Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961

Purtroppo le varie associazio– ni degli agricoltori, molti tecni– ci e gli -stessi coltivatori diretti, preoccupati di risolvere proble– mi singoli e ,settoriali hanno ipeI"sodi vista lo svolgimento di insieme della Gonf erenza Nazio– nale e non si rendono ,s,uffiden– temente conto che un fatto co– me questo potrebbe rappresen– tare una •grossa svolta politica. Gli agricoltori sono rimasti in genere favorevolmente sorprresi e quasi lusingati che il governo abbia finalmente deciso d.i prré– stare loro attenzione, ma non si illuda.no: il governo è immo– bilizzato mani e pied'i dall'at– tuale situazione politica e l'uni– co concreto risultato sarà che i comunist-i avranno trovato una altra piattaforma naai:onale per esporre le loro tesi. Questo si è già visto nella abile esposizione fatta dal professor Bandini in apertura della conferenza. Le te– si delle sinistre hanno avùto un ampio risalto e su tutti i pro– blemi esserispondono ad un prre~ ciso oo arti!Colato fine politico. Così, intanto, la « consultazione democratica » a qualcosa ed a qualcuno è servita. 2) Riguardo ai « tesori di espe– rienza » ed alle « volontà di te- ner conto di ogni valida voce che dal mondo rurale possa in– terloquire », si può rispondere che, a ben guardare, gli organi responsabili sono consapevoli delle ·ragioni tecniche della crisi della nostra agricoltura. Da Campilli, a Rumar, a Bandini, si sono ripetute le ben not,e tesi del periodo di transizione e di assestamento che attraversa la nostra agricoltura in relazione anche alla rapida espansione in– dustriale del paese. Ed allora? A cosa si vuole arrivare con que– sta grande assise nazionale? A tali domande possono dar-si due risposte parimenti sconsolanti. La prima, ed anche la più pro– bamle, è che non si voglia arri– vare a concludere niente. Punto e basta. Cioé niente di utile per l'agricoltura, ma si miri ad un puro e semplic-e « bluff propa– gandistico » per persuadere la Lo STATO bib11oiecaginobianco gente delle campagne della gra– vità dei loro problemi e dell'in– teresse grandissimo del governo: farli discutere un pò e poi ri– mandarli con belle promesse al paese natio, con la speranza che continuino a SO'pportare e a ta– cere. L'esempio dei laro colleghi bretoni potrebbe essere se·du– cente .. .. La seconda tesi è che il gover– no abbia compreso che il prro– blema dell'agricoltura non sia soltanto un grosso prroblema tec– nico ma rappresenti una delle questioni sociaili centrali degli Stati moderni industrializzaU. Allo sviluppo di un,a sana ed at– tiva vita rurale non sono soltan– to legati problemi d.i carattere produttivistico, ma anche ragio– ni etiche e storiche che danno all'agricoltura un posto specia– le in seno alla vita economica nazionale. Ma oggi in Italia il problema sociale agricolo è le,ga– to alle ulteriari possibilità di d'if– fusione del comunismo nelle campagne in relazione al per– durare della crisi agricola. Ora è bene dirlo ancor ipiù chiava– mente, il governo ,conver1gente non ha assolutamente alcun programma poHtico sul come .far fronte a questo ·grave pericolo. I comunisti si pres-e:ntano og– gi con un programma agricolo chiaro ed articolato, che può permettersi il lusso di essere per– fino « moderato » e « costruttir vo », nel senso che abbiamo già illustrato nei passati articoli ap– parsi sulla nostra rivi:sta. Avanti a 17,oro sono aperte le porte delle campagne del sud e dello stesso Veneto, se non si cambierà presto .indirizzo poli– tico. Alla Conferenza Nazi.onale i comunisti sapranno ben far vale:re le loro tesi. Il male mimare sarà allora che tutto rima,.nga come prima. Che se per caso aU'on. Fanfani, verrà in mente di « O'J)etrare » in modo che << della maggiore prosperità beneficino tutte le zone arretra– te, tutte le famiglie mortifica– te » e si darà mano a quelle ri– forme di compromesso, senza succo e senza volontà creativa, che si è soliti varare in Italia, si fini,rà per scontentare tutti e rafforzare solo i comunisti. Crampi siciliani 19

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