Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961

bi nom1c1, rispondendo a quanti sostengono che il reddito è an– dato ugualmente dilatandosi nel tempo, nonostante gli au– menti della pressione fiscale, obiettano che, a parte la stra– nezza di uno strozzamento del reddito per effetto della eccessiva presisione, non esiste la dimo– strazione di quanto si sarebbe potuto realizzare in un clima di rapporti diversi tra cittadini e fisco. D'ail.tra parte è pure noto che lo stesso ministro del Bilancio, on. P.eHa,ha sentito la necessità di ;pr•ecisare che occorre conte– nere in futuro la spesa « entro i limiti della dilatazione del red– dito nazionale » medesi,mo. Ma vi è un'altra considerazio– ne estremamente importante ed è che, se è vero che esiste tuttora •un'area di evasione no– tevole, è pur vero ohe l'area dei contribuenti ha rag.giunto dei limiti di estrema sopportabilità, periché praticamente pagano an– che per coloro che non compiono il proprio dovere. E perché deve verificarsi una tale situazione a causa dell'asso– luta insufficienza sia dell'orga– nizzazione degli uffici finanzari, sia della composizione degU or– gani preposti all'accertamento ed al controllo, sia per una ca– renza di maturità in coloro che hanno il compito di creare pra– ticamente un raipporto di fiducia tra i cittadini e l'Amministra– zione finanziaria? Nella sua relazione allo stato di previsione deHa spesa del Te– soro, l'on. Bima ha rilevato che « per la prima volta in questi cento anni di vita unitaria il bi– lancio della Pubblica Istruzione scavalca, sia globalmente, sia percentualmente, il bilancio del– la Dif.esa ». Al riguardo un suggerimento: perché non stabilire che parte dello stanziamento dovuto alla istruzione vada investito per una diversa preparazione dei funzionari dello Stato, e magari di coloro medesimi che sono chiamati a legiferare od a go- l2 vcaginobianco vernare, perché soltanto attra– verso una diversa mentalità è posisi'bile andare incontro alle esigenze dei cittadini? Ciò riguarda :sopratutto pro– prio il settore fiscale, essendo quello nel quale più direttamen– te si sentono i riflessi del rappor– to tra lo Stato ed il cittadino, ed essendo parimenti quello nel quale il rapporto ,medesimo è apparso sempre .più difficile iper una cronica disposizione alla inimicizia. Parlando al Senato, in occa– sione dell'ultimo dibattito finan– ziario, il ministro Trabuochi ri– conosceva la fondtatez·za delle critiche sulla situazione negati– va deH'Amministrazione finan– ITTaria dal punto di vista organiz– zativo: il persona-le non è suffi– ciente; l'attrezzatura non è con– forme alle esigenze di un:a finan– za moderna; 'il personale non è contento perché allo stesso ta– volo sono seduti funzionari dello stesso grado, della stessa capa– cità, ma con trattamento fonda– mentalmente diverso a seconda che si tratti di personale avente diritto al riparto dei diritti ca– suali prima della loro riforma e di personale entrato ·successiva– mente in ruolo; non è contento perché i loro pari grado di altre amministrazioni, alla cui rimu– nerazione contribuiscono i fondi con tanta (fatica rag1granellati dai dipendenti del Ministero delle Finanze, percepiscono sti– pendi maggiori che, ragguaglia– ti poi ad orario diventano, in confronto spropositati. Sono parole del ministro e sono parole gravi, così come grave è la denuncia, fatta nella medesima occasione, di una ca– renza di preparazione tecnica· in molti gangli vita,li dell' Ammini– strazione. Perché dunque non porre co– raggiosamente mano ad una re– visione integrale del sistema - come uomini e come servizi - nella convinzione che a nulla servono le migliori leggi quando mancano uomini capaci ad at– tuarle? Lo vogliamo nei fatti o lo pro– pugnamo soltanto a parole, con il recondito proposito di lasciar-– lo lettera morta, questo incontro tra cittadini e fisco sul piano di una leale •elibera in tesa nel re– cilproco interesse? O ,pensiamo veramente che H contribuente italiano debba con– tinuare ad essere tarta·ssato senza misura, perché così facen– do si serve meglio la causa del– Jo statalismo? Leggevamo proprio in questi giorni, sul quotidiano socialista del Governo democristiano ( «II Giorno» di Milano), a proposito del processo che tanto ha appas– sionato l'opinione pubblica che si tratta « di un delitto che po– teva accadere solo nell'Italia neocapitalista inebriata dalla scoperta del telefono, degli as– segni .e degli aerei » (Giorgio Bocca su « Il Giorno» dell'll giugno). Evidentemente tutta la •politi– ca deHa sinistra democristiana - che è tanto amata dal Gover– no delle « convergenze paralle– le » - è vista in chiave neocapi– talista: si tratta evidentemente di un « complesso », che forse Freud avrebbe ben identificato neUe sue cause, ma iche preoccu– pa per ·gli effetti deleteri che può av,ere per il nostro Paese. Da esso al « complesso delle aperture» il passo è breve e pro– babilmente quanti la pensano come « Il Giorno » sognano uno Stato senza telefono, senz·a as– segni e isenza aerei: e, d'altra parte, a ohe cosa è ciò necessario quando a tutto pensa lo Stato medesimo? Si tratta evidentemente di una forma mentis, che investe tutto il nostro sistema attuale e quindi anche il campo del ra;p– porto tributari o, ,una forma mentis ad ispirazione marxista che sembra lentamente vada trovando simpatizzanti tra le fi– le di coloro che parlano con tan– ta disinvoltura di socialità in un clima di Ubertà. GIORGIO SACERDOTE

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