Lo Stato - anno II - n. 17 - 20 giugno 1961

IN STILE F.L.N. TRITOlO Al BRENNERO Le minacce sembravano chiacchiere retori– che, ed invece son di•ventate fatti brutali. Quan– do, qualche tempo fa, si leggevano le dichiara– zioni degli esponenti della .SVP sull'eventualità che l'Alto Adige si trasformasse in una nuova Cipro, si pensava ad una rodomontata di gente costretta a drammatizzare la situazione per reg– gere la parte che si era assunta. Ed ora ici siamo, o quasi. E' vero che viviamo in un'epoca in cui gli avvenimenti, anche i più gravi, si svolgono secondo un ritmo da sequenza cinematografica, ma difficilmente si poteva im– maig:na·reche i titoli d'apertura sulle prime pagi– ne dei giornali, dedicati nei giorni scorsi alle av– venture cubane o alle sommosse algerine, sareb– bero stati presto monopolizzati da fatti quasi altrettanto gravi, verificatisi entro i nostri confini. Forse l'aspetto più significativo dell'improvvi– sa esplosione di terrorismo in Alto Adige è la <<sorpresa» che essa ha suscitato nell'opinione pubblica: sorpresa che segna un'ulteriore, forte scossa alla fiducia degli italiani negli organi del– lo Stato. Non è da ieri, come abbiamo accenna– to, che le prese di posizione degli austriacanti in Alto Adige sono caratterizzate da oscure minac- Lo STATO ginobianco ce, e se l'opinione pubblica non vi aveva mai da– to troppo credito dipendeva appunto dalla sup– posizione ohe gli organi resporusabili dell'ordine pubblico avrebbero saputo prevenire quaisiasi iniziativa «irregolare». Adesso siamo di fronte ad un'azione in grande stile, e le autorità sono state colte di sorpresa, ed anche dopo il ripetersi degli attentati gli inquirenti sembrano branco– lare nel buio: o hanno le mani lega te, cioé non possono adottare quelle vaste misure repressive richieste dalla situazione d'emergenza? Sembra, insomma, che la nostra unica chance precauzio– nale contro le minacce degli «irredentisti» fosse l'ingenua fiducia con cui il Governo aveva ac– cettato di seguire -l'Austria in tutte le fasi del suo grossolano giuoco, dall'ONU, a Milano, a Klagen– furt, e ora a Zurigo. Non può non sorgere il dubbio che anche contro il pericolo comWlista gli organi dello Sta– to siano arma ti soltanto di speranza nel preva– lere della ragione e della democrazia, pronti a farsi cogliere di sorpresa se i sovversivi stimas– sero giunto il momento della prova di forza decisiva. Naturalmente il discorso sulle responsabilità di quanto sta avvenendo in Alto Adige non può limitarsi all'impreparazione delle autorità com~ 9

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