Lo Stato - anno II - n. 16 - 10 giugno 1961
bi Al llMITE DE11A ROTTURA In coincidenza con la cronica crisi che tra– .vaglia il paese, tutto il fronte sindacale si è po– sto in movi,mento. Siamo di fronte ad un impegno che coinvol– ge quasi tutte le categorie dei lavoratori, o quan– to meno le principali, dal settore agricolo a quel– lo ind115triale, dalla .pubblica amministrazione agli insegnanti, ai lavoratori del com·mercio, alle ·categori·e professionali. A nostro avviso può es– :sere pericoloso considerare questo movimento solamente come una ennesima manovra del par– tito comunista italiano, complice ·la CGIL; ten– dente a porre in maggiori difficoltà l'attuale go– verno. Una analisi meno superficiale iporta, in– fatti a sottolineare taluni aspetti della situazio– ne sindacale che aissumono un particolare signi– ficato, anche prescindendo daill'indubbia spinta che •lesinistre hanno dato alla stessa. A sentire le organizzazioni sindacali che amano definirsi democratiche, CISL in testa, lo stato di genera– le insoddisfazione delle categori·e -interessate alle attuali rugitazioni, deriva da qualcooa di più profondo che non dal semplice desiderio di otte– nere alouni m·iglioramenti contrattuaJli, siano essi economici o normativi. Lo stesso on. Storti, ha dovuto ammettere nel irecente Consiglio ge- ; nerale della CISL, che il momento sindacale in Italia, si è fatto particolarmente grave e che la sua onganizzazione si trova di fronte ad un Lo STATO inobianco CONGIUNTURA SINDACALE I Mentre il governo si esalta in un I delirio di « piani » e di « impegni sociali », il « ceto medio » si porta sul terreno di lotta aperta che inve- i ste le stesse •strutture dello Stato. I drammatico bivio: o esserne la protagonista o venire fatalmente « rirucchiata ». Che il momento sindacale sia particolarmen– te pesante lo dice già il fatto che esso tocca quel « ceto medio», che ancor oggi costituisce la inso– stituibile base della nostra società e sul quale, di oonseguenza, pog.gia l'avvenire anche politico del nostro paese. Che il « ceto medio » ·si sia im– pegnato a fondo sul piano sindacaile non può de– stare nessuna meraviglia. E', in·fatti, dal 1948 chìe il ceto medio fa le spese di indirizzi politici privi di un contenuto di dottrina e di idee, che per ta,le ragione sono stati condizionati dall'im– pegno ;politico e sindacale delle sinistre marxiste. E' dal 1948 ohe la politica pseudo-sociale dei governi «democratici» non ha avuto altro ob– biettivo se non quello di tentare di superare i social-comunisti sul terireno di lotta delle. riven– dicazioni isettoriaili da ·essi scelto, senza ordine, senza obbiettivi precisi, senza una comprensione unitaria della realtà politica, economica e so– ciale del paese. In tale quadro era inevitabile che U ceto medio - costituzionalmente incapa– ce sino a qualche tempo fa di organizzarsi sin– dacalmente, ancorato a tradizioni di ordine e di senso dello Stato - finisse per essere travolto neHa ·gruradi demagogia popruista che si era sca– tenata -tra governo e sinistre. Grura di demagogia nella quale le componenti essenziali erano « lo 19
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