, del resto, dato l'autore) non si giustifica in sede artistica da nessun punto di vista e resta, perciò. una ·semplice eser'Citazione commerciale costrui– ta sul tardo ·spunto della psicanalisi (o, meglio, dei suoi ultimi cascami cinematografici). Ci troviamo infatti di fronte a un ·giovanotto che è ossessionato da una torva mania, quella di fotografare la paura; sulle prime si è limitato a fotografare solo i visi di donne terrorizzate da un topo, ,ma in seguito, visto che quella non era vera paura, ha pr,eferito fotografare altr·e donne sot– to la minaccia della morte; e questa morte, ov– viamente, era lu1 a procurarla ~oro, con una spa– da aguzza che spuntava all'improvviso dalla sua macchina da presa. Perché questa ossessione? Perché il giovanotto aveva avuto un padre psi– chiatra che, per i suoi istudi (e soprattutto· per quelli relativi aUa ;paura) si era servito di lui, 32 bi I u ecaginòbianco svegliaJ11dolobambino nel sonno, terrorizzandolo con bestie immonde e poi fotografandolo mentre urlava dal terrore. Questa terribile •esperienza gli aveva inferto un trauirna e la conseguenza di ,quel trauma era, adesso, la •sua mani:a omicida con corollario di fotografie e di paure provocate ad arte. Va da sé che '1ia vicenda si conclude come tut– te quelle di questo tiipo: il maniaco si imbatte in una ragazza che gli suscita sentimenti ,gentHi, non vuole tperciò sceglierla come vittima, ma quando sta per cedere anche ,con lei arriva la po– lizia (messia sulle tracce da un modesto indizio) e lui si uccide con la stes,sa arma con cui uccide– va Ie •sue vittime e, naturalmente, !fotografando il proprio terrore. Una fantasia un pò ilugubre, perciò, messa al servizio di una vicenda svolta in modo altrettan– to lugubre e ,senza un solo spiraglio di vera in– telliigenza che realmente la giustifichi (a parte, come s'è detto, l'intelligenza figurativa ,che è pe– culiare a Michael Pow.ell ma che qui non va mai oltre un certo formalismo e un gusto violento e contrastato dei colori). La ;psicanalisi, perciò, ancora una volta ha regalato al cinema un ,pretesto per uno spetta– colo di torbide suggestioni emotive, ;senza nessu– na base scientifica ,e, soprattutto, :senza nessun riscatto estetico: esattamente carne qualche an– no fa, quando Hollywood dec11etòche al pubblico non bastavano più i film a su.spense con la ri– cerca dell'assassino, a meno che l'assassino non fosse, anche un mostro ohe uccideva sentendo il suono di un violino perché da bimbo la madre lo fustigava con un archetto. Non prenderemmo nota di un film simile (che al ma,ssimo potremmo segnalare fra i ritorni di fiamma di un ge!Il'ere quasi tramontato) se non ce lo avesse offerto Mkhael Powell: è doloroso che proprio da ilui ci venga un simile supino ri– torno a certi 1gusti deploreV'Olidella :platea. Se anche i «migliori» tradiscono, dove andrà H ci-. nema serio e dignitoso? Soprattutto in un mo– mento in cui anche :i non mi,gliori, in Europa e USA cercano di proseguire vie di maggior im– pegno? GIAN ·LUIGI ROiND·I
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