Lo Stato - anno II - n. 16 - 10 giugno 1961

b tuooa dello Stato, come orienta– mento alla ,perfezione del vi:vere socfale. Ultima consieiguenza la fuga dal fronte dell'anticomu– ni·smo attivo: l'anticomunismo che combatte e che nel oombat– timento impegna g1iorgani dello StaJto. Il ·costume di parlare per enig– mi e per giudizi ambigui è già per se stesso .cosa grave, in quanto diffl()lnde intorno alle idee cattolich 1e •scetticismo e discr,e– diito e incomprensione. Ma an– cor più grave è la r.inuncia vir– tuale all'azione dello Stato, co– me mezzo offerto all'e1evazione cristiana della persona umana. Questa separa2'iione si a btua in due tempi: •ecli!ssi dei valol'lipro– priamente morali entro l'agire statuale, mediante la ric1ercaar– tificiosa di runa « attività tecni– ca ... di·sitinta da ogni carattere etltco e rieligioso » ( op. cit. pa– gina 48) e isolamento della mo– raJ•e -cristiana dalla moriale ci– vile. Le due leggi della scissione vengono formulate con lia dovu– ta equivoaità vale a dire: « lo intervento dello Stato in mate– ria di morale è insieme necessa– rfo 1econtingente » (viale a dirie non è indispensabile e non è es– senzialmente statuale) e per quanto riguarda la :s 1 eparazione delle virtù cr.isitiane da quelle civili: « ... operano su piani di– verni, talmente che ipossono sug– gerire una condoitta eoo:itrastan– te » (o,p. cit. pag. 76). Tanto è vuoto ,e falso il concetto, che il Goffi non può citare a sostegno altri che Rienan e Rougier. Per giunta la icita.2Jione d,i Renan ri– g 1 uar.da un pa:sisoas!sai significa– tivo, riguardante l'assimi.lazione di joghi e monaci cristiani, la confusione in uno dli Islam, Van– gelo e Buddhismo: cioè l'avviici– r..amento del Cristianesimo a quelle forme pseudoreliigiose che sono incentl'late inel disprezzo se non neirodio deff 1 esisitenza come tale. In questo clii.ma si è co– stretti ad argomentarie che quando Goffi afferma che « la mol'lalesopranna tumle dn .imita– zione a Gesù supera le categorie 24 ecaginobianco della morale naturale... nel sa– crificio dei beni prossimi terre– ni » lo affermi •in senso decisa– mente negaJtivo, come se il Cri– stianesimo fosse una negazione, qua:si un oscuriam•en to del vivere civilie. Insomma ;pare che si cerchino ar:gmnenti per giustificare l'op– posizione ad ogni ingerenza e ad Ogllli pres:enza cristiana nello ordine civile: come se il Cristia– rres'imo ·consistesse in una mor– tificazione e non in un poten– ziamento infinito del vivere umano. Cosa che oltre tutto non giovia a nessuno: e tantumeno all'aittie:siadeHe coscienze lai~che, che oggi si rivolgono al mondo cristiano •per cercare altro dalla loro ,agonia, e non compromessi e mezze misure. Quando poi dalle vedute ge– nerali si giunge alle conseguen– ze (o forse alle cause stesse) e cioè aUa defezione dall 'antà.co – munismo politico attivo, ecco manifestarsi l'affannosa e vile ricerca di alibi ,c,oncordatari che complica e ingigantisce l'errore; qU1ando iniv,ece la posizione è chi1arii!ssima. Infatti per il cattolico lo Sta– to migliore è quello che agisce av,endo la perf ezion:e criistiana come 'S'caturigine di civiltà. Ciò impl1iaa l'accettabilità del'lo Sta– to di diritto natu!'lale : ana fin fin,e i.I :diritto naturale è run'im– pr,onta divma che dispone l'uo– mo a riceverie Dio. Dunque an– che s•e ,retto da non cristiani, uno Stato così or-dinato è accet– tabile. Ma se dal dir;itto naturaJe si paissa alla morale o pseudomo,.. :rale Iaici,sta si .passa evidente– mente nell'ordine di un deUbe– ra to rivolgim•ento antireltgioso: si tU1azioneche può essere impo– sta e subita, mai tollerata. Lo estremo limite di tale intollera– bilità è il comunismo: mil'izia atea nello .Stato e pereiò abito vizioso imposto ad ogni cittadi– no, in modo totalitario. Ora è proprio intorno al con– cetto di una così categorica inacoettabilità che opere come quella del Goffi g,eittano l'ombra deplorevole del dubbio e della di– sc11S1sione. Un esempio lampante : « se un regime totalitario (es. comu– nista) sopprimendo ogni libertà civica offrisse .alla Chieis,ala mi– nima esisenzLa1e libertà religiosa sembra che essa potrebbe toHe– rare, nella necessità, simile si– tuazione ». Come conseguenza l'atteg,gia– mento prudenziale che è consi– gliabile ai caittol'Lcinon è « cer– cal'le un,a morte eroica » (Uoè combattere fino aU'uiitimo ries.pi – ro contro il comuni,s:mo), ma « salvare sul iposto il più possi– bile i.I dero; anche is•efosse ne– eiessario ridursi nello Stato di Chiesa saigrista o Chiesa ca ta– comba». L'importante è che i fedeli abbiano il loro pastore spi– ritual 1 e. E su questo nessuno du– bita. Si dubita sull'effebt.11.lalità dei pastori spirituali, in un mondo che li corrompe o li di– strugge, ,in un mondo ordinato a piegare le icosci 1 enz.econ i mez– zi ,più sottili ,eimmorali. Sembra che esista solo un problema, co– sa fare dopo? Quando il comu– nismo avrà vinto. Cioè il pro– blema di come organizzare le catacombe. Mentre prima di questo problema ne esiste un altro forse ancor più vitale: c·o– me impedire che il comuni,smo riduca 1a Chiesa a catacomba, visto che per catacomba si deve intendere la Chiesa cinese o la Chiesa del silenzio. A condanna della frivolezza del Goffi ci sembra non sia ne– cessario dir altro. La verita è questa: se Carlo Magno e Pio V anziché pensare alla lotta e alla difesa della fede avessero balbettato di sacri•stie e di cata– combe oggi non esisterebbe più civiltà. Ma la regalità divina sul mondo è proprio questo: che mentre i furbi disputano con la loro ipocaiggine, si formano .gli uomini del coragigio ·e della de– cisione. PI ERO VASSALLO

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