Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961
,.,_._._._.._._._.._._.._. _ _ _ _________ . .. _ _ _ .,. _________________________________ K2 Il discorso di Krusciov deve aver mostrato a tutti qi,anto deboli siano le possibilità di una effettiva trattativa con l'URSS. Da 7 la trattativa con l'URSS gli occidentali hanno ottenuto in quindici anni una sola cosa ( e tu il '111,e– no disposto a trattative ad ottenerla, John Foster Dunes) il trattato di pace con l'Austria. Ma r'ottennero nel periodo di incertezza e di debo– ,lezza che fu causato dalla difJici1e successione di Stalin. Quando il potere sovietico fu di nuovo soli– damente in mano a una sola persona e i tempi della direzione collegiale apparvero soltanto un effimero interludio, allora cessaron-0 anche le concessioni .... Si è dunque visto che, nonostante gli S.U. aves– sero rovesciato La loro posizione sul Laos sino a ren– derla quasi coincidente con l'impostazione sovietica, poco hanno giovato gli incontri di Mosca e quelli di Ginevra. E quanto alla questione tedesca e berlinese, il telediscorso di Krusciov non ha fatto altro che ri– badire la volontà sovietica di risolvere la crisi ber– linese << entro l'anno ». Sromo dunque tornati indie– tro: prima l'URSS aveva levato l'ipoteca dei limiti di tempo, ora l'ha pesantemente riposta. Ulbrìcht poi ha aggravato le minaocie indicando il modo totalitario e vessatorio con cui la repubblica tedesca dell'Est vuole esercitare i poteri che gli ver– rebbero trasmessi dalle autorità sovietiche. Scopo dei comunisti di Pankow sarebbe quello di e'iminare la possibilità del facile passaggio degli emigranti clan– destini dall'Est all'Ovest. La posizione sovietica è rigida e non sembra of– frire alcun margine di compromesso. Il senatore de– mocratico Mansfield ha sostenuto la te.si di una Ber– lino interamente e sicuramente neutrale, includen– dovi Berlino Est non meno di Berlino ovest. Pare però al di fuori di ogni concreta possibilità quella di in– durre i tedeschi orientali ad usare di Berlino come sede del loro governo. Non è nemmeno certo che si possa procedere al baratto suggerito sembra dalla diplomazia inglese: cioè il riconoscimento della fron– tiera tedesco-polacoa del'Oder-N eisse e del regime di Pankow da parte degli occidentali. Una simile con– cessione, che metterebbe in pericolo tutto l'insieme deUa politica di Adenauer, fondata sul rifiuto di ogni riconoscimento al regime di Pankow, non sarebbe poi di perr se forse nemmeno sufficiente a ·f,ar mutare piano ai sovietici. • I sovietici possono eseguire la loro politica con atti che dipendono solo dalla loro volontà per quanto ri– guarda la questione di Berlino: è dunque ben diffi– cile evitare ambedue i corni del dilem.ma : o neutra– lizzazione di Berlino o pace separata di Mosca con Pankow. Non è detto che la seconda via sia poi la via peg– giore: se gli occidentali mostreranno una sufficiente risolutezza, è difficile pensare che i tedeschi orientali vogliano veramente aggravare la situazione. I o O l\I In casi simili, val meglio attenersi a una linea stabilita e sostenerla che snervarla con tentativi di impossibili compromessi. Questo sempre che i tenni– ni di un accettabile compromesso non vengono sug– geriti dai russi stessi, per quanto questo oggi appaia poco credibile. Ma in questo caso, bastano i normali canali diplomatici, non occorrono i vertici in serie, che sembrano così poco concludenti. Foster Dul!es ot– tenne il trattato di pace con l'Austria come condizio– ne non come risultato di una conferenza al vertice: e lo ottenne mediante i normali canali dirplomatici. Cera un tempo in cui la sommità era di moda e sembrava particolarmente la ricetta del premier in– glese Mac Millan. Il gran vertice di Vienna, come il precedente tete à tete russo-americano del '59 sem– bra aver fatto giustizia delZ.a moda e del mito del vertice. Se il segretario di stato Rusk voleva cercar.e la controprova della saggezza delle tesi da lui soste. iTIJUte in un celebre articolo su Foreign Affa.irs, l'ha.: ottenuta. Gli esperimenti dell' on. Andreotti In una nota sull'ultimo numero di « Concretezza » l'on Andreotti ci tratta da superficiali per aver scritto che la DC romana ha preso in considerazione la eventualità di formare al comune una giunta con l'appoggio, sia pure indiretto, del PSI. A pochi giorni di distanza dalla stesura di quella nota, l'on. Palmiro Foresi, capogruppo della DC nel consiglio Comunale capitolino, in sede di dibattito prima delle votazioni per la elezione del sindaco, do– po aver lamentato che « le preclusioni ed i veti per questo o quel gruppo» (del PLI nei confronti del PSI, del PSI nei confronti del PLI) non avevano reso pos– sibile il f armarsi di una maggioranza p,re-costituita, ha dichiarato: « D'altra parte la DC ha sempre soste– nuto che per allargare l'area d-emoeratica si deb– bono aggiungere altre forze politiche e non sostituire le une con le altre, perché in questo caso l'area de– mocratica non si allarga ma si restringe, o tutt'al più rimane com'era.» Tenuto conto del fatto che poco dopo l'on Foresi ha pure dichiarato che la DC - per solenni delibe– rati degli organi nazionali del partito - non poteva prospettarsi una collaborazione, neppure indiretta, con le destre, appare più che limpido il senso della sua dichiarazione da noi riportata, che co-si può es– sere sintetizzato: la DC romana, sia pure sotto il velo tra.sparente dell'« amministrativismo » si è disposta ad accettare un appoggio socialista, quando lo stesso non dovesse essere avversato dal PLI. L'on. Andreotti chiudeva la nota su «Concretezza, con la solenne affermazione: « A Roma, esperimenti h-.-.•.•w-.-.-.-.•---------••••••••------•••••••••-----•••••••----•••--•---•••----••------•••••----•••---1.----••••--••--••••--•••••--•••,.-.-.r_.._..-.•.-.•.-.•.-.-.-.DJl.•■Yw-.•A 16 bibliotecaginobianco
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