Lo Stato - anno II - n. 16 - 10 giugno 1961

b politicamente, in senso a loro favorevole, strati sempre più larghi di elettori; b) che l'·indebolirsi progressivo delle « mez– ze ali», porta inevitabilmente la «convergenza» a mancare il ·secondo obbiettivo; una volta che si riduce sempre più lo spazio 1possìbileentro cui articolare •quel «dialogo», considerato dai quat– tro partiti essenziale per avviare la situazione }>(?liticaitaliana su nuovi binarii. Che quanto da noi sopra detto risponda a verità, 'lo dimostrano il tipo di reazioni imme– diate, e quindi più :sincere, a cui si sono abban– donati, volta a volta, alcuni fra i più qualificati responsabili della convergenza avanti ai risul– tati elettorali; e gli artifizi a cui sono ricorsi gli uffici elettorali centrali del PSDI e della DC per tentare di modificare, sulla carta, a favore delle forze « convergenti », il senso vero di quei risul– tati. ' \ . , .p-?? ·97·?· . ? . ? ?'7 . • ?· ? ·?? • 7 10 ecaginobianco Eloquenti, a questo proposito, i ·tentativi de « La Giustizia» di raff;rontare i dati elettorali del 28 ma1ggio 1961 con quelli delle elezioni po– litiche del 1958, considerato che un raffronto con quelli deHe amministrative del 1957 si sa– rebbe risolto in un autentico disastro ,per il PSDI. Eloquente e ridicolo, quando si ipensi che da quel tipo di ra!ffronto la formazione politica che si sarebbe più avvantaggiata, in percentuale, nella tornata elettorale del 28 maggio sarebbe il PDIUM!! Non meno eloquente il quadro statistico of– ferto ai suoi lettori da « Il Popolo » di giovedì 1 giugno. Poiché, infatti, l'unico raffronto « omogeneo » che fosse possibile fare, quello tra ,le ammini– strative del 1957 e del 1961, portava. a conclu– dere che mentre le « opposizioni di sinistra» au– mentavano dell'8,8 % e quelle di destra del 46%, contro un aumento dei «convergenti» del 4,2%; « Il Popolo » tentava il raffronto « non omoge– neo » tra le elezioni del 1961 e quelle politiche del 1958, per dover con:stata,r,e poi .che mentre le opposl;Zionidi destra aumentavamo del 20%,quel– le di sinistra diminuivano del 2,1%ed i « conver– genti» qiminuivano dello 0,6%. Dal che si potrebbe concludere - .ma noi ci. limiteremo sempre a coru;iderare validi i raffron– ti «omogenei» - che se fossero possibili e vali– di i. raffronti delle ultime amministrative con le politiche del 1958 l'elettorato ita-li:ano mostre– rebbe a chiare note di aver compreso in pieno il significato della « protesta antifascista» del Luglio 1960, voluta dalle sinistre ed avallata dai « conver,genti », e togliendo voti ane une ed aigli altri si pronunzia per una decisa e totale ipolitica an ticomuniSita. Ma anche a non voler trarre conclusioni cosi radicali, ci semhra opportuno 'Sottolineare che - pur considerando valide le interpretazioni del voto di primavera •più .favorevoli alla « conver– genza» - -la :formula mostra ila sua incapacità non solo ad incidere sugli schieramenti d'estre– ma, ma a creare anche delle semplici premesse per un· mutamento con.sistente nei rapporti tra le varie if arze politiche. E poiché è stato dimostrato, senza possibilità di .equivoci, :ehe l'immobilismo della situazione politica generale, alla lunga, favorisce H gioco comunista inteso a portare ad una paralisi pro– gressiva le i,stituzioni, sì da creare sol'ide pre– messe per una conquista legale del potere, le conclusioni che -sidebbono trarre da tale consta– tazione ·sono del tutto ovvie. Sono del tutto ovvie nonostante H fiume di discorsi, di articoli e di dichiarazioni ottimistiche dei «convergenti». circa iil ,futuro politico del nostro paese.

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