Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961
tico dei quali, Clauso, furono confe– riti insieme la cittadinanza romana ed il patriziato, mi esortano ad adot– tare gli stessi criterìi nel governare lo Stato, col far venire a Roma quan– to di pregevole vi sia altrove. Non ignoro infatti che i Giulii furono chiamati da Alba, i Coruncanii da Comerio, i Porcii -da Tuscolo, e p·er non risalire ad epoche più antiche, dall'Etruria, dalla Lucania, e da tutta l'Italia furono chiamati uomini al Senato romano .... E' il caso forse di pentirsi che dalla Spagn,a sia.no venuti i Balbi, ,e dalla Gallia Narbo– nese uomini non meno famosi? ... E' pur vero che noi combattemmo con– tro i Senoni, ma non si sono forse mai schierati contro di noi in campo aperto, i Volsci e gli Equi? Fummo sottomessi ai Galli, ma abbiamo con– segnato ostaggi ai Tusci ed abbi!amo subito dai Sanniti l'umiliazione del giogo .... Ormai essi (i Galli) sì sono assimilati a noi nei costumi, nelle arti, nei vincoli di sangue » (2). La grandiosità del di.segno univer– sale che animava la mente dell'Im– peratore, sollevando il respiro del suo spirito con. tutta la forza espressa -ed attuata •draglii avi, è tan– to ,evidente clle non :wrebbe bisogno di esseir-e ,commentata. Pure, il Slalvatorelli .trova modo di citare !',episodio - senza natural– mente rifel'ire le 'Parole di C1audio - iper mettere in rllioevio come la dii– scussione i-nSenato sia sorta ia cau– sa della « resistenza » - e qui l'uso della ,p,airola è rivelatore delle in– tenzLQl!li e dello stato d'animo - dei senatori, animati. da « coscienza na– zionale romano-italiana», contro lo aUar.gamento dei lo.ro ;privilegi alle provincie. Il suo punto di vista, ,che va a cercare l'Italia non nella ma– gnanima ed 1universaliiStiica gran– dezza di uno spirito oaipa;ce di al– largarsi a oomp,rendere nella sua sfera il mondo intero e a renderlo eguale ,a sé, ma niei ribelli di Corfinio ed in :po-chi senatori ,egoisti e scon– tenti, non è in verità cosa nuova, né limi.tata al nostro Paese. Esso è analogo ia quello degli storici di al– tre nazioni ,che vedono in Viriate ii1 p8Jdre della Spagna, in Vercingeto– rige quello della F'ra:nci'a ed in Ar– minio quello della Germania. Giu– stificato - anche se solo in iparte - per le altre namoni, questo modo di v-edere diventa grottesico se appli– cato all'Italia. 24 ecaginobianco L'Italia si mani 1 festa infatti in questi secoli, non quantitativamente attraverso la massa deJle sue g,enti, ma qualitativamente attraverso l'opera della sua stirpe migliore e più forte. Attraverso questa ,prende icor:poe si attua una volontà politka iche aigisce ,come ,centro ordinatore e co– me forza direttiva, animata da una costa,nte aspirazione alla universa– lità. L'unificazione di tutte le stirpi degli italici sotto l'egemonia roma– na, deve intendersi come la loro identificazionie oon la volontà ,poli– tica ·che li aveva legati insieme nella sua spinta verso l'unità unlversa1e. E' qui che l'Ita'ia può e deve es– sere •cercata: solo così si troverà che es.sia esiste/va :firrl da quei tempi. Si riconoscerà allora clle gli itaHci di– venivano tali ,con l'inserdrsi nella grande impr-esa romana e con il partec'iparvi; re.stavano VoLsci e Sanniti, Umbri ed Etruschi o.gni qual volta le si opponevano. La pa– rifieiazione dii tutte le prurti dell'Im– pero e di tutte le g'lenti d1e lo abi– tavano, non segna la s,comparsa di un aipipena tra;cciat-o