Lo Stato - anno II - n. 16 - 10 giugno 1961

1• OO I I I O I I OO I O I'° I I O I I I I I I I I I I I I I I o o, ♦,._ ____ o I oo I I I ooo I+++++♦+++++ ..... ~-·• oooo o, oo ,o+..._..... I I I I oo oo I o,._...... ............ ! i f t i t t I . . ! Ì I 1 . I I i I ! l i i I E.UROPA '61 Stanca della Fede, della pace che è guerra con il mondo, della vita che rinaseie ogni giorno e vince ogni giorno la morte, stanca del camminare con la mano nella mano di Dio, hai cercato il conforto delle vie scelte dalla ragione, d!elbedecisioni nate dall'arbitrio. Ilai preferito l'esser sola aU'essere amata. Ed ora 'la tristezza vive nel tuo oanto, la solitudine nel tuo rumore, la desolazione nella tua prosperità, disprezzata d·al mondo, derisa da chi vive ancora della tua [fantasia, e della tua grande impresa, del tuo desiderio di fare del mondo un'unica città operosa; disprezzata da chi vive del tuo rac- [coglimento, della tua sfrenata effusione e persino del tuo smarrimento. Eppure in te nasce una generazione inquieta: una generazione che rifiuta di tutto dimenticare innanzi al Vi- [tello d'oro. La grande tristezza dell'Est avvolge l'Occidente. Chi dimenticherà il sangue d'Un- Il tuo grigiore squallido, Il tuo splendore unico, hanno segnato il te711,(f)o della storia che non si vede. [gheria? A Budapest, un cammino di secoli si è interrotto di colpo. L'Europa cerca dt nuovo la via antica, incosdentemente abbandonata. Hanno soffocato il sorriso appena sgorga dalla meraviglia dell'anima: le labbra si stendono solo per dissipazione. Nasoe una generazione che non riesce a dimenticare: non importa non avere m(J;estri, l'importante è di non sbagliare [ancora. Ed è meglio non avere maestri, 1rveglio ess,erecome spezzati dal soffio violento dello Spirito, ess-ertrasportati smarriti in un mondo che non si conosce, separati dai volti consueti, dalle [frasi scontate (perché l'uno sarà preso e l'altro sarà lasciato): meglio lasciar scoppiare il Regno [di Dio come una bufera, meglio lasciarlo venire come un ladro di notte: meglio tutto questo ohe essere oscurati dall'errore. Se chi d·eve parlare il linguaggio [della Fede p,arla solo il linguaggio del mondo e brucia ipocrita nel suo cuore i simboli veri innanzi al Vitello d'oro, morti che s-embran viventi eppur son peggio de·i morti, dissipatori del Riegno di Dio, è meglio che il tuo vento, Spirito consolatore, Spirito di D.io , faccia germogliare il grano caduto sul ·margine della foresta, o nascosto nella strada polverosa, secondo la parola del Vangelo. In tutto il mondo sale, o Signore, la generazione che cerca il Tuo volto. J>ierquesto, nel giorno di Maria, Regina del [Mondo, sune Alpi d'Italia, oltre Trento, dinanzi a Vienna, dinanz11 a Budapest, davanti alla t erita mortale d'Europa, la fede spagnola maooa alla carità itali•ana, la patria di Domenico a quella di Francesco, il si,nbolo della Regina d'Europa: perohé la gioventù d'Europa alzando gli occhi verso il cielo veda già disceso sulla terra il segno della speranza: Europa cristiana, Europa regale, vincolo di sapienza e di pace per tutte le genti. DAVIDE I Lo STATO 25 bi inobianco l

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