Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961
petenti nell'impedire lo sviluppo del piano cri– minoso degli austriacanti. Vi sono delle cause precedenti da riesaminare. Non vogliamo qui ria– prire la polemica sull'opportunità o meno di ac– cettare il dibattito aH'ONU. E' chiaro, comunque, che le attuali -esplosioni in Alto Adige possono impressionare l'opinione pubblica interinazion.ale con molta maggiore effica·cia dopo la pubblicità data alla controversia italo-austriaca con la di– scussione al Palazzo di Vetro. Ma fonse l'errore più grave ·è stato commesso quando, dopo il fal– limento dei coHoqui di Milano, il Governo non volle accettare il suggerimento di un autorevole esponente della maggioranza di ricorrer-e imme– diatamente al Tribunale de1l'Aja, accusando la Austria di non voler r-isolvere la controversia nello ·spi-ri:to dell'ap,pl'ica;zione dell'accordo De Gasperi - Gruber. In politica 1e. debolezze si pagano care, e con la nostra condiscendenza a proseguire il colloquio, nonostante le assurde ri- Il « Baco » Cinese bi 10 caginobianco chieste revisionistiche di Vienna, abbiamo dato l'impressione, agli estremisti altoatesini e alla Austria stessa, di voler mantenere certe posizioni solo :per salvare la faccia. Ma davvero questa im~ pressione è sbagliata? Non lo si potrebbe affermare con sicurezza se ci si riferisce soltanto alle :prese di posizioni degli esponenti locali: della maiggioranza. Non si deve dimenticare che il capo gruppo d.c. all'assemblea regionale del Tr:entino A. A., dr. Kessler, ha a suo tempo presentato un «piano» .. che prevede concessioni di ·gran llllllga mag,giori di quelle che il governo, almeno ufficialmente, si è dichiarato disposto a fare nelle trattative con l'Austria. Non si deve dimenticare che i vari onn. Berloffa, ed EliJSabetta Conci non perdono occasione per lasciar trasparire la benevolenza con cui: guarda– no alle r.ichieste della SV:P, per conseguire la « pacificazione degli animi ». Le << ,giornate di luglio» ci hanno ormai insegnato quale elemen– to determinante per un'iniziativia sovversiva sia i'impressione che i presunti avversari sono di– sposti a cedere. Giunti a questo punto, per dimostrar•e ai ter– roristi e a chi sta dietro le loro :spalle che certi calcoli sono sbaigliati, non rimane altro -che una st:r.ada: adottare in Alto Adige le più ampie mi– sur:e, anche quelile eccezionali ipr·eviste per casi eocezionali, s-enza la preoccupazione di urtare la suscettibilità di nessUlllo, e cambiare totalmente registro nei rapporti con l'Austria. Esistono i chiari presupposti per un'iniziativa del genere: un membro ufficiale della delegazione ,governa– tiva viennese per le trattative con l'Italia, la dot– •toressa Stodlmayer, è stata denunciata sotto la accusa di aver istigato ed aiutato ,gli ambienti terroristici altoatesini. Sarebbe troppo inigenuo, d'altra ,parte, pre– star fede alle condanne « ufficiali » di Vienna contro gli attentati dinamitardi. Il tono esat di ,queste ,espressioni di maniera è dato da un editoriale d-el quotidiano ,governativo « Die Pres– s-e » ,che, dopo aver deplorato il ter_rorismo, con– clude: « VI è una sola cosa da .fare: dare ai sud– tirolesi ciò cui hanno diritto ». La malafede è troppo scoperta quando -simostra di resptngere il sistema dell'intimidazione, per a,ggiungere su– bito dopo che di fronte all'mtimidazione occorre cedere.
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