Lo Stato - anno II - n. 16 - 10 giugno 1961

bi .r.•---------"'!•-----------------_,,._._- ••• . --------- -------------------------..,..1 L'on. Nenni e i cattolici Parlando agli elettori pol:esani, l'on. Nenni ha ri– prop1osto il problema dei cattolici, ricordando la scelta repubblicana di Roma. Ricordiamo quel con– gresso: e sappiamo che l'argomento politicamente più forte che giocò a favore della scelta repubblicana fu quello che la Repubblica avrebb,e po-tuto essere più dura e ferma verso il pericolo comunista· che non la monarchia, a ,cui il r-vcordo fascista ini'biva ogni for– ma •di potere personabe, mentr,e una monarchia di stile inglese non avrebbe fornito alcuna effettiva ga– ranzia di stabilità e di fermezza politka in condizioni semirivoluzionarie. Lo slogan repubblicano più felice fu qu·ello di don Sturzo: chi vuol combattere il comunismo con la mo– narohia, vuol combattere un carro armato con una sciabola. Fu perché dava garanz.iJedi stabilità nei confron– ti del vero pericolo che min(l;cciava la democrazia che avvenne la soelta repubblicana del congresso d,e– mocristiano. Oggi l'on. N,enni può, grazie all'incredibile tnst– pienza -d.eZZ,a cl-asse dirigente D.C., imporre al paese la soelta del congre,sso socialista di Milano: avremo così il governo che poggia sul voto dei deputatt so– cialisti. M-a avrà con ciò l'on. Nenni veramente affrontatu il problema dei ca-ttolici? E quello della stabilità de– mocratica'! Certo, la mancanza di re-azioni all'apertura a si– nistra, la « scollatura » ed il politicantismo che sem– brano tenere il campo nel mondo cattolico possono consenti11e delle illusioni all'on. Nenni. Eppure la politioo di apertura a sinistra che eglt sta conducendo, s·enza dare alcuna garanzia nei cun– fronti dai comunitSti, che non sia quella fornita da alcuni articoli id!eofogici su « Mondo operaio », sen– za gar-anzie politiche ,e di St-ato, non è una via verso i cattolki. Abbiamo scritto altra volta che l'on. Nenni ria avuto l'intuizione di rivolgersi non ai cattolici ma al partito democristiano: e che questa sua politica è stata un grande successo. I dirigenti d•emocristiani hanno avallato questa ~o,~·t!vcadi garanzie verbali. Nei comuni in ·cui la:, apertura è avvenuta i democristiani sono stati co,sJ « bravi » da rinunciare alla dichiarazione anticomu– nista, viscerale o no che esso sia. E' questo che l'on. Nenni vuole? La semp·lice ri– nuncia all'anticomunismo? E ,dove vanno allora le fa– mose cose che fanno div•ersi socialisti d·a comunisti e che sono niente di meno che la democrazia e la li– bertà? E poi davve 1 ro l'on. Nenni pensa che l'on. Moro possa così facilmente dirottare gli elettori che votano la DC per antkoimunismo, che cercano disperata– mente di fare diga, anche se la class,e dirigente DC respinge questa parola e questa politica? Si può aver assorbito il leninismo ( ed il blart– quismo: denominator,e comune tra il mussolinismu ed il leninismo) e riporre tutta la propria fiducia nelle ideologie e nelle ari8tocrazfe: e tuttavia una qualche maggior consid-erazione delle masse non sta- 11ebbemale a chi impersona in Italia, la tracUzione socialista. IL 00 Ad ogni modo, la via scelta dall'on. Nenni che e la più facile, significa mettere i cattolici ,e la demo– crazia alle corde: cioè costringerli ad inghiottire il rospo comunista o a reagire. E' possibile credere così al magico potere che il clero ed il partito democristianq hanno sull'elettorato s-i,noal punto di assumere che essi stano orientabili verso qualunque poUtka? Si dice che l'on. Nenni sia il sale della polttica italiana: ma se continua così la nostra minestra continuerà -a essere molto insipida. Se non peggio. La "coesistenza,, dei "convergenti,, La polemica cl,ei socialdemooratici con la sini– stra di base è finita intorno a un tavolo. O, più esattamente, è rimasta attorno a un tavolo: quello del governo. Galloni ha risposto a Pellicani dicendo che fin– ché non si dirà che questo è un governo di centro, essi rimarranno fedeli alla convergenza. Ora nessuno di:rà mai che questo è un governo di centro, neanche l'on. Malagodi, anche perché il capo liberale vuole andare al governo in un cen– trismo di vecchi,a marca, di buona bottiglia. Dun– que la convergenza durerà in eterno. Tutti sentiamo che il sillogismo è difettoso .... Per la verità, la crisi è deicisa, sia pure per mo– tivi opposti: l'unica incertezza è sulla data: prirma o dopo il novembre? E il sì o il no varia secondo le intenzioni che si attribuiscono al Presidenfo Granchi o, più esattamente, secondo i giudizi che si dànno di lui-. Un'altra inc,ertezza è sul chi deve provocare la crisi: s.e il PLI, o la sinistra d.C'. o il PSDI o il PRI. Tra sinistra d.c. e Saragat vi è il gioco dello scarica bariZe: tutti e -due poi sperano che la crisi la pro– vochi il PRI. La stampa dt informazione continua a illudere l'opinione pubblica moderata che la convergenza durerà a lungo e che essa è il miglior governo pos– sibile. Sono poi gli stessi organi che alcuni mesi fa cercavano di convincere la m.e,desima opinione che l'apertura a sinistra si sarebbe fatta, al massimo, a Firenze. Noi non crediamo né l'una né l'altra cosa. Cre– diamo ohe la convergenza sia il governo che più ha giovato al PCI in Italia: con la sola eccezione del Polesine, le elezioni lo provano. E più che Le elezioni, lo provano lo sbandamento della co,scienza anticomunista delle forze politiche e delle classi dirigenti. Il governo Fanfani è nato legittimando l'azione di piazza comunista contro lo Stato: ha pratica– mente eliminato ogni residuo d,i anticomwnismo di Stato, assumendo a proprio principio l'assurda tesi del « libero comunismo in libero Stato »: ha prati– cato la politica del costume la più intollerabil– mente l-assist.a che sia mai stata praticata in Italia. E' stato un governo senza politica e senza principii, ...... - ----·---·-·-·-·---···-···---·-·-·---·---·-·······-----·--.-.-..-----.---.---.-.-.-.-.-.-.-.-.----· 16 caginobianco

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