Lo Stato - anno II - n. 16 - 10 giugno 1961

POLITICA INTERNA SULL'ORLO DEL CAOS Nel tracciare un quadro della situar zione interna italiana i punti obbli– gati di riferimento sono i seguenti: 1) Saragat (articolo su « La Giu,. stizia » del 4 Giugno) scrive che il PSDI non provocherà una crisi di go– verno neppure nel caso che debba re– gistrare un insuccesso elettorale in Sar– degna, ma si limiterà, per il futuro, a chiedere un maggiore impegno « so– ciale » del governo stesso; 2) L'on. Moro (discorso del 3 giu– gno al convegno interregionale dei di– rigenti DC in Roma) conferma che il governo delle « convergenze» non ha alternative possibili ne prossime ne re– mote; 3) Malagodi (discorsi varii) è dello stesso avviso dell'on. Moro, anche se chiede che la « convergenza» da me– ra / ormula si muti in linea politica, organica e permanente; 4) La Mal/a (intervista a « Il Pun– to» di sabato 3 giugno) afferma di dubitare seriamente che Moro e Fan– / ani - al contrario di quanto in pas– sato gli avevano fatto credere - ab– biano intenzione di spingere la « con– vergenza » verso soluzioni aperte al PSI. Questo per quanto riguarda il go– verno. Altre componenti essenziali del– la situazione politica sono: a) il perdurare della crisi in Sici– lia per la incapacità della DC ad ope– rare una decisa scelta anticomunista nell'isola; b) l'aggravarsi della crisi comu– nale di Roma, che ripete gli stessi ca– ratteri della crisi siciliana; e) il formarsi di nuove giunte co– munali sulla base di accordi DC-PSI; d) la « lenta ascesa » elettorale (per dirla con l'espressionedel setti– manale ufficiale della DC « La Discus– sione») del PCI; e) il dilagare delle agitazioni sin– dacali promosse dalla CGIL. La sintesi panoramica della situa– zione che abbiamo tracciato porta ad una sola, ed evidente, conclusione : il paese si trova sul piano inclinato, sotto 6 otecaginobianco la spinta, da un lato della iniziativa socialcomunista, e dall'altro della im– potenza politica delle forze « conver– genti». Che le sinistre siano all'offensiva, e che l'offensiva procuri loro sostanziosi vantaggi, lo con/ ermano i dati eletto– rali, la rispondenza delle masse ai loro appelli sindacali, l'allargamento della loro sfera di potere a livello ammini– strativo, la possibilità che hanno avuto di spingere in un vicolo cieco la DC in Sicilia ed a Roma. La impotenza politica dei « conver– genti » si illustra da sola, attraverso le contraddizioni radicali, e quindi irri– solvibili, che erano alla base del « patto di Luglio » e degli atti che da quel patto sono derivati. Le contraddizioni della «convergenza» sono chiaramen– te delineate su « La Discussione » del 4 giugno ove è detto : « qualsiasi mag– gioranza pa:rlamentare è Oiberissima di portare avanti i soli .provvedimenti su eui le forze che la compongono so– no d'accordo ». Nulla di più esatto, sia da un punto di vista formale che so– stanziale. Ciò vuole dire che se una coalizione di forze politiche è divisa da sostanzia– li divergenze di ordine ideologico e programmatièo in ordine ai problemi di fondo del paese, è condannata allo immobilismo più assoluto se vuole evi– tare di sfasciarsi. E' questo il caso della « convergenza». Tale formula, in/ atti, manca di un comune denominatore, che non sia quello del timore che investe i suoi responsabili di dover rendere conto al paese della linea politica da essi av– viata nel luglio del 1960. Le prove di quanto risponda a verità tale afferma– zione sono di tutta evidenza. Manca alla« convergenza» una piat– taforma comune di principii o sola– mente ideologica. Lo Stato pensato da M alagodi, ad es., non ha nulla a che fare con quello pensato da La Mal/a, da Saragat e da larghi settori della DC. Manca alla «convergenza'> un fi– nalismo politico, immediato e remoto. La Mal/a, infatti, è per una acquisi– zione immediata del PSI al campo de– mocratico. Moro, Fanfani e Saragat vogliono tale acquisizione, ma sono incerti sul quando essa potrà essere concretata. Malagodi si oppone a tutto questo, non solo ma vuole un nuovo « centri– smo ». Ma il « centrismo » non lo vo– gliono Moro, Fanfani, Saragat, La Mal/a, per non parlare dei Sullo e dei Donat-Cattin della DC. Manca alla «convergenza» una piattaforma programmatica unitaria. Saragat, Fanfani e Moro sono per una « politica sociale » non meglio defini– ta. Ma è cosa certa che non si tratta della politica che vuole Malagodi e della politica patrocinata da La Mal/a e dalle correnti di sinistra della DC. A chi oppone loro tali constatazioni per impugnare la validità della « con– vergenza », i responsabili di tale for– mula rispondono che essa ha una sua ragione d'essere nella volontà di evitar re al paese avventure di sinistra e di destra e di creare le premesse per una svolta autenticamente democratica per la politica italiana. Ma per preservare il paese da av– venture politiche di qualsiasi tipo sar rebbe necessario, in via pregiudiziale ridurre la forza delle sinistre. Ma la forza delle sinistre aumenta nel [XJ,ese proprio in virtù delle contraddizioni insite nella formula « convergente», immobilizzata dai contrasti ideologici e programmatici che lasciano campo libero alle iniziative dei marxisti; resi questi ancora più forti dalle conniven– ze su cui possono contare proprio tra i convergenti. Una svolta autenticamente democra– tica nella politica italiana potrebbe aversi quando le forze anticomuniste « aggredissero » le sinistre in tutti i campi; con decisione, unità di intenti e chiarezza di obbiettivi. Ma la con– vergenza non solo è sulla difensiva, ma tratta apertamente con una parte della sinistra, per ora a livello ammi– nistrativo in attesa di avviare trattati– ve a più alto livello. A che cosa altro se non al caos può condurre una tale situazione quando dovesse protrarsi ancora per qualche tempo?

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