Lo Stato - anno II - n. 16 - 10 giugno 1961

ficile trovar conforma a un'al– tra nostra previsione: quei tito– li, inv;ero,erano tutti basati sune menzogne, sulla malafede e sulle reticenze. Berché aff.ermiamo questo? Perché tutti i ;giornali social– comunisti, tutti, •senza nessuna eccezione, daH' «Avanti! » a « Il Paese», da «l'Unità» al « Paese Sera», 1con una uniformità quanto mai ·sintomatica, hanno avuto una sola preoccupazione: quella di ;propinare ai loro inge– nui •esprovveduti lettori solo ciò che 1 serviva per dipintgere a tinte fosche e infamanti la figura mo– rale dei due generali francesi. E così l,a requisitoria del Procu– ratore Generale Besson è istata brutalmente mutilata di quelle parti che non si inquadravano in questa loro esigenza di falsari e di travisaJtori della VJerità.Sul passato ineecepibHe dal punto di vista tecnico e mora1e dei due ufficiali, del quale il Procuratore Generale Besson non ha esitato a dare il più ampio riconosci– mento, sul dramma che 1o stes– so Magistrato ha dichiarato di aver vissuto per la lotta interio– re « tra le ragioni delil'intranS'i- 12 bib 10 ecaginobianco genza ,e le r.agioni della clemen- 2ia», non una sola parola. Né meno reticente è stata la stam– pa marxista sull',aspetto più drammatiico e umano dell'azione dei due Generali: la ,certezza, da tutti riconosciuta, che nessun interesse personale, nessun cal– colo egoi,stico li av,eva spinti alla azione, ma s-olamente H deside– rio di servire la loro Patria e gli interessi della Nazione, che il loro fine, insomma, era stato un fine nobile, anche se perseguito con metodo erroneo. Quanto poi alle arringhe di– fensive, i giornali social-comu– nisti non hanno dedicato ad es– se che poche righe: proprio essi che, nei prooessi di comune cri– minalità, sono solitJidedicare in– tere pagine alle arringhe dei di– fensori e indulgerie alle velleità «reclamistiche» di taluni di essi. Ma m questo caso hanno dovuto cambiar regi:Sltro, ché, altr,imenti, anche ail più inge– nuo dei lettori non sar,ebbe sfug– gita la patente malatiede di chi definiva «grottesca » e « scan– dalosia » lia •s,entenza di Pariigij.. Non :solo; ma a nessuno dei let– tori sarebbe ·sfuggito di consi- derare che l'attuale l'legim,e fran– cese, che ,i marxisti amano pre– sen.tal'lecome antidemocratko, è, al contrario, ial confronto con il reg;ime sovietico, un model.lo di democrazia. Come, infatti, po– trebbe ·esser conS'ideraJtoantide– mocra tieo llln regime, che, secon– do ·quanto ha rilevato l'Avvocato Arri,ghi, ha emanato delle «.istru– zioni per la educazione morale dell'Eserici!to»,nelle quali è s,c:riit– to ohe « dl soldato ha il diritto di disobbedire in circostanze ec– oez'ionali, se la sua coscienza glielo impone? ». E come avreb– bero fatto i marxisti a non ar– rossire del « 1oTo» regime so– viietJi:co nell'apprendere dalle pa– role de11'AvvocaJto Toulousie che nella quinta Repubblica « il -giu– dilce non può farsi interprete della volontà diel braocto secola– re, del poter,e politico, ma deve giudicar,e dn sua anima e co– scienza e .porsi :al disopra di quelle iche, in definitiva, in casi del ·genere, riestano diue opposte faz'ioni politkhe, l'una viincente, l'altra perdente?». Sono cos•e e concetti questi ' ' che fanno onor-e alla F.randa e alla civiltà occidentale. Da essi i social-comunisti non possono difendersi 1che con le armi loro consuete: 1:ama1afiede, 1•emen– zogne e la retic-enza. Oppure, peggio ancora, con la prosa di un loro giornale del pom,eriggio, il quale, ahbandonandos·i alla ironia tanto facile quanto im– mor-ale sul dramma dei Gene– ral,i Challe e Z!el1ere delfintera Francia, è pervenuto all':apioe dell'insensibilità moralie quando ha affermato che t due ufficiali, v;antando i loro «pr~positi pa– triottici », erano riU1sc.itiad ot– tenere « le attenuanti generiche e specifrche » e anche « i parti– colari motivi di ono:rie,che .com– petono agili uxoricidi cornuti e alle puerperie ,infanticide». A che varriebbe aggiungere parole di commento, se •la prosa marxista si commenJta da sé?

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