abbozzo di Italia, e non è un,a sconfitta de– gli italici: irappresenta invece la ,ptena re·alizza:ziione della .prima ed il trionfo dei secondi. Siamo inf-a:tti di fronte alla -completa vittoria di un':idea ,che si afferma dopo aver spi 1 anato la proprda .strada per se– coli, p~o dopo passo. L'universalità ,perseguita dia Ro– ma, e dagli Italici oon Lei si realiz– za compiutamente con il corona– mento dell'opera imperi.ale. Questa opera aveva :costituito la ragion.e dell'unione dei romani e degli ita– lici: l',atto di niase:ita dell'Italia o - se si vuole, del1a nazione italiana - è inscindibile dunque dalla ide.a imperiale, e solo in e-ssa può essere ritrovato. Ci siamo volutamente dilungati sull'argomento, per ,cericare .di co– gliere fin dalle basi i te:ranini dii u:n problema essenziale ohe rigururda l'Italia di 1cento anni fa, come qiue.Ua di oggi. Vorremmo infatti stabi1dre con chiarezza che per storia d'Italia non deve nie 1 cessari 1amente intendersi la storia della Nazione italioana o della sua formazione. L'I.tall.a esisteva e non ·come aggre,gato di ;popoli e di città, ma come realtà unica, stori– camente attiva ,con un suo pensie– To e una sua legge, anche quando non esisteva una nazione italiana. Esisteva come volontà politica, come idea unificatrrke, ,come forza civile. Non tendeva a creare l1a Nazione, ma l'Impero, anche se poi succes– sivamente, la Nazione n,e scaturi. Quando la Nazione italiana nac– q,u,e- e v,edremo nel prosieguo del nostro studio come, perché e sotto la spinta dli quali ·condizioni stori– che e poli.ti- che essa nacque - ave– va a ,l. la sua b ase 'Ciòche gli italiani avie vano fatto e ,creato, le lotte che es.si per s-ecoli •avevano sostenuto, i gran di ipensi.€Ti che i maggl!ori di loro avevano lanciato al mondo e che avevano costituito la fonte di que 1 ·Le ,creazioni e la ragione dJi. queUe lotte. Cercare ,altro:ve le sorgenti del no– stro essere, tentare di identirucare in un moto naturale, cieco ed irragio– nevole un processo di formazione di– stinto dallo l'>Volgimentoe dalla vita deH'idea italliana nel mondo, distac– ca.re l'uno dall'altro e cer-c:are di contr apporli a contrasto, è fare ope– ra distruttiva e nef,rusta. Gli effetti negativi di questa impo,staznone li– mitatrice, si riflettono su tutte le fasi della nootra stona, giungono fi– no a 1\a 1 sare- nei suoi valori e nelle sue proporzioni il Risorgimento, e si proiettano nella inter;I)Tetazione più speeificamente po-litica della realtà d,ell'Italia di oggi. Essa in isootanza è legata con le ca~e sbesse del,l'attua– le smarrimento d,ello spirito naz:o– nale, con le ragioni di coo trasto e di divisione ehe avvelenano la nostra vita pubblica. Un sommar.io esame dei S€coli ,che ,pre •cedettero dl Risor– gimento, un'ana'Lsi delle sue fasi e degli anni ,che immediatamente lo seguirono, ipotranno più chiaramen– te mostrarci questa <relazione nei suoi tratti essenziali. E. E. 1) Il testo de.Ua AEQUA (Roma rn36) reca in verità: « unione di tutte le stirpi italiche in un solo stato », il ehe starebbe a si·gnifieare esattamente il contrario. Crediamo che tale ver.sione sia quella giUiSta, p-e·rché,poche rtghe più sotto l,e.g.gia– mo: « La storia interna d'ItaJi,a sino amunione di t·utte le genui italiche sotto la supremazia del' a stirpe la– tina, e la storia del dominio italiano sul mondo ». ,2) Tacito. Annali. Libro XI-XXIV.
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