Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961
A questo punto vorremmo far notare che tale soluzwne, forse più ancora della prima proposta da Lauro, avrebbe potuto, meglio di ogni altra, giovare alla causa della città di Napoli, senza sminuire, e forse anche accrescendo, il prestigio democristiano; infatti la D.C., dalla sua posizwne c-hiave avrebbe potuto controllare efficacemente l'azione di governo svolta da Lauro, impedendo il riprodursi dei fe– nomeni tipici del "[aurismo". Ma contro questo parere, che pure non doveva essere assente nel gruppo consiliare D .C., si impegnò potente– mente il Barbi, il cui scopo non è evidentemente qnello di "spazzar via il laurismo" com' egli ha dichiarato, ma di eliminare Lauro ed il suo partito, il che, se risponde per– Jettamente alla linea dell'anticomunismo moroteo consi– stente nel disgregare le forze di destra moderata a favore -- come dimostrano crudamente le ci/ re - delle estreme di sinistra e, in misura minore, di destra, non ci sembra invece rispondere alle ef/etti ve esigenze del Paese. In/ atti vorremmo chiedere al dott. Barbi: crede lei eh.e, una volta "spazzato via" Lauro, le centinaia di mi– gliaia di voti, in gran parte di origine proletaria, - come lei sa senza dubbio meglio di me, - affluiranno verso i partiti cosiddetti convergenti? O non è più logico credere c.he , mentre i voti "borghesi" confluiranno in massima par– te verso il M.S.I., quegli altri andranno ad ingrossare le già fin troppo nutrite schiere comuniste? Ed è questo rafforzamento delle estreme, in particolare quella comunista che la D.C. si è prefissa ed ha promesso agli Italiani che l'hanno votata? Chiusa questa lunga parentesi, ci fermiamo a notare che la soluzione che Barbi probabilmente vagheggia per il comune di Napoli, gli verrebbe dalla ventilata "fuga" di un folto gruppo di consiglieri laurini, già noti per esser saltati dalla barca missina a quella Laurina, e che ora sarebbero pronti a saltare sul vascello di Saragat, cui la sinistra democrist!iana pronostica un grande avvenire. t'sautorato il partito di Lauro, e rinforzata in questa bella maniera la "convergenza", il gioco sarebbe fatto. Resta ancora da spiegare l'enigma del bilancio Correra. chiave di volta delle dimissioni di Lauro. La cosa è com– plessa solo in apparenza, perché, una volta afferrato lo strano meccanismo della politica amministrativa napoleta– na, si spiega da sè: Lauro per fare il Sindaco aveva biso– gno di fondi, e per avere i fondi, doveva richiederli alla apposita Commissione per la Finanza Locale. Ma la detta Commissione non può concedere alcuno stanziamento se prima non esamini il bilancio comunale. Lauro aveva quindi bisogno di un bilancio approvato da presentare: la D.C. gli propose di presentare un bilancio provvisorio per provvedere alle necessità più urgenti. Ma questa so– luzione avrebbe comportato la perwdica sottomissione di Lauro per ogni stanziamento a titolo di bilancio provvi– sorio, cosa che al Comandante non andava a genw, per Lo STATO bib inobianco cui egli ebbe l'idea di presentare facendolo proprio, il bilancio della Amministrazione straordinaria, voluta dai democristiani. Egli pensava che i democristiani stessi non avrebbero potuto respingere l'operato di chi per loro desi– daio era stato chiamato, ma, come i fatti hanno mostrato, C'glisi era sbagliato, perché Barbi vegliava e prese le mi– sure del caso. Di qui l'ira di Dio, i tumulti, la gazzarra, e tutte le altre belle cose ~i cui si parlava all'inizio. Per i comuni– sti è una vera bazza, ed essi non si fanno pregare a tuf– jarcisi, allegramente speculando e pescando nel torbido. Ma intanto i mesi passano, l'inattività tocca i vertici del sublime, mentre numerose e folte categorie di cittadini sentono divenire sempre più insostenibile la situazione. Ed l 1 ra, dulcis in fundo, siamo di nuovo senza sindaco-. Pos– siamo sperare che le parti cerchino una via di accordo e diano ascolto al responso - abbastanza chiaro - delle urne? LUIGI PARRELLA Tra il dire e il fare .... NUOVA FRDMTltRA 21
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