Lo Stato - anno II - n. 15 - 30 maggio 1961

rio genere, l'autore riesce a presen– tare al lettore, con chiarezza e viva– cità, i grandi problemi che l'America si brova a dover a/frontare. Nel capitolo dedicato alla decaden– za della macchina, la triade dei fat– tori produttivi ( terra, capitale e la– voro) viene storicamente analizzata on– de vaiutare i momenti di maggiore in– cidenza di ognuno di essi. Raccoglien– do idee già anticipate dal Burnham ed organicamente esposte dal pensa– tore politico di tendenze conservatrici Peter Drucker nell'ultimo suo libro dal titolo « Landmarks o/ Tomorrow », Galbraith pone in risalto l'importanza che i tecnici vanno assumendo nelle imprese private, ponendo in ombra l'attività dei proprietari. Questo tra– passo, generalmente accettato dagli studiosi americani, è conseguenza del progresso tecnologico, il quale richie– de una direzione più razionale delle imprese. L'importanza assunta dallo elemento umano nello sviluppo tecno– logico di questi anni, modifica le linee tradizionali degli investimenti produt– tivi e pone in second'ordine la mac– china. Poiché « sia il progresso tecno– logico che il miglioramento della pre– parazione :e delle capacità sono -i1 prodotto dello sviluppo umano. Le_ 1nacchine non si migliorano; questo è pur sempre il compito di uomini molto migliorati. E la maggior parte del progresso tecnologico è ora il frutto di uno sforzo altamente cosciente e non del caso, dell'ispirazione o del genio. Senonché il Galbraith, a di/ f erenza del Drucker nella opera citata, si preoccupa soltanto di affermare que– sta necessità, senza considerare tutti quei fattori che pongono oggi in ,gravi difficoltà la scuola ameri– cana, impedita a raggiungere dei « valori » di rilievo a motivo della sua impostazione uniformizzante a li– velli di mediocrità. Pure interessante, anche se l'autore ricorre per la sua risoluzione al solito toccasana della «pianificazione», è lo svolgimento del problema dei rapporti tra l'economia e l'arte. Premesso che la reazione estetìca è il frutto di una condizione di benessere ( stabilità po– litica, prosperità e tempo libero) ed « è forte solo laddove sia in qualche modo protetta dal predominio del mo– vente economieo » Galbraith attribui– sce ali'economicismo proprio a certa mentalità americana la colpa della alienazione dell'arte da/,la vita eco– nomica. Da ciò deriva, come è stato da altri rilevato in questi anni, il gra- bibliotecaginobianco 1 1 e danno che le esportazioni america– ne subiscono a motivo della mancanza di linea estetica nei prodotti indu– striali statunitensi. Nell'insieme, le idee dell'autore co– me appaiono da questo volumetto non riescono ad innalzarsi al di sopra del– la critica e dell'analisi dei mali e·cono- 1tflftllt111 •1111111•• miei e politici della società americana di oggi e di ieri ( la grande crisi del 1929, la distruzione dell'economia su– dista), ribadendo, come dicevamo allo inizio i vecchi clichès del radicalismo e del liberalismo d'oltre Atlantico: sta– talismo e pianificazione. M. M. LETTERAAL DIRETTORE Signor Direttore~ siamo alla vigilia deZZ.a discussione in Parlamento delle due prr()([)Ostedi legge per la pensione di vecchiaia e invali 1 dità per il Clero. Perrché tutto riesca di soddisf azio– ne per il clero, mi sia permesso di ricordaLe quanfo da più parti è stato scritto lungo il difficile << iter » che tali proposte hanno dovuto attra– versare. 1) Età d'ella pensione di vecchiaia: 60 anni. Perché vol,er portare la pen– sione, solo per i sacerdoti, a 65, o peggio a 70 anni? Cominciato l'eser– cizio del ministero a 25 anni, tra pene e privazioni di ogni genere, la vita si logora più facilmente. Né si può dire che albre ca,tegorie devono at– iendere a percepire la pensione a 65-70 anni; perché quando il sacer– dote raggiunge i 60 anni, general– mente, non può esercitare un aposto– lato proft,cuo: 2) La pensione di invalidità non deve trovare il sacerdote nelle con– dizioni di un quasi paralitico, ma de– ve bastare che le condizioni fisiche o morali non gli cowentano di eser– citare proficuamente il proprio mini– stero. 3) Cifra o somma da assegnare: per la pensione dev'essere tale da essere sufficiente ad una vita deco– rosa e dignitosa del sacerdote, tenen– do conto non solo del vitto quotidia– no nece,ssario, ma anche del fitto di casa, del vestito e delle altre comuni necessità. Tale cifra dev'essere cor– rispondente anche a quanto può oc– correre a coloro che sono vissuti coJ sacerdote negli anni del ministero e che egli, coscienziosamente, non può abbandonare, ritirandosi in un rico– vero o scacciandoli da casa. Tale trattamento dev',ess,ere fatto a chi ha iniziato l'assicurazione dal primo anno di ministero, come a chi vedrà andare in vigore il provvedimento quando avrà raggiunta o superata la età pensionabile, provvedendo lo Sta– to allo stanziamento della somma oc– corrente per pagare gli arretrati, con una minim a parte da versarsi dall'in- teressa.to, per il riscatto, qualora a giudizio d ell'autorità ecclesiastica ne vedrà la possibilità. 4) Tale principio dieve valere anche per gli invalidi, aggiungendovi tutte le assistenze occorrenti per lo stato fisico in cui il pensionato si troverà. Detti tirattamenti di invalidità e vec– chiaia sono inderogabili, tenendo conto e della misera ricompensa che il sacerdote riceve con l'assegno men– sile e della g,enerosità con cui deve andare incontro ai bisogni dei fedeli, per cui - vecchio o invalido - si trova costretto a domandare la ca– rità di essere accolto in casa dei pa– renti o in un ricovero, che la stessa autorità ecclesiasUoa s'è premurata di costruire in diverse diocesi pro– prio per evitare che il clero vecchio o invalido debba ricorrBre all'accat– tonaggio. 5) Per concedere la p·ensione nel sen,soanzidetto, non si deve gravare con un premio tale da rendere im– possibile o la corresponsione o la vi– ta dignitosa dell'assicurato, con– frontandola con l'assegno mensile corrisposto dallo Stato. Anzi bisogna tenere in particolar1e considerazione lo stato mi,sero del clero non con– gruato, che pure deve sottostare alla assicurazione, secondo i due progetti pr.esentati. 6) A tutti gli assicurati e ai pen– sionati _ sia per la invalidità che per la vecchiaia - si conceda gratui– fomente l'assistenza medica, farma– ceutioo ed ospedaliera come è con– cessa agli altri italiani ohe si tro– vano in tali condizioni. 7) Avranno diritto alla stessa as– sist,enza anche tutti i fa miliari che ordinariament,e coabitano - o hanno coabitato - col sacerdote, durante lo svolgimento del ministero. 8) Alla morte dell'assicurato, sia pensionato o meno, spetta per di-rit– to un ag,segno annuo ai superstiti, genitori o sorelle, che hanno vissuto sempre con l'assicurato, pari ai 2/3 della pensione che avrebbe dovuto godere, o che godeva l'assicurato de– ceduto. Con la quot.a mensile di ri– versibilità compe"beai medestmi an– che quanto detto al n. 7. Alla mor-be di qwesti nessun altro avrà diritto alla riversibilità. ULA-TIRSO (Ca.). Saic. FRANCESCO PIRLO Parroco

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